giovedì, maggio 22, 2008
Agenzia Misna - Prosegue il dibattito tra i partecipanti alla Conferenza internazionale per l’interdizione delle bombe a grappolo a Dublino. “L’atmosfera è positiva” ha detto alla MISNA Simona Beltrami della ‘Cluster Munition Coalition’ (Cmc), aggiungendo che la discussione tra i delegati sembra essere produttiva: “La voce degli stati favorevoli a un divieto totale sull’utilizzo di questi ordigni si fa sentire molto di più rispetto alle richieste che tendono a sminuire la portata del trattato”. Gli articoli della bozza del trattato sono discussi singolarmente in sessione plenaria e quando non c’è consenso vengono organizzate riunioni informali tra gli stati per arrivare a un primo accordo. Tra le principali questioni aperte, la possibilità o meno per gli stati che firmeranno il trattato di partecipare a operazioni militari congiunte con paesi che usano le bombe a grappolo, la definizione di che cosa è una ‘cluster bomb’ e la proposta di distruggere tutte le riserve di munizioni o conservarne una parte per la necessità di addestrare le truppe.
La conferenza in corso a Dublino sta cercando di scrivere una convenzione modellata sull’esperienza maturata dopo l’applicazione del Trattato di Ottawa, adottato nel 1997 per la messa al bando delle mine anti-uomo: in particolare, l’assistenza alle vittime vuole essere intesa in senso più ampio e includere non solo i sopravvissuti, ma anche le famiglie che hanno perso i propri cari e le comunità, il cui sviluppo socio-economico è ostacolato dalla presenza di sub-munizioni sul terreno. “Grazie, purtroppo, alla guerra in Libano dell’agosto 2006, – ha continuato Simona Beltrami – il processo per la messa al bando delle bombe a grappolo è stato enormemente accelerato e sarà possibile avere presto un trattato internazionale”. Ieri, mentre il primo ministro britannico Gordon Brown ha diffuso un comunicato affermando di aver dato istruzioni per diminuire il numero degli ordigni conservati negli arsenali inglesi, Stephen Mull, Segretario di stato aggiunto degli Stati Uniti, ha confermato che il suo paese è contrario a qualsiasi interdizione delle bombe a grappolo, lanciando un avvertimento che suona al limite del ricatto: “Se questa convenzione sarà adottata nella sua forma attuale – ha detto Mull - nessuna nave della nostra Marina potrà tecnicamente essere associata a operazioni di mantenimento della pace, per aiuti d'urgenza dopo una catastrofe o per l’assistenza umanitaria, come in questo momento dopo il terremoto in Cina o il ciclone in Birmania, perché la maggior parte delle unità militari statunitensi hanno queste armi nel loro magazzino”.[CO]


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