martedì, febbraio 23, 2016
Il governo siriano afferma di accettare la proposta russo-americana di cessate il fuoco.
Radio Vaticana - Lo annuncia il ministero degli Esteri di Damasco in un comunicato, specificando tuttavia che le autorita' continueranno a combattere non solo contro l'Is e il Fronte al Nusra ma "anche contro gli altri gruppi terroristi". Il governo siriano considera "terroristi" tutti i gruppi armati delle opposizioni. Il cessate il fuoco, concordato da Obama e Putin, dovrebbe entrare in vigore dalla mezzanotte di sabato 27 febbraio
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sabato, febbraio 20, 2016
In un documento redatto dal responsabile dell’Operazione Sophia della Ue, diretta contro i trafficanti di uomini, emerge la possibilità di intervenire militarmente nel paese. Pressioni su Tripoli e Tobruk per formare il governo di unità.
di Chiara Cruciati
Il Manifesto
NenaNews – A cinque anni esatti dall’inizio della rivolta anti-Gheddafi, il 17 febbraio, precursore dell’intervento della Nato contro Tripoli e del disfacimento del sistema statale libico, Wikileaks ha reso pubblico il documento che aprirebbe ad una nuova operazione occidentale. Datato 29 gennaio e redatto dall’ammiraglio Enrico Credendino della Marina Italiana
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martedì, febbraio 16, 2016
De Mistura è volato ieri a Damasco per sincerarsi che il cessate il fuoco, concordato a Monaco la scorsa settimana, venga rispettato entro 7 giorni. Uno scenario che, al momento, appare di difficile attuazione perché nessuna forza vuole gettare le armi.
di Roberto Prinzi
Nena News - E’ arrivato ieri sera a Damasco l’inviato speciale dell’Onu in Siria, Staffan de Mistura, nel tentativo (disperato) di implementare il cessate il fuoco concordato a Monaco lo scorso venerdì. Oggi incontrerà il ministro degli esteri siriano, Walid al-Mu’allem, con cui discuterà della necessità di fermare i combattimenti entro sette giorni, di aprire corridoi umanitari nelle aree sotto assedio
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martedì, febbraio 16, 2016
Oggi Francia e Turchia hanno condannato con durezza il lancio su obiettivi civili da parte di Mosca. Il Cremlino però non ha ancora rilasciato dichiarazioni. I missili hanno provocato almeno 50 morti, tra civili e personale medico. Le nuove violenze “gettano ombre” sulla risoluzione del conflitto a breve termine.
Damasco (AsiaNews) - ll
bombardamento degli ospedali e delle scuole nel nord della Siria da parte di presunti missili russi, avvenuto ieri, è un “crimine di guerra”. È la dichiarazione fatta questa mattina da Francia e Turchia, che condannano con durezza il lancio di missili contro obiettivi civili nel Paese. Intanto il bilancio delle vittime si aggrava di ora in ora, con fonti delle Nazioni Unite che confermano il decesso di almeno 50 persone. Di queste, 12 sono rimaste uccise ad Azaz sul confine turco;
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sabato, febbraio 13, 2016
La questione siriana continua a dividere ma l’ipotesi di un’operazione di terra nel Paese sembra mettere d’accordo diversi stati mentre l’artiglieria turca ha colpito in serata alcune postazioni delle forze curde in Siria. Intanto alla Conferenza di Monaco i leader mondiali fanno il punto sulla sicurezza. Il premier russo Medvedev afferma: siamo in una nuova guerra fredda e il primo ministro francese Valls avverte sul rischio di nuovi attentati in Europa. Cecilia Seppia: ascolta
Radio Vaticana - La Turchia si dice pronta ad affiancare l'Arabia Saudita in un'operazione di terra in Siria, se la Coalizione anti-Is appronterà questa strategia. La conferma arriva dal ministro degli Esteri turco, Cavusoglu, convinto che sia necessario convergere su una risposta ampia e risolutiva al conflitto che continua a mietere vittime ed ammassare profughi alle frontiere. Ankara però alla vigilia dell'auspicato cessate il fuoco
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domenica, febbraio 07, 2016
Secondo le prime informazioni, il vettore - utilizzato per la messa in orbita di un satellite - è partito da una base di lancio nel nordovest del Paese ed ha sorvolato le isole giapponesi di Okinawa.
Ban Ki-moon: "E' profondamente deplorevole che la Repubblica democratica popolare di Corea abbia condotto un lancio usando tecnologia missilistica balistica", ha commentato Ban, in violazione delle risoluzioni del Palazzo di Vetro e "nonostante l'appello della comunità internazionale" a evitare l'ennesimo "atto provocatorio".(
fotogallery AdnKronos)
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giovedì, febbraio 04, 2016
Fonti militari riferiscono in merito alla presenza di torrette e una trincea
L'esercito iracheno ha cominciato i lavori di costruzione di un muro intorno a Baghdad che dovrà prevenire l'infiltrazione nella capitale di "terroristi e sospetti", in particolare dell'Isis. Lo ha reso noto il comandante del distretto militare, generale Abdul Amir al Shammary, precisando che verrà anche costruita una trincea intorno alla città. Il muro, ha aggiunto Shammary, avrà "torrette di osservazione e telecamere di sorveglianza"
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martedì, febbraio 02, 2016
A Ginevra hanno preso il via ufficialmente i colloqui per la fine della guerra civile in Siria: l’annuncio ieri da parte dell'inviato speciale dell'Onu, Staffan De Mistura.
Radio Vaticana -Nelle stesse ore il regime di Damasco ha autorizzato l’ingresso di aiuti umanitari in alcune città assediate mentre l’associazione “Aiuto alla chiesa che soffre” lancia un’iniziativa di preghiera per la pace il prossimo Mercoledì delle ceneri. Adriana Masotti: ascolta
Mi attendo colloqui "complicati e difficili": lo ammette l’inviato dell'Onu per la Siria Staffan De Mistura
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venerdì, gennaio 29, 2016
L’intervento internazionale, per quanto non imminente, sarebbe in fase di preparazione. Tutti gli attori sembrano, però, porsi in attesa dell’evolversi degli eventi
Parigi, 22 gennaio, Incontro Dunford-de Villier. photo by D. Myles Cullen
di Francesca La Bella
Nena News - Dopo cinque anni dall’attacco che portò alla caduta del Governo del Colonnello Muhammar Gheddafi, in questi giorni, varie voci sembrano annunciare un nuovo intervento in Libia. Secondo un articolo del New York Times, ripreso da molte testate italiane ed europee, l’amministrazione Obama starebbe valutando la possibilità di aprire, in collaborazione con gli alleati europei, un nuovo fronte contro lo Stato Islamico in territorio libico
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giovedì, gennaio 28, 2016
Gerusalemme Nena News – Dopo aver promosso e ottenuto nei giorni scorsi la clamorosa riconciliazione tra due nemici irriducibili come i leader cristiani-libanesi Samir Geagea e Michel Aoun, adesso il Qatar punta ad un’altra missione impossibile degna di Tom Cruise.
di Michele Giorgio – Il Manifesto
Nena News - Ai primi di febbraio si vedranno a Doha i rappresentati di Fatah, Il movimento guidato dal presidente palestinese Abu Mazen, e quelli del movimento islamico Hamas, per negoziare le condizioni della riconciliazione tra le due più importanti formazioni politiche palestinesi e mettere fine alla separazione tra la Cisgiordania e la Striscia di Gaza avvenuta nove anni fa
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venerdì, gennaio 22, 2016
A poche ore dal varo in Libia della lista dei ministri del nuovo governo di unità nazionale del premier Fayez Sarraj, non si arrestano le voci che danno come sempre più vicino un nuovo intervento occidentale a Tripoli, dove il terrorismo dell’Isis ha messo radici e che più aggrava il flusso dei migranti verso l’Europa.
di Mariangela Tessa
(WSI) New York – Potrebbe essere la prossima grande crisi, dopo quella dei migranti e del debito, a mettere in discussione l’esistenza stessa dell’Unione Europea e dell’area della moneta unica.
Questa volta però un intervento occidentale vedrà l’Italia in prima fila. “L’Italia ha deciso di svolgere un ruolo di primo piano nell’ex colonia: da ormai un anno è chiaro che Roma vorrebbe assicurare il grosso delle truppe per la stabilizzazione del paese, una volta raggiunto un accordo di pace
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lunedì, gennaio 18, 2016
Appena sollevate le sanzioni internazionali contro la Repubblica islamica in base all’accordo siglato lo scorso luglio, gli Stati Uniti ne hanno imposte di nuove a undici tra aziende e individui legati allo sviluppo del programma missilistico. Prima, però, hanno atteso lo scambio di prigionieri con Teheran.
NenaNews - E’ stato un attimo: sollevate le sanzioni internazionali contro la Repubblica islamica secondo i termini dell’accordo firmato lo scorso luglio con le potenze del 5+1, ecco che gli Stati Uniti hanno imposto nuove misure punitive contro Teheran per via delle sue attività balistiche. E le autorità iraniane hanno annunciato oggi che accelereranno il loro programma missilistico, da loro definito “legale” perché fuori dai termini dell’accordo sul nucleare, ma che Washington considera “una minaccia significativa per la sicurezza regionale e globale”
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giovedì, gennaio 14, 2016
«Il 2016 si annuncia molto complicato a livello internazionale, con tensioni diffuse anche vicino a casa nostra. L’Italia c’è e farà la sua parte, con la professionalità delle proprie donne e dei propri uomini e insieme all’impegno degli alleati»: così Matteo Renzi ha comunicato agli iscritti del Pd la prossima guerra a cui parteciperà l’Italia, quella in Libia, cinque anni dopo la prima.
di Manlio Dinucci
NenaNews - Il piano è in atto: forze speciali Sas – riporta «The Daily Mirror» [1]– sono già in Libia per preparare l’arrivo di circa 1000 soldati britannici. L’operazione – «concordata da Stati uniti, Gran Bretagna, Francia e Italia» – coinvolgerà circa 6000 soldati e marine statunitensi ed europei con l’obiettivo di «bloccare circa 5000 estremisti islamici, che si sono impadroniti di una dozzina dei maggiori campi petroliferi e, dal caposaldo Isis di Sirte, si preparano ad avanzare fino alla raffineria di Marsa al Brega
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mercoledì, gennaio 13, 2016
Kim Jong-un dice di avere ogive termonucleari, missili balistici e armi shoccanti
Green Report - Il recente presunto test di una bomba H sembra aver molto ringalluzzito il leader supremo della Corea del nord Kim Jong-un, che ormai sembra essersi convinto di essere un supereroe dotato di superarmi spaziali.
Oggi l’agenzia di stampa ufficiale della Corea del nord, la KCNA, ha confermato la «Pertinenza dei parametri militari» del test nucleare del 6 gennaio ed a ha annunciato che «Il programma nucleare della Repubblica democratica popolare di Corea (RPDC
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martedì, ottobre 06, 2015
La lotta al sedicente Stato islamico apre tensioni tra la Nato e la Russia, dopo l’avvio dei raid aerei di Mosca in Siria, con attacchi congiunti alle forze di Damasco contro obiettivi dell’Is.
Radio Vaticana - Protesta anche la Turchia per le violazioni di Mosca del proprio spazio aereo. E polemiche
accese in Italia dopo la notizia apparsa sulla stampa di possibili bombardamenti di caccia italiani in Irak, in funzione anti Is. Il servizio di Roberta Gisotti:
ascolta
Pesante l’accusa della Nato: la Russia non starebbe attaccando l’Is ma i gruppi dell’opposizione al governo di Damasco e gli stessi civili. Mosca si difende dichiarando che i suoi aerei colpiscono i tanti gruppi terroristici ed estremisti presenti nel Paese e che i media internazionali travisano gli obiettivi dell’operazione militare russa
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lunedì, ottobre 05, 2015
Turchia, Arabia Saudita e Qatar non resteranno a guardare mentre Mosca continua ad aiutare Assad con l'appoggio di Iran e Hezbollah.
Damasco (WSI) - Dopo gli attacchi via aerea, la Russia prepara l'assalto dal mare in Siria, a sostegno del regime di Assad. L'ostinazione del presidente Putin a difendere l'ultimo baluardo rimasto ai russi in Medio Oriente rischia di provocare una guerra regionale, prima, e mondiale, poi.
Secondo diversi analisti e politologi, Turchia, Arabia Saudita e Qatar non resteranno a guardare con le mani in mano mentre Mosca continua ad aiutare il governo siriano con l'appoggio delle truppe iraniane e delle milizie sciite come Hezbollah
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mercoledì, settembre 30, 2015
Onu, Abu Mazen: “Non siamo più legati ad accordi di Oslo con Israele”
"Chiedo al governo di Israele di fermarsi, prima che sia troppo tardi, di colpire i luoghi sacri dell'Islam e della cristianità a Gerusalemme". Così il presidente dell'Autorità palestinese Abu Mazen, all'Assemblea dell'Onu. "Gli insediamenti illegali -dice- sono un cancro. Non è ora di porre fine alla più lunga occupazione della storia?". Infine un appello: "Abbiamo bisogno di protezione internazionale, non possiamo mantenere lo status quo"
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martedì, settembre 29, 2015
L'economista De Romanis intervistato da Radio 24
"Credo che la Merkel non sapesse (del cosiddetto Dieselgate che ha colpito VolksWagen, ndr) perché sapere una cosa del genere e non denunciarla significa esporsi ad un rischio troppo grosso, ovvero quello di essere complice. In Germania queste cose non si perdonano, né si dimenticano e questo creerebbe un problema all'obiettivo della Cancelliera - correre per un quarto mandato – un’impresa riuscita solo a Kohl, suo padre politico e da cui lei ha imparato tutto". A spiegarlo ai microfoni di, Veronica De Romanis, economista e autrice di diversi libri sulla Germania dell'era Merkel
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martedì, settembre 29, 2015
Il blocco dei rifornimenti sulla parte indiana del confine con il Nepal, nei principali posti di frontiera localizzati nelle aree dove è più acuto il rifiuto della popolazione locale della nuova Costituzione che nega loro una provincia autonoma nell'assetto federale previsto, sta aggravando i disagi per la popolazione.
Misna - Non solo rischia di mettere in ginocchio l'intero sistema di trasporti, mentre si registrano code interminabili ai pochi distributori ancora forniti di carburanti, ma minaccia di isolare il paese. Le autorità hanno comunicato che in mancanza di cambiamenti immediati è imminente la chiusura dell'aeroporto di Kathmandu ai voli internazionali per l'impossibilità di garantire il rifornimento agli aerei
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venerdì, settembre 25, 2015
Dopo la finta ricerca della pace dei 'negoziatori' e della 'comunità internazionale' , la Russia rimescola le carte.
di Patrizio Ricci
Secondo
Arab source , giovedì mattina ''per la prima volta dal loro arrivo in Siria, l'aviazione russa ha lanciato una serie di attacchi aerei di precisione sopra campagna orientale del Governatorato di Aleppo, puntando sulle posizioni dello Stato Islamico (ISIS) , mentre l'esercito siriano (SAA) attaccava il gruppo terroristico al suolo''.
I caccia russi alcuni giorni fa sono improvvisamente comparsi nell' aeroporto militare di Hmamiyat nella città costiera siriana di Jableh situata a 50 km da Tartus
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