mercoledì, dicembre 28, 2016
Ieri a Roma davanti ai Pm per rispondere sul caso Consip: "Mai frequentato Luigi Marroni (ad Consip), l'ho visto solo due volte nell'ultimo anno".

Era ritornato a Roma in fretta e furia, il ministro dello Sport Luca Lotti, per "vederci chiaro" su un'indagine che in un primo tempo aveva provveduto a smentire. E' finita che i Pm lo hanno interrogato, ieri, per un'ora e mezza. Tempo durante il quale, il ministro avrebbe detto: "Non ho mai saputo nulla di indagini relative alla Consip e quindi è impossibile che possa aver rivelato circostanze su questa vicenda". Ribadendo: "Non ho mai frequentato Luigi Marroni (Amministratore delegato Consip), l’ho visto solamente due volte nell'ultimo anno".

L'inchiesta è quella avviata dalla Procura di Napoli sulla corruzione in Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana. In particolare, quella che vede coinvolti Luca Lotti, il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette ed il generale Emanuele Saltalamacchia rientra in un fascicolo stralciato dalla procura di Napoli e trasmesso a Roma, per competenza territoriale. Al ministro si contestano i reati di rivelazione di segreto e favoreggiamento, risalenti al tempo in cui ricopriva la carica di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, durante il governo Renzi.

Il nome di Lotti e degli indagati romani è emerso dall'interrogatorio fiume proprio di Luigi Marroni, sentito a Napoli dai Pm Woodcock, Cerrano e Parascandolo lo scorso 20 Dicembre. Secondo gli inquirenti, l'ad Consip si sarebbe attivato per avvantaggiare l'imprenditore Alfredo Romeo fornendo, in cambio di tangenti, notizie riservate che avrebbero favorito la formazione di cartelli di imprese con "bandi cuciti su misura" (soprattutto quello del facility management 4, il più grande appalto in corso in Europa, un'enorme torta da 2,7 miliardi di euro). Un'ipotesi che gli inquirenti stanno verificando setacciando i documenti acquisiti con la perquisizione conclusa dai carabinieri del Noe di Roma e dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Napoli.

Un "Sistema", un "metodo collaudato" per ottenere vantaggi grazie ad una attività di corruzione di pubblici amministratori, secondo le circostanze emerse da intercettazioni effettuate mediante un virus Trojan attivato sul telefono cellulare di Romeo e di altri indagati. Con lo stesso sistema sarebbe stato tenuto sotto controllo anche il suo consulente Italo Bocchino, ex deputato di An.

Lotti, anche ieri, ha ostentato tranquillità per l'indagine in corso, mentre i magistrati non hanno parlato. Non ha parlato della vicenda neppure Matteo Renzi, che Marroni ha definito, al pari del ministro, "un amico". Sta di fatto che qualcuno, in questa storia, al netto delle dichiarazioni più o meno di facciata fuori dalla Procura, non la racconta giusta.






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