I cittadini eritrei sono difesi dall'Associazione Studi Giuridici per l'Immigrazione con l'appoggio di Amnesty International.
Amnesty - Amnesty International Italia continua a essere profondamente preoccupata per la sorte dei 16 richiedenti asilo eritrei, vittime degli effetti ancora perduranti dei respingimenti effettuati nel 2009 dalle autorità italiane ai danni di numerosi rifugiati: intercettati in mare mentre tentavano di raggiungere l'Italia, furono riconsegnati alle autorità libiche, senza identificarli né consentire loro di presentare richiesta di protezione internazionale. Questo fatto è oggetto di una causa presso il Tribunale Civile di Roma, con un ricorso presentato dalle vittime per chiedere giustizia e protezione internazionale.
I cittadini eritrei sono difesi dall'Associazione Studi Giuridici per l'Immigrazione con l'appoggio di Amnesty International.
Dopo aver ritentato il viaggio via terra questi cittadini eritrei sono rimasti bloccati in Israele, vivendo in condizioni precarie e senza alcuna forma di riconoscimento o di protezione e rischiando, sulla base delle politiche locali in tema d'immigrazione, la detenzione a tempo indeterminato o il rinvio in Ruanda o in Uganda, paesi con i quali Israele ha accordi informali di riammissione e dai quali i richiedenti asilo potrebbero essere rimandati in Eritrea, dove andrebbero con ogni probabilità incontro a gravissime violazioni dei diritti umani. Infatti, di questi 16, si sono già perse le tracce di quattro.
"Abbiamo appreso con grande sgomento che, a seguito della loro convocazione al centro di detenzione di Holot da parte delle autorità israeliane, quattro dei richiedenti asilo che avevamo incontrato in Israele e dei quali avevamo raccolto le testimonianze in quanto vittime di respingimento sono spariti: due di loro ancora prima di poter agire legalmente contro lo stato italiano, gli altri dopo che avevano presentato ricorso al Tribunale civile di Roma per ottenere un visto di ingresso. Altri eritrei, parti del medesimo ricorso, corrono lo stesso rischio di scomparire e non potere di fatto ottenere giustizia e protezione" - ha dichiarato Chiara Garri, che per Amnesty International Italia ha condotto le ricerche sulle vittime di respingimento da parte delle autorità italiane.
"Possiamo solo sperare non siano confermate le notizie che, a seguito di un "rimpatrio volontario" da Israele, i quattro si troverebbero in Sudan ed Eritrea" - ha aggiunto Garri.
Amnesty - Amnesty International Italia continua a essere profondamente preoccupata per la sorte dei 16 richiedenti asilo eritrei, vittime degli effetti ancora perduranti dei respingimenti effettuati nel 2009 dalle autorità italiane ai danni di numerosi rifugiati: intercettati in mare mentre tentavano di raggiungere l'Italia, furono riconsegnati alle autorità libiche, senza identificarli né consentire loro di presentare richiesta di protezione internazionale. Questo fatto è oggetto di una causa presso il Tribunale Civile di Roma, con un ricorso presentato dalle vittime per chiedere giustizia e protezione internazionale.
I cittadini eritrei sono difesi dall'Associazione Studi Giuridici per l'Immigrazione con l'appoggio di Amnesty International.
Dopo aver ritentato il viaggio via terra questi cittadini eritrei sono rimasti bloccati in Israele, vivendo in condizioni precarie e senza alcuna forma di riconoscimento o di protezione e rischiando, sulla base delle politiche locali in tema d'immigrazione, la detenzione a tempo indeterminato o il rinvio in Ruanda o in Uganda, paesi con i quali Israele ha accordi informali di riammissione e dai quali i richiedenti asilo potrebbero essere rimandati in Eritrea, dove andrebbero con ogni probabilità incontro a gravissime violazioni dei diritti umani. Infatti, di questi 16, si sono già perse le tracce di quattro.
"Abbiamo appreso con grande sgomento che, a seguito della loro convocazione al centro di detenzione di Holot da parte delle autorità israeliane, quattro dei richiedenti asilo che avevamo incontrato in Israele e dei quali avevamo raccolto le testimonianze in quanto vittime di respingimento sono spariti: due di loro ancora prima di poter agire legalmente contro lo stato italiano, gli altri dopo che avevano presentato ricorso al Tribunale civile di Roma per ottenere un visto di ingresso. Altri eritrei, parti del medesimo ricorso, corrono lo stesso rischio di scomparire e non potere di fatto ottenere giustizia e protezione" - ha dichiarato Chiara Garri, che per Amnesty International Italia ha condotto le ricerche sulle vittime di respingimento da parte delle autorità italiane.
"Possiamo solo sperare non siano confermate le notizie che, a seguito di un "rimpatrio volontario" da Israele, i quattro si troverebbero in Sudan ed Eritrea" - ha aggiunto Garri.
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