martedì, maggio 10, 2016
Il testo edito dalle Paoline e curato da Alessandro Rossi, rappresenta una testimonianza straordinaria delle vicende tra cattolici e donatisti che hanno animato la vita delle prime comunità cristiane nel Nord Africa.

Recensione di Dario Cataldo

Dal momento in cui il Cristianesimo fu dichiarato “religio licita” con l’Editto di Milano del 313, comincia un nuovo iter per una religione che diventa a tutti gli effetti “di Stato”. Le ingerenze dell’Impero sono frequenti, anzi avranno un notevole peso sulla costituzione dei Concili o sulle dispute in merito alle eresie. La Conferenza di Cartagine del 411 si iscrive in tali tematiche, in cui la Chiesa cattolica d’Africa e quella donatista, schierate l’una di fronte all’altra, furono convocate dall’Imperatore Onorio per porre fine al secolare scisma africano che animava la vita delle due comunità contrapposte.

Al centro, nella sua imponenza, Agostino Vescovo d’Ippona, il futuro Dottore e Santo della Chiesa, conosciuto per l’eccellenza oratoria e per la sublime retorica con la quale difende le sorti della fede. Nella battaglia per combattere il donatismo lui ha speso tante energie, come dimostrano le pagine del testo curato da Rossi. Nei minuziosi verbali in italiano – con testo in latino a fronte – la tre giorni di dibattiti che coinvolse quasi 600 Vescovi è dispiegata con perizia e metodo.

Lo scopo principale della convocazione era legato alla propaganda. L’impero Romano e la parte cattolica dovevano porre fine allo scisma attraverso il cedimento dei donatisti, attraverso la confutazione dei loro capisaldi, in modo da sgretolarne pubblicamente le certezze. Si ricorda che per i seguaci del Vescovo Donato – da cui deriva il termine donatisti – i Pastori che durante le persecuzioni di Diocleziano avevano consegnato i testi sacri ai burocrati romani, si erano macchiati di colpe, per tale motivo giudicati “traditores”.

Per ovvia conseguenza, i donatisti muovevano riserve sulla celebrazione dei Sacramenti da parte dei cosiddetti “traditori” perché privi della legittimità divina. Per loro dunque la validità del Sacramento era strettamente collegato all’officiante, non alla dignità dell’atto.

Nato come movimento religioso nel 311, fu ufficialmente dichiarato eretico a seguito della Conferenza del 411. Agostino è stato fondamentale per la riuscita dell’operazione. Conscio del fatto che la pilotata convocazione tra le due parti non ebbe gli esiti sperati, a supporto dei verbali furono redatti per fini promozionali un Sommario e un Compendio, che in estrema sintesi riassumevano la cronistoria delle vicende.

Il corposo volume delle Edizioni Paoline racchiude nelle sue 1168 pagine una testimonianza diretta, senza interpretazioni, senza giudizi posteriori; leggendo le pagine dei verbali, il pensiero dell’Ipponense non è mediato ne artefatto. Le sue modalità d’azione, il suo modo di interagire con gli interlocutori sono offerti in una chiave lucida e ben delineata.

Più che la Conferenza di per sé, l’Opera rappresenta una fotografia della Chiesa del passato, non ancora strutturata nei cardini e assetti con i quali la conosciamo oggi. La dignità storica e teologica a quel tempo erano messe in discussione da continue eresie, spesso legate alla figura di Gesù, alla sua natura umana e divina, o più tecnicamente dottrinali – come nel caso del donatismo.

Il testo nella sua integralità è consigliato a Studiosi del cristianesimo, Accademici, Studenti di teologia e a chiunque voglia approfondire un periodo cruciale per lo sviluppo delle comunità cristiane del periodo tardo-antico.



SCHEDA DEL LIBRO

Titolo: La conferenza di Cartagine 411

Curatore: Alessandro Rossi

Editore: Paoline

ISBN: 978-88-315-4671-3

Pagine: 1168

Prezzo di copertina: €59,50 (acquista on line)

Collana: Letture cristiane del primo millennio

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