domenica, novembre 30, 2014
Nel torpore del calcio italiano si è levata, determinata e ferma, la voce del presidente di Lega di Serie A, Maurizio Beretta. 

"De Docta Ignorantia" di Danilo Stefani 

Come aiutare la Nazionale ad avere più spazio? Al termine dell’assemblea delle società della massima serie ci conforta il presidente dire, tra l’altro, che: “Abbiamo parlato degli stage chiesti da Conte e occorre incontrarsi al più presto con gli allenatori per definire gli incroci di calendario”. Maurizio Beretta ha avuto necessità di un intercalare per rinforzare i suoi concetti: nel corso della dichiarazione resa alla stampa e alle Tv, è riuscito a dire otto volte “diciamo…” nel giro di un minuto.

Che il calcio italiano fosse a corto di parole, oltre che di denari, questa è una novità. Non è una novità, invece, quel “divieto” non scritto di programmare un percorso doveroso e concorde per il bene della Nazionale e del calcio italiano, nei tempi e modi dovuti.

Nel frullato dei media ricordiamo solo i soldi e gli sponsor del contratto con il tecnico azzurro: e gli stage?

Non si poteva definire prima l’impegno della Nazionale di Conte con i club, cara ‘Federazione Italiana Giuoco Calcio’?

“Diciamo” che, udite udite, per fare una squadra rappresentativa occorre trovarsi e giocare a calcio.

Parliamo di banalità, certo: perché finito il tempo delle banane di Tavecchio, rimangono le solite bucce dove scivoliamo sempre.

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