Più di mille persone sono state uccise e altre 250.000 sono state costrette a lasciare le proprie case dall’inizio dell’anno a causa del conflitto tra l’esercito e il gruppo armato Boko Haram nel nord-est della Nigeria: la stima è stata diffusa ad Abuja dall’Ente nazionale per le emergenze (Nema), un organismo pubblico.
Misna - In un rapporto si calcola che negli Stati di Borno, Yobe e Adamawa le vittime siano state più di mille e gli sfollati 249.446. “Circa un abitante su cinque ora non vive nella propria casa” sottolineano i responsabili del Nema, aggiungendo che ben 244.000 sfollati hanno chiesto aiuto e ospitalità di amici o parenti e che solo in 5000 sono accolti in campi organizzati. L’ente nazionale per le emergenze riferisce anche di tre milioni e 200.000 persone “colpite” in vario modo dalla crisi, sottolineando che si tratta spesso di donne, anziani e bambini. Secondo l’organismo, circa un milione e mezzo di nigeriani hanno urgente bisogno di assistenza e per questo bisogna rafforzare l’impegno umanitario, sia sul piano degli aiuti alimentari che dell’acqua e dei servizi sanitari.
Da maggio a Borno, Yobe e Adamawa è in vigore uno stato di emergenza. L’avvio di un’offensiva militare non ha però consentito di ridurre né il numero né la gravità delle violenze e degli attentati rivendicati dagli islamisti.
Boko Haram sostiene di battersi per imporre la legge islamica non solo nel nord a maggioranza musulmana ma anche nel sud per lo più cristiano della Nigeria. Agguati e attentati rivendicati dal gruppo sono divenuti frequenti a partire dal 2009.
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