venerdì, marzo 21, 2014
Iniziamo il nostro percorso quaresimale partendo dall’ambito familiare, stimolati dalle parole di papa Francesco che pongono la famiglia come origine e sorgente di ogni fraternità. 

di Monica Cardarelli

“E occorre subito ricordare che la fraternità si comincia ad imparare solitamente in seno alla famiglia, soprattutto grazie ai ruoli responsabili e complementari di tutti i suoi membri, in particolare del padre e della madre. La famiglia è la sorgente di ogni fraternità, e perciò è anche il fondamento e la via primaria della pace, poiché, per vocazione, dovrebbe contagiare il mondo con il suo amore.” Così papa Francesco introduce la fraternità nel suo messaggio per la Giornata Mondiale per la Pace e anche noi perciò vogliamo cominciare proprio dalla famiglia, luogo principe in cui si impara a vivere la fraternità.

Partendo da queste parole proponiamo un viaggio attraverso alcune realtà italiane che si prendono cura della famiglia proprio come fonte e origine di fraternità e quindi della pace.

Siamo partiti da Perugia, dal Centro familiare “Casa della Tenerezza”, una comunità di fedeli che si propone come luogo di condivisione e accompagnamento per sposi, coniugi soli, famiglie, laici e persone consacrate. Si presenta inoltre come luogo di accompagnamento per coppie in difficoltà per far sentire tutti accolti dalla misericordia e dalla paternità di Dio e abbracciati dalla maternità della Chiesa.

Si tratta di un’attenzione a tutto tondo alla persona umana in tutte le sue età ed esperienze, nei momenti difficili e nelle varie espressioni vocazionali. Fondata e seguita da Mons. Carlo Rocchetta, propone percorsi di accompagnamento a coppie in difficoltà, corsi per fidanzati e anche per singles, nell’attenzione alla persona oltre che alla coppia, e alla sua vocazione di figlio di Dio.

Attualmente la comunità è composta da un presbitero, nove coppie con 28 figli e due consacrate laiche. Un progetto di "famiglia di famiglie", di una comunità di vita e di servizio. “Ciascuna coppia o singolo è autonomo, anche economicamente, ma si impegna a contribuire alla vita e alle attività della Casa con il 10% del proprio stipendio e rendendosi disponibile al servizio del Centro” ci spiegano.

Oltre alle proposte di incontri e corsi che vengono fatti, quello che colpisce è la scelta della comunità, la vocazione alla tenerezza di Dio Padre. È una vera e propria comunità di vita con un proprio “Libro di vita” che riporta le linee guida del carisma e della spiritualità della Casa della Tenerezza. Per mantenere viva la comunità, sono previsti due incontri settimanali, un incontro di studio e uno di preghiera, un ritiro mensile e vari momenti di convivenza e condivisione spirituale di più giorni.

“L'appartenenza alla comunità è suggellata dall'emissione del "Voto di tenerezza", che è una consacrazione a Dio-Infinita-Tenerezza per essere tenerezza nel vissuto coniugale e nel servizio alle altre coppie, alla Chiesa e al mondo”, perché questo per loro è il cammino da compiere sulla strada della santità a cui ogni battezzato è chiamato.

Viene seguita una vera e propria spiritualità della tenerezza come progetto di vita, di “stupore di essere, di amare e di adorare e come anima del sacramento nuziale e della sua piena attuazione. La tenerezza in senso forte, dunque, come capacità degli sposi di vivere relazioni positive, di simpatia e empatia, accogliendosi, donandosi e condividendo il proprio cammino, in un ri-innamorarsi sempre nuovo”

Quando all’omelia della prima messa il 19 marzo 2013 papa Francesco ha gridato a gran voce “Non abbiate paura della tenerezza”, precisando poi che “non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d'animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all'altro, capacità di amore”, allora alla Casa della Tenerezza di Perugia hanno capito di essere sulla strada giusta. Una strada e un percorso lungo e difficile che parte dalla propria relazione filiale con Dio per donarsi ai fratelli, con spirito di servizio perché l’amore e la tenerezza devono essere donati con generosità.

Proseguendo sulla strada del servizio ci spostiamo a Milano dove troviamo l’associazione Qiqajon, una comunità residenziale di famiglie che risponde all'esigenza e al desiderio di essere risorsa per far fronte alle diverse situazioni di vita dei minori accolti. Si propone come punto di riferimento per una rete allargata di famiglie e soggetti che si impegnano ad approfondire i valori dell'accoglienza e della condivisione.

Nata nell’ambito dell’Ordine Francescano Secolare di Milano, festeggia quest’anno i suoi 10 anni di attività. Le famiglie residenti che vivono il progetto Qiqajon, sia volontari che operatori, propongono un clima familiare che è alla base dell’aiuto offerto ai minori e, a loro volta, si definiscono e si completano nell’incontro con l’altro. Una crescita umana reciproca, una relazione basata sulla fiducia, la reciprocità, l’accoglienza e la solidarietà e, non ultimo, la professionalità degli operatori.

Numerose le collaborazioni con le istituzioni stabilite negli anni e le attività che vanno dal Micronido al Centro Diurno, dal Centro Ricreativo Estivo al QiqaSweetHome, uno spazio dedicato agli adolescenti dove i ragazzi possono sentirsi ascoltati e accolti e non giudicati; dove possono trovare l'opportunità di relazionarsi con i coetanei e con gli educatori in una casa che diventa la loro. L’associazione Qiqajon propone inoltre incontri per le giovani coppie, momenti di preghiera, di spiritualità francescana e di fraternità.

Spostandoci in Toscana troviamo poi una comunità che ha scelto la fraternità proprio nel nome che la rappresenta e la identifica:la Fraternità di Romena, situata nella Pieve romanica di Romena, nei pressi di Pratovecchio, in Casentino, nella valle di Camaldoli e la Verna. La Fraternità nasce nel 1991 grazie all’impegno instancabile di don Luigi Verde e da allora si propone come luogo di incontro per chiunque sia alla ricerca di uno spazio semplice e accogliente dove, nel pieno rispetto delle storie e delle differenze individuali, ciascuno abbia la possibilità di rientrare in contatto con se stesso e, se vuole, con Dio, e di riscoprire il valore della condivisione con gli altri.

Nel Medio Evo i pellegrini in cammino verso Roma sostavano alla pieve come punto di riposo; anche oggi la Fraternità di Romena vuol essere luogo di ristoro fisico ma soprattutto spirituale per tutti i pellegrini ancora in cammino, alla ricerca della bellezza della propria unicità: una sosta per poi riprendere e proseguire il proprio personale cammino di crescita.

“Oggi – spiega don Luigi Verdi, fondatore e responsabile della Fraternità – non abbiamo tanto bisogno né di teorie, né di ideologie, ma di silenzio, di una pausa, di un tempo per riallacciare i rapporti con la nostra autenticità. Ed è questo ciò che proviamo a offrire a Romena”.

Numerosi gli appuntamenti e le attività proposte dalla Fraternità di Romena, incontri culturali, presentazioni di libri, messe e momenti di preghiera, ma anche accompagnamento a coppie, genitori e molto altro.

Un luogo accogliente, nel rispetto delle diversità ma che si propone con la propria identità; una comunità che ha scelto di chiamarsi fraternità per definire la sua essenza.


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