Il presidente Uhuru Kenyatta ha ratificato una controversa legge sui media approvata la scorsa settimana dal parlamento di Nairobi. Ne dà notizia il quotidiano The Nation secondo cui il capo dello stato ha voluto ultimare l’iter di approvazione della normativa prima dell’interruzione dei lavori istituzionali per le vacanze natalizie.
Misna -
La nuova legge, oggetto di polemiche nelle ultime settimane e già rinviata una volta dal presidente all’Assemblea nazionale, viene definita ‘draconiana’ da gran parte dei mezzi di informazione locali che denunciano “gravi restrizioni” imposte alla libertà di stampa e di espressione e “ledono ai diritti costituzionalmente garantiti ai giornalisti”.
Il nuovo testo prevede la creazione di un tribunale speciale per i crimini a mezzo stampa i cui esponenti siano nominati direttamente dalla presidenza e dall’esecutivo. La legge inoltre conserva, come nella prima stesura, multe fino a 20 milioni di scellini (200.000 euro) per gli editori colpevoli di infrangere un ‘codice di condotta’ stilato dalla Commissione per le comunicazioni.
La legge era stata approvata – dopo aver assimilato gli emendamenti proposti dal presidente – lo scorso 4 dicembre in una caotica seduta del parlamento al termine della quale, poco prima del voto, i deputati di opposizione avevano abbandonato l’aula. La legge è stata approvata dagli esponenti della Coalizione del Giubileo, il gruppo di maggioranza guidato dallo stesso Kenyatta.
Voci critiche nei confronti della nuova legge hanno accusato i parlamentari di voler ostacolare le inchieste che alcuni giornali portano avanti contro la classe politica, rivelandone la corruzione e le inadeguatezze.
Non è la prima volta che i rappresentanti delle due Camere tentano di imbavagliare la stampa di uno dei pochi paesi che più garantiscono la libertà di informazione, in Africa orientale. In passato, l’ex presidente Mwai Kibaki aveva sempre rinviato al parlamento i testi giudicati “repressivi” o lesivi del diritto all’informazione.
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La nuova legge, oggetto di polemiche nelle ultime settimane e già rinviata una volta dal presidente all’Assemblea nazionale, viene definita ‘draconiana’ da gran parte dei mezzi di informazione locali che denunciano “gravi restrizioni” imposte alla libertà di stampa e di espressione e “ledono ai diritti costituzionalmente garantiti ai giornalisti”.
Il nuovo testo prevede la creazione di un tribunale speciale per i crimini a mezzo stampa i cui esponenti siano nominati direttamente dalla presidenza e dall’esecutivo. La legge inoltre conserva, come nella prima stesura, multe fino a 20 milioni di scellini (200.000 euro) per gli editori colpevoli di infrangere un ‘codice di condotta’ stilato dalla Commissione per le comunicazioni.
La legge era stata approvata – dopo aver assimilato gli emendamenti proposti dal presidente – lo scorso 4 dicembre in una caotica seduta del parlamento al termine della quale, poco prima del voto, i deputati di opposizione avevano abbandonato l’aula. La legge è stata approvata dagli esponenti della Coalizione del Giubileo, il gruppo di maggioranza guidato dallo stesso Kenyatta.
Voci critiche nei confronti della nuova legge hanno accusato i parlamentari di voler ostacolare le inchieste che alcuni giornali portano avanti contro la classe politica, rivelandone la corruzione e le inadeguatezze.
Non è la prima volta che i rappresentanti delle due Camere tentano di imbavagliare la stampa di uno dei pochi paesi che più garantiscono la libertà di informazione, in Africa orientale. In passato, l’ex presidente Mwai Kibaki aveva sempre rinviato al parlamento i testi giudicati “repressivi” o lesivi del diritto all’informazione.
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