L'istituzione di un'area protetta sul Monte Scopus scatena polemiche: dietro la tutela dell'ambiente c'è l'obiettivo di bloccare la costruzione di case palestinesi nel settore.
NenaNews - È arrivato ieri sera il via libera al controverso progetto urbanistico israeliano che prevede l'istituzione di un Parco nazionale sulle pendici del Monte Scopus, proprio tra due sobborghi palestinesi a Gerusalemme est. Un piano per fermare l'espansione edilizia palestinese nel settore, ha denunciato il quotidiano israeliano Haaretz, presentato alla fine di ottobre assieme all'annuncio di altre 1.500 case per i coloni israeliani nell'insediamento di Ramat Shlomo.
La versione ufficiale è che l'istituzione di un'area protetta servirebbe a tutelare l'ambiente, ma notizie trapelate dallo stesso Ente israeliano per i Parchi (Inpa) hanno rivelato l'obiettivo non dichiarato di questo progetto urbanistico, su cui il primo ministro Benjamin Natanyahu ha impresso un'accelerazione in questi giorni: impedire ai palestinesi di edificare nell'area compresa tra i villaggi di Issawiya e Al-Tur, nei territori occupati di Gerusalemme est.
Il progetto, di cui non si conoscono i dettagli né i tempi di realizzazione, ha scatenato polemiche anche all'interno del governo di Tel Aviv. Il ministro dell'Ambiente, Amir Peretz, si è opposto al parco così come è stato progettato. "Bisogna raggiungere un accordo con i residenti (palestinesi) per evitare dannose critiche internazionali", ha detto. Peretz ha chiesto alla commissione urbanistica di riesaminare il progetto. Mentre il deputato dell'opposizione, Zahava Gal-On, ha parlato di una "pericolosa concessione all'estrema destra". Il progetto, infatti, piace molto ad Avigdor Lieberman, leader del partito di destra Israel Beytenu, per il quale l'area in interessata è "l'ultimo collegamento tra Gerusalemme e il deserto. Una risorsa da mantenere".
Il Parco è soltanto l'ultimo, in ordine di tempo, dei progetti urbanistici che Israele sta annunciando mentre gli Stati Uniti tentano, senza esito, di rilanciare i negoziati con i palestinesi. Una trattativa bilaterale ufficialmente ripresa a luglio dopo tre anni, ma ferma. Proprio gli annunci di nuovi insediamenti hanno provocato le dimissioni dei due negoziatori palestinesi Saeb Erekat e Muhammad Shtayyeh. Le critiche internazionali alla politica di Tel Aviv, che di fatto non ferma i suoi piani urbanistici nei Territori occupati, hanno fatto fare un passo indietro, martedì scorso, a Netanyahu sulla costruzione di 20.000 nuove abitazioni negli insediamenti della Cisgiordania, per il momento sospesa.
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Il progetto, di cui non si conoscono i dettagli né i tempi di realizzazione, ha scatenato polemiche anche all'interno del governo di Tel Aviv. Il ministro dell'Ambiente, Amir Peretz, si è opposto al parco così come è stato progettato. "Bisogna raggiungere un accordo con i residenti (palestinesi) per evitare dannose critiche internazionali", ha detto. Peretz ha chiesto alla commissione urbanistica di riesaminare il progetto. Mentre il deputato dell'opposizione, Zahava Gal-On, ha parlato di una "pericolosa concessione all'estrema destra". Il progetto, infatti, piace molto ad Avigdor Lieberman, leader del partito di destra Israel Beytenu, per il quale l'area in interessata è "l'ultimo collegamento tra Gerusalemme e il deserto. Una risorsa da mantenere".
Il Parco è soltanto l'ultimo, in ordine di tempo, dei progetti urbanistici che Israele sta annunciando mentre gli Stati Uniti tentano, senza esito, di rilanciare i negoziati con i palestinesi. Una trattativa bilaterale ufficialmente ripresa a luglio dopo tre anni, ma ferma. Proprio gli annunci di nuovi insediamenti hanno provocato le dimissioni dei due negoziatori palestinesi Saeb Erekat e Muhammad Shtayyeh. Le critiche internazionali alla politica di Tel Aviv, che di fatto non ferma i suoi piani urbanistici nei Territori occupati, hanno fatto fare un passo indietro, martedì scorso, a Netanyahu sulla costruzione di 20.000 nuove abitazioni negli insediamenti della Cisgiordania, per il momento sospesa.
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