Il carattere di cattolicità (e quindi di universalità) riveste ora dei precisi connotati: è quanto emerge dall’annuario pontificio
di Carlo Mafera
Mettiamo in evidenza delle considerazioni sull’universalità della Chiesa di oggi suffragate da dati statistici pubblicati dalla Sala Stampa vaticana e diffusi dalle principali agenzie cattoliche. La situazione della Chiesa cattolica è questa: è in grande evoluzione in Africa, in Asia e in America latina (da dove viene il nostro amato Papa) ed invece in forte regresso nella vecchia e “stanca” Europa (per il lettori che volessero approfondire i dati statistici, riportiamo un articolo della Sala Stampa Vaticana). Proprio per questo sviluppo della Chiesa cattolica in Asia Papa Francesco si appresta a compiere il suo prossimo viaggio apostolico nel continente asiatico, e in particolare nelle Filippine o nello Sri Lanka. È un tributo e un riconoscimento doveroso ad un continente che sta trainando la vera cattolicità della Chiesa, che da italo-centrica ed europocentrica si sta assolutamente decentrando, assumendo i veri connotati di quella universalità che tanto predicava il Cristo stesso quando diceva: “Andate in tutto il mondo“.
Finalmente assistiamo quindi a degli avvenimenti straordinari, come un Papa argentino che visita l’Asia: due continenti che si incontrano, due continenti dove la Chiesa si è sviluppata enormemente e che richiamano la vecchia e stanca Europa a rilanciare la sua fede logora e asfittica. Leggevo in una rivista di un missionario africano che venne in Italia e si sorprese delle nostre “tristi” messe a fronte di quelle che si svolgono in Africa, dove c’è una gioia esplosiva che dura ore! Quello di Papa Francesco è un viaggio doveroso in un continente dove Cristo si sta affermando con radicale pervasività, e a questo punto noi europei dobbiamo chiederci perché invece l’involuzione del nostro cristianesimo sembra un processo irreversibile oramai da qualche anno. Probabilmente tutto dipende dal fenomeno della secolarizzazione e quindi purtroppo alla tendenza negativa di adattarci al pensiero debole che serpeggia ultimamente sui mass-media. Mentre, ricordiamo, l’apostolo delle genti affermava: “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (RM,1-2).
di Carlo Mafera
Mettiamo in evidenza delle considerazioni sull’universalità della Chiesa di oggi suffragate da dati statistici pubblicati dalla Sala Stampa vaticana e diffusi dalle principali agenzie cattoliche. La situazione della Chiesa cattolica è questa: è in grande evoluzione in Africa, in Asia e in America latina (da dove viene il nostro amato Papa) ed invece in forte regresso nella vecchia e “stanca” Europa (per il lettori che volessero approfondire i dati statistici, riportiamo un articolo della Sala Stampa Vaticana). Proprio per questo sviluppo della Chiesa cattolica in Asia Papa Francesco si appresta a compiere il suo prossimo viaggio apostolico nel continente asiatico, e in particolare nelle Filippine o nello Sri Lanka. È un tributo e un riconoscimento doveroso ad un continente che sta trainando la vera cattolicità della Chiesa, che da italo-centrica ed europocentrica si sta assolutamente decentrando, assumendo i veri connotati di quella universalità che tanto predicava il Cristo stesso quando diceva: “Andate in tutto il mondo“.
Finalmente assistiamo quindi a degli avvenimenti straordinari, come un Papa argentino che visita l’Asia: due continenti che si incontrano, due continenti dove la Chiesa si è sviluppata enormemente e che richiamano la vecchia e stanca Europa a rilanciare la sua fede logora e asfittica. Leggevo in una rivista di un missionario africano che venne in Italia e si sorprese delle nostre “tristi” messe a fronte di quelle che si svolgono in Africa, dove c’è una gioia esplosiva che dura ore! Quello di Papa Francesco è un viaggio doveroso in un continente dove Cristo si sta affermando con radicale pervasività, e a questo punto noi europei dobbiamo chiederci perché invece l’involuzione del nostro cristianesimo sembra un processo irreversibile oramai da qualche anno. Probabilmente tutto dipende dal fenomeno della secolarizzazione e quindi purtroppo alla tendenza negativa di adattarci al pensiero debole che serpeggia ultimamente sui mass-media. Mentre, ricordiamo, l’apostolo delle genti affermava: “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (RM,1-2).
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