venerdì, luglio 26, 2013
“No” a mandati straordinari che, con la giustificazione della lotta al terrorismo, calpestino la libertà di espressione e i diritti civili in genere: è la posizione espressa da sette organizzazioni non governative dell’Egitto prima dello svolgimento, oggi, di manifestazioni politiche contrapposte.

Misna - Le ong contestano in particolare la richiesta da parte del comandante in capo delle Forze armate, il generale Abdel Fattah El Sisi, di “un mandato per combattere le violenze e il rischio di terrorismo”. Secondo l’Istituto del Cairo per i diritti umani, la Rete araba per l’informazione sui diritti umani, il Centro egiziano per i diritti sociali ed economici e altre quattro organizzazioni, il rischio è che criminalizzando il terrorismo si finisca per criminalizzare la libertà di espressione.

Il contesto, sottolinea il quotidiano Al Ahram, è la crisi innescata il 3 luglio dalla deposizione del presidente Mohammed Morsi da parte delle Forze armate. El Sisi ha chiesto agli egiziani di scendere in piazza oggi per affidargli un mandato che gli consenta di porre fine alle violenze, delle quali accusa i sostenitori dell’ex capo dello Stato. A manifestare oggi dovrebbero essere però anche i militanti dei Fratelli musulmani, il movimento di Morsi. La loro tesi è che El Sisi sia il capo di un “sanguinoso golpe militare” e che le sue parole siano una dichiarazione di “guerra civile”.


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