venerdì, luglio 26, 2013
Calo di vendite e smartphone "autoctoni"  

GreenReport - I consumatori cinesi cominciano a pensare che l’iPhone di Apple, che producono nelle loro fabbriche totalitarie, non sia più un irrinunciabile status symbol. Gli iPhone sembrano essere diventati così comuni in Cina che in molti non li desiderano più, un tipico esempio di infezione da consumismo occidentale alla quale, va detto, i cinesi sembravano già molto portati. L’altro lato della medaglia è che i consumatori cinesi cominciano a considerare gli iPhone troppo cari e quindi si rivolgono a telefoni di altre marche, magari “autoctone” che hanno caratteristiche simili.

La grossa grana del mercato interno cinese è venuta a galla nell’ultimo rapporto finanziario trimestrale della Apple. Anche se le vendite mondiali di iPhone della company californiana sono state addirittura migliori del previsto, con 31,2 milioni di unità fino al 29 giugno, gli affari della Apple nella Big China, cioè nella Repubblica popolare, a Taiwan e nei territori speciali di Hong Kong e Macao, non vanno per niente bene.

La Apple ha detto che le sue entrate in Cina sono calate del 14% su base annua, passando dai 4,6 miliardi di dollari nel trimestre aprile-maggio-giugno, ma di ben il 43% rispetto al trimestre precedente, segnando così la prima diminuzione di incassi della company nella Big China. Invece, a livello mondiale, nello stesso trimestre Apple ha incamerato 35,3 miliardi di dollari.

Secondo la Apple la sua crescita nel mercato cinese rallentata «Particolarmente a causa di un contesto economico avverso. La crescita del Pil della Cina è diminuita al 7,6% nel primo semestre, comparata al 7,8% di un anno fa». L’amministratore delegato della Apple, Tim Cook, ha detto: «Non sono scoraggiato per le cifre di un periodo di soli 90 giorni. Continuo a credere che nel corso del tempo la Cina costituisca una incredibile opportunità per Apple».

Ma oggi l’agenzia ufficiale cinese Xinhua scrive che «secondo gli analisti, una concorrenza più feroce, alla pari con altri fattori, ha svolto un ruolo molto più grande degli effetti macroeconomici sui guadagni di Apple in Cina».

James Yan, un’analista della società di ricerca Idc, conferma: «Durante i primi 100 giorni seguiti all’arrivo dell’iPhone 5 sul mercato, quest’ultimo è stato meno popolare in Cina che il suo predecessore, l’iPhone 4S. L’iPhone 5 ha anche avuto una più forte concorrenza di marche come Samsung Electronics Co Ltd ed Htc Corp, così come di alcune marche locali come Huawei Technologies Co Ltd e Xiaomi Corp». A questo va aggiunto che gli operatori della telefonia cinese hanno tagliato le sovvenzioni che applicavano agli iPhone 5.

Yan spiega su Xinhua che «I consumatori ed i partner dell’industria hanno adottato un atteggiamento attendista verso l’iPhone 5. Dal lato dei consumatori hanno cominciato a cercare altri smart phone di alta qualità a prezzi inferiori, dall’altro hanno pianificano di acquistare il prossimo iPhone 5S che sembrerebbe essere un prodotto più innovativo».

Kevin Wang, un analista di His iSuppli, è convinto che «Anche la strategia dei prezzi della Apple ha scoraggiato alcuni primi acquirenti di smartphone e clienti. Un iPhone 5 da 16 GB costa almeno 5.000 yuan (809,80 dollari), il che è più del salario mensile medio dei lavoratori a Pechino (nella Cina rurale questa è una cifra stratosferica, ndr). La situazione non cambierà fino a quando Apple non presenterà una versione meno cara dell’iPhone, conosceremo allora un nuovo progresso delle vendite nel Paese».

Anche nella fabbrica mondiale dei gadget elettronici, il consumismo che è diventato la via al socialismo alla cinese, deve fare i conti con la società di un benessere recente che fa ancora i conti con la parsimonia.


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