Per i militari è un cacciabombardiere 'stealth supersonico multiruolo'; un 'sistema da combattimento di nuova generazione economicamente sostenibile e supportabile in tutto il mondo' senza il quale l'Italia, praticamente, non avrà più un'aviazione.
Per i suoi detrattori, invece, l'F35 altro non è che una macchina da guerra che costerà al nostro paese quasi 12 miliardi. Cifra già ridotta di 4 dopo che la Difesa stessa ha proposto un ridimensionamento del programma, passando dagli iniziali 131 velivoli agli attuali 90: ogni aereo, infatti, ha un costo che varia tra i 99 e i 106,7 milioni
.
Il Programma ''F-35 Lightning II-JSF'' (Joint Strike Fighter) nasce nel 2001 e l'anno successivo viene siglato un accordo di cooperazione fra Stati Uniti, Regno Unito, Italia, Olanda, Turchia, Canada, Australia, Danimarca, e Norvegia che fa diventare il Jsf il più grande programma aeronautico internazionale.
L'esigenza primaria italiana è quella di sostituire con gli F35 gli AV-8B Harrier della Marina e gli AMX e i Tornado dell'Aeronautica che dal 1991 hanno operato in tutte le missioni internazionali: si calcola che i 90 F35 alla fine rimpiazzeranno circa 250 vecchi velivoli.
Sui cacciabombardieri, tra l'altro, l'Italia ha già investito 2 miliardi e mezzo e realizzato a Cameri, in provincia di Novara, uno stabilimento dove vengono costruite e assemblate parti dell'aereo (unico fuori dagli Usa): secondo l'ex ministro della Difesa Giampaolo Di Paola il programma F35 garantirà circa 10mila posti di lavoro, tra diretti e indotto.
Il caccia verrà prodotto in tre versioni: F-35A, a decollo e atterraggio convenzionale (CTOL); F-35B, a decollo corto ed atterragio verticale (STOVL); F-35C, versione per portaerei convenzionali (CV). Al momento l'Italia ha in programma l'acquisto di 60 velivoli della prima versione e 30 della seconda. Secondo il portale specializzato 'Analisi Difesa', che cita "fonti riservate", i primi aerei costeranno all'Italia quasi un miliardo.
E' questa la cifra, scrive, "che complessivamente l'Italia sta pagando ed entro il prossimo 31 dicembre dovrebbe impegnarsi a versare per l'acquisto dei suoi primi tre" F-35 e "come acconto per i successivi 3 esemplari". Nel dettaglio, i costi sono così divisi: "396,4 milioni è a tutto giugno la cifra in corso di pagamento, mentre per i rimanenti 516 milioni è prevista lo sottoscrizione dei relativi impegni contrattuali entro il 31 dicembre. Ulteriori contratti per 60,3 milioni di euro saranno firmati sempre entro quest'anno come anticipi per altri 7 F-35A e per il primo F-35B a decollo corto e atterraggio verticale (STOVL) destinato alla Marina".
Secondo i militari, l'F35 è un ottimo investimento. Si tratta di un aereo, si legge sul sito dell'Aeronautica, ''con uno spiccato orientamento per l'attacco aria-suolo, stealth, cioè a bassa osservabilità radar e quindi ad elevata sopravvivenza, in grado di utilizzare un'ampia gamma di armamento e capace di operare da piste semi-preparate o deteriorate, pensato e progettato per quei contesti operativi che caratterizzano le moderne operazioni militari di quest'era successiva alla guerra fredda".
articolo originale
Per i suoi detrattori, invece, l'F35 altro non è che una macchina da guerra che costerà al nostro paese quasi 12 miliardi. Cifra già ridotta di 4 dopo che la Difesa stessa ha proposto un ridimensionamento del programma, passando dagli iniziali 131 velivoli agli attuali 90: ogni aereo, infatti, ha un costo che varia tra i 99 e i 106,7 milioni
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Il Programma ''F-35 Lightning II-JSF'' (Joint Strike Fighter) nasce nel 2001 e l'anno successivo viene siglato un accordo di cooperazione fra Stati Uniti, Regno Unito, Italia, Olanda, Turchia, Canada, Australia, Danimarca, e Norvegia che fa diventare il Jsf il più grande programma aeronautico internazionale.
L'esigenza primaria italiana è quella di sostituire con gli F35 gli AV-8B Harrier della Marina e gli AMX e i Tornado dell'Aeronautica che dal 1991 hanno operato in tutte le missioni internazionali: si calcola che i 90 F35 alla fine rimpiazzeranno circa 250 vecchi velivoli.
Sui cacciabombardieri, tra l'altro, l'Italia ha già investito 2 miliardi e mezzo e realizzato a Cameri, in provincia di Novara, uno stabilimento dove vengono costruite e assemblate parti dell'aereo (unico fuori dagli Usa): secondo l'ex ministro della Difesa Giampaolo Di Paola il programma F35 garantirà circa 10mila posti di lavoro, tra diretti e indotto.
Il caccia verrà prodotto in tre versioni: F-35A, a decollo e atterraggio convenzionale (CTOL); F-35B, a decollo corto ed atterragio verticale (STOVL); F-35C, versione per portaerei convenzionali (CV). Al momento l'Italia ha in programma l'acquisto di 60 velivoli della prima versione e 30 della seconda. Secondo il portale specializzato 'Analisi Difesa', che cita "fonti riservate", i primi aerei costeranno all'Italia quasi un miliardo.
E' questa la cifra, scrive, "che complessivamente l'Italia sta pagando ed entro il prossimo 31 dicembre dovrebbe impegnarsi a versare per l'acquisto dei suoi primi tre" F-35 e "come acconto per i successivi 3 esemplari". Nel dettaglio, i costi sono così divisi: "396,4 milioni è a tutto giugno la cifra in corso di pagamento, mentre per i rimanenti 516 milioni è prevista lo sottoscrizione dei relativi impegni contrattuali entro il 31 dicembre. Ulteriori contratti per 60,3 milioni di euro saranno firmati sempre entro quest'anno come anticipi per altri 7 F-35A e per il primo F-35B a decollo corto e atterraggio verticale (STOVL) destinato alla Marina".
Secondo i militari, l'F35 è un ottimo investimento. Si tratta di un aereo, si legge sul sito dell'Aeronautica, ''con uno spiccato orientamento per l'attacco aria-suolo, stealth, cioè a bassa osservabilità radar e quindi ad elevata sopravvivenza, in grado di utilizzare un'ampia gamma di armamento e capace di operare da piste semi-preparate o deteriorate, pensato e progettato per quei contesti operativi che caratterizzano le moderne operazioni militari di quest'era successiva alla guerra fredda".
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