Arrestato un uomo che deteneva armi e settemila carte d’identità pronte per essere usate a favore dell’immigrazione clandestina o alla fuga di latitanti
I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Cantù hanno chiuso il cerchio attorno ad un giro di furti e di ricettazione. Da circa un anno i militari dell'Aliquota Operativa del N.O.R.M. di Cantù stanno seguendo un'indagine inerente i furti che attanagliano il territorio della Bassa Comasca e dell'Alta Brianza. Un ramo di quest'indagine si è concluso il 2 maggio quando gli stessi militari dell'Operativa hanno tratto in arresto un uomo nativo della Provincia di Cagliari ma da molti anni residente a Milano, pregiudicato per reati contro il patrimonio. L'uomo, di mestiere custode di un signorile stabile del centro del capoluogo lombardo, è stato trovato in possesso di sette fucili e di una pistola, proventi di furto, così come di ben 7.086 carte d'identità italiane ancora in bianco e impacchettate, anch'esse oggetto di furto. Arrestato per ricettazione e per detenzione abusiva di armi da fuoco, l'uomo è stato tradotto al Carcere San Vittore di Milano, a disposizione dell'A.G. milanese che ha disposto la perquisizione personale e domiciliare dell'uomo a seguito delle risultanze investigative.
Più nel dettaglio, l'uomo è considerato dagli investigatori del N.O.R.M. canturino al centro di un giro di furti che vedono coinvolti anche gli appartamenti della Provincia di Como. Infatti, è un noto ricettatore e la refurtiva trovata nell'appartamento del sardo, nonostante non provenisse dal comasco, ma dal monzese e dal veneto, ha confermato le ipotesi investigative dei militari di Cantù. Le armi, infatti, sono state rubate nel 2009 a Novate Milanese ad un cacciatore che le deteneva regolarmente in casa e che è stato vittima dei "topi d'appartamento"; le carte d'identità, invece, sono state rubate nell'ottobre del 2008 dal caveau dell'Istituto di Vigilanza “SecurPol di Venezia S.r.l.” a Fossò (VE). Dal caveau infatti, furono rubate nella notte alcune migliaia di carte d'identità, settemila delle quali sono state ritrovate in possesso dell'arrestato. I militari sono ora sulle tracce delle carte già smerciate, utilizzate sicuramente per consentire l'immigrazione clandestina sul suolo italiano o per facilitare la fuga di latitanti.
di Silvio Foini
I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Cantù hanno chiuso il cerchio attorno ad un giro di furti e di ricettazione. Da circa un anno i militari dell'Aliquota Operativa del N.O.R.M. di Cantù stanno seguendo un'indagine inerente i furti che attanagliano il territorio della Bassa Comasca e dell'Alta Brianza. Un ramo di quest'indagine si è concluso il 2 maggio quando gli stessi militari dell'Operativa hanno tratto in arresto un uomo nativo della Provincia di Cagliari ma da molti anni residente a Milano, pregiudicato per reati contro il patrimonio. L'uomo, di mestiere custode di un signorile stabile del centro del capoluogo lombardo, è stato trovato in possesso di sette fucili e di una pistola, proventi di furto, così come di ben 7.086 carte d'identità italiane ancora in bianco e impacchettate, anch'esse oggetto di furto. Arrestato per ricettazione e per detenzione abusiva di armi da fuoco, l'uomo è stato tradotto al Carcere San Vittore di Milano, a disposizione dell'A.G. milanese che ha disposto la perquisizione personale e domiciliare dell'uomo a seguito delle risultanze investigative.
Più nel dettaglio, l'uomo è considerato dagli investigatori del N.O.R.M. canturino al centro di un giro di furti che vedono coinvolti anche gli appartamenti della Provincia di Como. Infatti, è un noto ricettatore e la refurtiva trovata nell'appartamento del sardo, nonostante non provenisse dal comasco, ma dal monzese e dal veneto, ha confermato le ipotesi investigative dei militari di Cantù. Le armi, infatti, sono state rubate nel 2009 a Novate Milanese ad un cacciatore che le deteneva regolarmente in casa e che è stato vittima dei "topi d'appartamento"; le carte d'identità, invece, sono state rubate nell'ottobre del 2008 dal caveau dell'Istituto di Vigilanza “SecurPol di Venezia S.r.l.” a Fossò (VE). Dal caveau infatti, furono rubate nella notte alcune migliaia di carte d'identità, settemila delle quali sono state ritrovate in possesso dell'arrestato. I militari sono ora sulle tracce delle carte già smerciate, utilizzate sicuramente per consentire l'immigrazione clandestina sul suolo italiano o per facilitare la fuga di latitanti.
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Sono presenti 3 commenti
Complimenti alle forze dell'ordine che ci difendano anche a costo della vita, come abbiamo visto a Roma per poco più di 1.000 € al mese.
Datevi una regolata e togliete a chi nn merita neanche i 1.000 mensili vive da nababbo anche sulle loro spalle.
Un elogio alle forze dell'ordine che ancora una volta hanno scoperto i malfattori. Ma quando potremo vivere senza l'incubo che qualcuno possa entrare nelle nostre case dove custodiamo tutti i nostri beni materiali ed affettivi e ce li porti via o ce li danneggi ?? Per me , che non mi approprierei nemmeno di una pagliuzza altrui , è inconcepibile. Merj
Quando le leggi saranno molto + severe e le pene certe. Oggi se uno ti fa del male, dopo un mese é già fuori. Troppo garantismo ma solo per i delinquenti purtroppo.
Angelo.
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