Le contaminazioni tra l’afropop e lo zouk caraibico, il jazz e la rumba congolese, gli stili latini e il gospel sono valsi ad Angélique Kidjo, la “diva africana” originaria del Benin, il premio di miglior artista della world music per il 2013.
Misna - Il riconoscimento è stato assegnato da Songlines, una rivista londinese divenuta nel corso degli anni una delle più autorevoli nel panorama della “musica del mondo”. Angélique Kpasseloko Hinto Hounsinou Kandjo Manta Zogbin Kidjo, questo il nome completo della cantante, era stata soprannominata “la prima diva africana” dalla rivista americana Time. Un tributo frutto delle sue contaminazioni sempre originali, confermate dall’ultimo album “Spirit Rising”. Ma anche di un impegno sociale declinato sia attraverso la sua Batonga Foundation, attiva nell’assegnazione di borse di studio e nella costruzione di scuole in Africa, sia attraverso gli incarichi come ambasciatrice di pace e di buona volontà conferiti dall’Unione Africana e dal Fondo dell’Onu per l’infanzia (Unicef). “Il premio – ha commentato Simon Broughton, il direttore di Songlines – è anche un riconoscimento delle sue battaglie”.
A Londra, ieri sera, premi sono stati assegnati anche ad altri artisti. Tra gli africani da segnalare i riconoscimenti attribuiti agli etiopici Dub Colossus in qualità di “migliore collaborazione interculturale” e a Mokoomba, una band originaria dello Zimbabwe vincitrice nella categoria degli “esordienti”.
Misna - Il riconoscimento è stato assegnato da Songlines, una rivista londinese divenuta nel corso degli anni una delle più autorevoli nel panorama della “musica del mondo”. Angélique Kpasseloko Hinto Hounsinou Kandjo Manta Zogbin Kidjo, questo il nome completo della cantante, era stata soprannominata “la prima diva africana” dalla rivista americana Time. Un tributo frutto delle sue contaminazioni sempre originali, confermate dall’ultimo album “Spirit Rising”. Ma anche di un impegno sociale declinato sia attraverso la sua Batonga Foundation, attiva nell’assegnazione di borse di studio e nella costruzione di scuole in Africa, sia attraverso gli incarichi come ambasciatrice di pace e di buona volontà conferiti dall’Unione Africana e dal Fondo dell’Onu per l’infanzia (Unicef). “Il premio – ha commentato Simon Broughton, il direttore di Songlines – è anche un riconoscimento delle sue battaglie”.
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