Secondo Amman la loro presenza è legata alle annuali manovre militari. Poi un ministro parla anche di difesa contro eventuali attacchi chimici, e dagli Stati Uniti si aggiungono compiti di istruzione. La divisione della quale fanno parte è specializzata anche in compiti di intelligence.
Beirut (AsiaNews) - Un gruppo di 200 soldati statunitensi sta per arrivare in Giordania. La notizia è stata ufficialmente confermata da entrambe le parti, ma con l'attribuzione di ruoli piuttosto diversi. La Petra, agenzia nazionale giordana, affermava ieri che la loro presenza nel Paese è legata alla partecipazione alle annuali manovre militari - che si svolgeranno a giugno e vedranno la partecipazione di militari di 19 Paesi, arabi e non - e non alla situazione siriana. Il ministro giordano alle comunicazioni, Mohammad Momani, successivamente ha aggiunto che gli americani stanno venendo anche per aiutare a contrastare ogni minaccia chimica che potrebbe provenire dalla Siria e per formazione a operazioni di soccorso. Da parte sua il segretario Usa alla difesa, Chuck Hagel, ha attribuito ai soldati l'ulteriore compito di istruire le truppe giordane. I 200 soldati americani, peraltro, fanno parte della Prima divisione corazzata, che, tra l'altro, è specializzata in compiti di intelligence.
Negli Stati Uniti l'invio dei militari viene messo in relazione con la promessa del presidente Obama di fornire "risorse, addestramento e capacità operative" ai ribelli siriani, ma al tempo stesso con la diffidenza, che resta, sia per fornire armi che potrebbero finire in mano ai gruppi legati al fondamentalismo, sia per un intervento che potrebbe impantanare l'America in una guerra per procura.
Ma il Los Angeles Times attribuisce ai soldati l'ulteriore compito di preparare un centro di comando per un potenziale intervento per il quale gli Usa potrebbero mettere in campo 20mila uomini.
Beirut (AsiaNews) - Un gruppo di 200 soldati statunitensi sta per arrivare in Giordania. La notizia è stata ufficialmente confermata da entrambe le parti, ma con l'attribuzione di ruoli piuttosto diversi. La Petra, agenzia nazionale giordana, affermava ieri che la loro presenza nel Paese è legata alla partecipazione alle annuali manovre militari - che si svolgeranno a giugno e vedranno la partecipazione di militari di 19 Paesi, arabi e non - e non alla situazione siriana. Il ministro giordano alle comunicazioni, Mohammad Momani, successivamente ha aggiunto che gli americani stanno venendo anche per aiutare a contrastare ogni minaccia chimica che potrebbe provenire dalla Siria e per formazione a operazioni di soccorso. Da parte sua il segretario Usa alla difesa, Chuck Hagel, ha attribuito ai soldati l'ulteriore compito di istruire le truppe giordane. I 200 soldati americani, peraltro, fanno parte della Prima divisione corazzata, che, tra l'altro, è specializzata in compiti di intelligence.
Negli Stati Uniti l'invio dei militari viene messo in relazione con la promessa del presidente Obama di fornire "risorse, addestramento e capacità operative" ai ribelli siriani, ma al tempo stesso con la diffidenza, che resta, sia per fornire armi che potrebbero finire in mano ai gruppi legati al fondamentalismo, sia per un intervento che potrebbe impantanare l'America in una guerra per procura.
Ma il Los Angeles Times attribuisce ai soldati l'ulteriore compito di preparare un centro di comando per un potenziale intervento per il quale gli Usa potrebbero mettere in campo 20mila uomini.
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