lunedì, marzo 11, 2013
Sono proprio i valori etici che si devono affermare nella società e poi riflettersi nei provvedimenti legislativi nazionali e internazionali. E’ il risultato di un convegno alla Università Pontificia Salesiana.

di Carlo Mafera

“Di fronte alla necessità di individuare un programma di cambiamenti che ci portino fuori dalla crisi, bisogna tenere presenti gli insegnamenti di Benedetto XVI. Serve un programma sociale ed economico che tenga conto dei valori del volontariato e dell'economia del dono. Queste esperienze, sempre considerate come testimonianza contro il mercato, adesso sono viste come parti integranti del sistema economico”: così ha concluso il suo intervento Pietro Damosso, giornalista del TG1 alla fine della mattinata del convegno che si è tenuto all’Università Salesiana. Passaggio significativo che sintetizza il senso del meeting: sono proprio i valori etici che si devono affermare nella società e poi riflettersi nei provvedimenti legislativi nazionali e internazionali. Se prima non avviene una rivoluzione etica che metta in evidenza quali siano le priorità nelle spese e nell’erogare crediti e se queste non vengono poi tradotte in concrete regole da far rispettare a tutti, avverranno sempre crisi ricorrenti come quelle dei mutui sub-prime, che avevano il nobile compito di dare la casa a tutti, anche a chi non poteva permettersela…

Dello stesso avviso è stato il prof. Mauro Mantovani, decano della Facoltà di Scienza della Comunicazione sociale presso l’UPS, che intervistato da Radio Vaticana si è espresso in tal senso: “Al di là di quelli che sono gli aspetti più tecnici della crisi economica e finanziaria, noi crediamo che ci siano da affrontare soprattutto gli elementi fondamentali di carattere antropologico, etico, si potrebbe dire anche metafisico e teologico, proprio per leggere in senso più ampio ciò che sta avvenendo, e poter offrire risposte di più lunga durata e anche di maggiore efficacia”. E ha poi continuato mettendo in evidenza l’importanza dell’istruzione: “Bisogna puntare su un’educazione basata sui valori del primato della persona in relazione, della solidarietà e sussidiarietà – sono termini che tutti usano, però bisogna approfondirli effettivamente – sul ruolo dell’impresa e della banca, secondo nuovi modelli in cui vi sia una maggiore sobrietà ed essenzialità. Ma si punta anche a una distribuzione più equa delle risorse, sulla trasparenza, sulla presenza e valorizzazione del territorio. Sono tutti aspetti che devono essere promossi e che devono aiutarci a trovare una risposta alle problematiche che stiamo vivendo”.

Anche nell’intervento conclusivo di mons. Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, è venuto alla luce questo nodo irrisolto della necessarietà della regolamentazione della finanza anche a livello internazionale. Si è fatto cenno a titolo di esempio alla Tobin tax, la tassa relativa alle transazioni finanziarie: è certo che se non viene applicata a livello internazionale viene automaticamente vanificata. E perciò è sempre più urgente l’istituzione (segnalata anche nei documenti del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace) di una Autorità a livello mondiale che non deve essere un problema per quanto riguarda la responsabilità e la partecipazione a livello regionale o locale, ma deve realizzare effettivamente quanto si dice nella Caritas in Veritate: entrare nella prospettiva del bene comune a livello mondiale.

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