Maria Voce, presidente dei Focolari, commenta l’ultima udienza pubblica di Benedetto XVI, a cui ha partecipato insieme ad alcune centinaia di aderenti al Movimento.
Città Nuova - Abbiamo appena vissuto un momento di portata storica per la Chiesa…
«È stato un momento commovente in cui ho sentito il cuore del papa che ci faceva sperimentare che cos’è la Chiesa, cioè una famiglia di figli e figlie di Dio, fatti fratelli in Cristo e anche nel papa stesso. Mentre ripeteva l’annuncio della sua decisione, avvertivamo che essa non lo avrebbe però portato lontano, ma che al contrario lo avrebbe reso più vicino a tutti noi, a ciascuno di noi, personalmente direi».
Quale lezione pensi debba raccogliere il Movimento dei Focolari?
«Mi ha fatto non poca impressione il passaggio del suo discorso in cui, riferendosi alla Chiesa, Benedetto XVI l’ha detta "rinnovata e purificata dalla vita del Vangelo". Ho avvertito fortemente che si trattava di un richiamo a quella vita del Vangelo che veramente ci fa nuovi, in ogni momento. Mi è parso chiaro che non dobbiamo tanto cercare di migliorare chissà che cosa, ma ritornare ad una vita di Vangelo integra, autentica, "con coerenza", come il papa stesso ha precisato. Coerente alla fede che abbiamo ricevuto e che professiamo. Dobbiamo inoltre essere vicini al papa, salire sul monte a pregare con lui. Con la sua stessa fiducia in Gesù che conduce la Chiesa, con lo stesso sereno ottimismo che ci ha dimostrato».
Quali le parole che più ti hanno toccato il cuore?
«L’accenno alla famiglia che è la Chiesa, forse perché anche Chiara Lubich, prima di lasciare questa terra, ci aveva raccomandato di “essere famiglia”. Per questo mi è sembrato che si trattasse della stessa voce che, da due parti, veniva a raccomandarci la stessa prospettiva. Quella cioè di Cristo che, venendo sulla Terra, ha voluto costituirsi una famiglia sua, la Chiesa. Come la vede lui, non tanto come noi uomini siamo abituati a vederla e giudicarla. La Chiesa, cioè, nel suo dover essere: il suo corpo, la sua sposa, la sua famiglia».
Città Nuova - Abbiamo appena vissuto un momento di portata storica per la Chiesa…
«È stato un momento commovente in cui ho sentito il cuore del papa che ci faceva sperimentare che cos’è la Chiesa, cioè una famiglia di figli e figlie di Dio, fatti fratelli in Cristo e anche nel papa stesso. Mentre ripeteva l’annuncio della sua decisione, avvertivamo che essa non lo avrebbe però portato lontano, ma che al contrario lo avrebbe reso più vicino a tutti noi, a ciascuno di noi, personalmente direi».
Quale lezione pensi debba raccogliere il Movimento dei Focolari?
«Mi ha fatto non poca impressione il passaggio del suo discorso in cui, riferendosi alla Chiesa, Benedetto XVI l’ha detta "rinnovata e purificata dalla vita del Vangelo". Ho avvertito fortemente che si trattava di un richiamo a quella vita del Vangelo che veramente ci fa nuovi, in ogni momento. Mi è parso chiaro che non dobbiamo tanto cercare di migliorare chissà che cosa, ma ritornare ad una vita di Vangelo integra, autentica, "con coerenza", come il papa stesso ha precisato. Coerente alla fede che abbiamo ricevuto e che professiamo. Dobbiamo inoltre essere vicini al papa, salire sul monte a pregare con lui. Con la sua stessa fiducia in Gesù che conduce la Chiesa, con lo stesso sereno ottimismo che ci ha dimostrato».
Quali le parole che più ti hanno toccato il cuore?
«L’accenno alla famiglia che è la Chiesa, forse perché anche Chiara Lubich, prima di lasciare questa terra, ci aveva raccomandato di “essere famiglia”. Per questo mi è sembrato che si trattasse della stessa voce che, da due parti, veniva a raccomandarci la stessa prospettiva. Quella cioè di Cristo che, venendo sulla Terra, ha voluto costituirsi una famiglia sua, la Chiesa. Come la vede lui, non tanto come noi uomini siamo abituati a vederla e giudicarla. La Chiesa, cioè, nel suo dover essere: il suo corpo, la sua sposa, la sua famiglia».
Victoria Gomez
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