Ancora una fiaba per bambini del nostro Silvio Foini
Tanto tempo fa, fra i boschi della montagna, una bellissima orsa mise al mondo tre magnifici orsacchiotti. Era primavera ed i piccoli, appena in grado di reggersi sulle robuste zampette, si divertivano a giocare fra loro oppure ad inseguire inutilmente le farfalle colorate che non si lasciavano mai prendere. Si rotolavano felici nell’erba profumata divertendosi tantissimo. Poi un bel giorno mamma orsa decise che era tempo di insegnare loro tutto ciò che un orso deve sapere. Li chiamò attorno a se e seduti sotto un bell’albero parlò di come fare per procurarsi il cibo da soli: spiegò di come catturare i gustosissimi salmoni che nuotavano nelle acque del fiume poco distante, disse di quant’era buono il miele che producevano le api, e altre cose. “Adesso che sapete tutto - concluse – andiamo a vedere di persona come si fa a mettere in pratica quel che vi ho appena detto. Venite ragazzi”.
Era una fresca mattina d’autunno, gli orsacchiotti erano cresciuti e se non erano ancor grandi come la loro brava mamma, poco ci mancava. Andarono dunque sulla riva del fiume e videro i grassi salmoni di cui avevano sentito. Mamma orsa disse: “Adesso vi mostro come si fa. State bene attenti”. Entrò nell’acqua gelida che scendeva dal ghiacciaio sovrastante e rimase immobile per qualche minuto. Poi, con un improvviso scatto, la sua poderosa zampa si mosse entrando nell’acqua: un salmone guizzante apparve fra i suoi unghioni e volò sulla riva fra gli sguardi incuriositi del tre orsetti. Il più veloce di loro se lo divorò velocemente lasciando gli altri due a bocca asciutta. “Visto ragazzi? Avanti ora fatelo voi”. I tre non si fecero pregare e, dopo i primi maldestri tentativi, diventarono molto abili e si riempirono i pancini sino a scoppiare.
“Ora andiamo a prendere il dolce” disse mamma orsa soddisfatta, conducendoli sotto un albero da cui pendevano favi del miele delle api. Mostrò loro come arrampicarsi sul tronco e poi, fra un nugolo di api inferocite, si mangiò del buon miele quindi ridiscese dall’albero. “Avanti, uno per volta adesso fatelo anche voi”. I tre orsacchiotti si dimostrarono bravissimi!
Passarono i giorni e una mattina di novembre prese a soffiare nel bosco il vento gelido del nord, una tramontana che annunciava la fine della buona stagione. Presto sarebbe caduta la neve che i giovani orsi non avevano ancora visto da quando erano venuti al mondo. Mamma orsa li chiamò ancora accanto a sé e diede loro gli ultimi consigli: “Ragazzi miei, cercate di mangiare molto in questi giorni. Poi cominceremo a scavare una bella tana dove ci rifugeremo per dormire a lungo. Fuori non ci sarà più nulla da mangiare quindi dormiremo”. La famigliola degli orsi mangiò molto cibo e poi tutti assieme si misero a scavare nella terra sotto un grande albero una bella tana. Mamma orsa la riempì di foglie secche e di erba e quando tutto fu pronto chiamò i figlioli: “Presto ragazzi, tutti a nanna!”. Un pochino a malincuore gli orsetti ubbidirono: avrebbero desiderato restare ancora un po’ fuori a giocare ma la mamma fu irremovibile. Entrarono nella tana dove la temperatura era molto gradevole e si sdraiarono l’uno accanto all’altro. “ Buon riposo figli miei - disse chiudendo gli occhi – ci rivediamo a primavera. Buona notte!”.
Fuori intanto l’inverno la fece da padrone: soffiarono venti gelidi, la neve ricoprì tutto intorno, il fiume si ghiacciò e ogni forma di vegetazione, eccetto i maestosi abeti, morì. Nella tana degli orsi invece c’era un bel teporino e tutti dormivano tranquilli e al sicuro. Erano andati in letargo. Trascorsero tre mesi, poi un tenue raggio di sole fece capolino in quel caldo rifugio. Mamma orsa si risvegliò per prima e disse fra sé: “E’ giunta l’ora che tutti si destino. Dobbiamo andare a mangiare”. Li chiamò e tre orsi aprirono gli occhi, sbadigliarono, stirarono le grosse zampe e felici riguadagnarono l’aria aperta. La nuova stagione era finalmente arrivata, la vita fuori li attendeva. Mamma orsa li guardò orgogliosa correre verso il fiume per pescare i salmoni che risalivano la corrente e fra se ringraziò il Creatore per tutti i doni che aveva fatto a tutti gli esseri viventi, orsi compresi.
Tanto tempo fa, fra i boschi della montagna, una bellissima orsa mise al mondo tre magnifici orsacchiotti. Era primavera ed i piccoli, appena in grado di reggersi sulle robuste zampette, si divertivano a giocare fra loro oppure ad inseguire inutilmente le farfalle colorate che non si lasciavano mai prendere. Si rotolavano felici nell’erba profumata divertendosi tantissimo. Poi un bel giorno mamma orsa decise che era tempo di insegnare loro tutto ciò che un orso deve sapere. Li chiamò attorno a se e seduti sotto un bell’albero parlò di come fare per procurarsi il cibo da soli: spiegò di come catturare i gustosissimi salmoni che nuotavano nelle acque del fiume poco distante, disse di quant’era buono il miele che producevano le api, e altre cose. “Adesso che sapete tutto - concluse – andiamo a vedere di persona come si fa a mettere in pratica quel che vi ho appena detto. Venite ragazzi”.
Era una fresca mattina d’autunno, gli orsacchiotti erano cresciuti e se non erano ancor grandi come la loro brava mamma, poco ci mancava. Andarono dunque sulla riva del fiume e videro i grassi salmoni di cui avevano sentito. Mamma orsa disse: “Adesso vi mostro come si fa. State bene attenti”. Entrò nell’acqua gelida che scendeva dal ghiacciaio sovrastante e rimase immobile per qualche minuto. Poi, con un improvviso scatto, la sua poderosa zampa si mosse entrando nell’acqua: un salmone guizzante apparve fra i suoi unghioni e volò sulla riva fra gli sguardi incuriositi del tre orsetti. Il più veloce di loro se lo divorò velocemente lasciando gli altri due a bocca asciutta. “Visto ragazzi? Avanti ora fatelo voi”. I tre non si fecero pregare e, dopo i primi maldestri tentativi, diventarono molto abili e si riempirono i pancini sino a scoppiare.
“Ora andiamo a prendere il dolce” disse mamma orsa soddisfatta, conducendoli sotto un albero da cui pendevano favi del miele delle api. Mostrò loro come arrampicarsi sul tronco e poi, fra un nugolo di api inferocite, si mangiò del buon miele quindi ridiscese dall’albero. “Avanti, uno per volta adesso fatelo anche voi”. I tre orsacchiotti si dimostrarono bravissimi!
Passarono i giorni e una mattina di novembre prese a soffiare nel bosco il vento gelido del nord, una tramontana che annunciava la fine della buona stagione. Presto sarebbe caduta la neve che i giovani orsi non avevano ancora visto da quando erano venuti al mondo. Mamma orsa li chiamò ancora accanto a sé e diede loro gli ultimi consigli: “Ragazzi miei, cercate di mangiare molto in questi giorni. Poi cominceremo a scavare una bella tana dove ci rifugeremo per dormire a lungo. Fuori non ci sarà più nulla da mangiare quindi dormiremo”. La famigliola degli orsi mangiò molto cibo e poi tutti assieme si misero a scavare nella terra sotto un grande albero una bella tana. Mamma orsa la riempì di foglie secche e di erba e quando tutto fu pronto chiamò i figlioli: “Presto ragazzi, tutti a nanna!”. Un pochino a malincuore gli orsetti ubbidirono: avrebbero desiderato restare ancora un po’ fuori a giocare ma la mamma fu irremovibile. Entrarono nella tana dove la temperatura era molto gradevole e si sdraiarono l’uno accanto all’altro. “ Buon riposo figli miei - disse chiudendo gli occhi – ci rivediamo a primavera. Buona notte!”.
Fuori intanto l’inverno la fece da padrone: soffiarono venti gelidi, la neve ricoprì tutto intorno, il fiume si ghiacciò e ogni forma di vegetazione, eccetto i maestosi abeti, morì. Nella tana degli orsi invece c’era un bel teporino e tutti dormivano tranquilli e al sicuro. Erano andati in letargo. Trascorsero tre mesi, poi un tenue raggio di sole fece capolino in quel caldo rifugio. Mamma orsa si risvegliò per prima e disse fra sé: “E’ giunta l’ora che tutti si destino. Dobbiamo andare a mangiare”. Li chiamò e tre orsi aprirono gli occhi, sbadigliarono, stirarono le grosse zampe e felici riguadagnarono l’aria aperta. La nuova stagione era finalmente arrivata, la vita fuori li attendeva. Mamma orsa li guardò orgogliosa correre verso il fiume per pescare i salmoni che risalivano la corrente e fra se ringraziò il Creatore per tutti i doni che aveva fatto a tutti gli esseri viventi, orsi compresi.
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Sono presenti 2 commenti
ll primo complimento è per la stesura corretta e scorrevole di questa tenerissima favola che a me sembra un inno alla serenità famigliare ;un elegio per il contenuto didattico e sociale.
Divertente e istruttiva. Sopratutto insegna qualcosa ai nostri piccoli figli che oramai vivono di cartoni animati pieni di stupidaggini.
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