Sconfessate le politiche petrolifere del ministro Corrado Passera
Greenreport - Il World conservation congress dell'International Union for Conservation of Nature (Iucn), conclusosi nell'isola sudcoreana di Jeju, ha adottato una raccomandazione che chiede una stringente regolamentazione dello sviluppo delle politiche di sfruttamento e dei progetti petroliferi offshore nel Mediterraneo. Il documento riguarda il Mar Mediterraneo, le isole Azzorre, Madera e le isole Canarie, che rappresentano uno dei 34 hot spot mondo della biodiversità del nostro pianeta. La mozione è stata proposta dalla Fondation pour la nature et l'homme con il sostegno di 16 organizzazioni, tra le quali Pro-Natura International e Réserves Naturelles de France. Nel sunto della mozione pubblicata dall'Iucn si legge: «Tutti sono profondamente preoccupati per l'aumento delle trivellazioni offshore per la produzione di petrolio e gas e dei numerosi incidenti gravi che si sono verificati dal 1976 sulle piattaforme petrolifere nel Mediterraneo (...)
Attraverso questa mozione, il World conservation congress invita gli Stati rivieraschi del Mediterraneo a regolamentare lo sviluppo delle politiche di sfruttamento e i progetti petrolifero offshore in diversi modi, tra cui: applicare il principio di precauzione ai progetti di sviluppo in mare aperto per gli ambienti naturali notevoli e sensibili e le aree protette; rifiutarsi di dare permessi di ricerca e sfruttamento petrolifero di gas e petrolio o di qualsiasi altro tipo nelle zone vicino ai siti naturali che hanno importanza nazionale o internazionale senza che sia stato identificato ogni tipo di possibile impatto; rafforzare prioritariamente gli studi scientifici e lo studio degli ambienti costieri e marini».
La mozione, che sembra ritagliata su situazioni come quelle delle Tremiti e di altre isole italiane, sul Santuario internazionale dei mammiferi marini "Pelagos" (Arcipelago Toscano) e sulle proposte di trivellazioni in acque profonde nel Canale di Sicilia, promuove anche lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili come alternativa allo sfruttamento dei combustibili fossili e la conservazione degli ambienti naturali, «al fine di stabilire un piano sostenibile e coerente per il futuro del Mediterraneo».
Una sonora sconfessione delle politiche petrolifere offshore del ministro Corrado Passera (appoggiate dal ministro dell'ambiente Corrado Clini), che puntano a riavvicinare le trivellazioni offshore alle aree protette, diminuendo i limiti di sicurezza a 5 miglia, e che sorvolano sull'importanza delle aree marine interessate per l'ambiente, la pesca ed il turismo.
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Attraverso questa mozione, il World conservation congress invita gli Stati rivieraschi del Mediterraneo a regolamentare lo sviluppo delle politiche di sfruttamento e i progetti petrolifero offshore in diversi modi, tra cui: applicare il principio di precauzione ai progetti di sviluppo in mare aperto per gli ambienti naturali notevoli e sensibili e le aree protette; rifiutarsi di dare permessi di ricerca e sfruttamento petrolifero di gas e petrolio o di qualsiasi altro tipo nelle zone vicino ai siti naturali che hanno importanza nazionale o internazionale senza che sia stato identificato ogni tipo di possibile impatto; rafforzare prioritariamente gli studi scientifici e lo studio degli ambienti costieri e marini».
La mozione, che sembra ritagliata su situazioni come quelle delle Tremiti e di altre isole italiane, sul Santuario internazionale dei mammiferi marini "Pelagos" (Arcipelago Toscano) e sulle proposte di trivellazioni in acque profonde nel Canale di Sicilia, promuove anche lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili come alternativa allo sfruttamento dei combustibili fossili e la conservazione degli ambienti naturali, «al fine di stabilire un piano sostenibile e coerente per il futuro del Mediterraneo».
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