Una falla nella sicurezza e un attacco premeditato messo in atto da uomini armati infiltratisi tra i manifestanti che stavano protestando all’esterno del consolato statunitense a Bengasi: la prima ricostruzione dei fatti avvenuti a Bengasi la fornisce il sottosegretario agli Interni libico Wanis Sharef secondo cui tra le vittime dell’attacco contro la sede diplomatica ci sono oltre all’ambasciatore Christopher Stevens anche il console e due marines.
Misna - Il gruppo non si trovava all’interno del consolato, ma era stato trasferito proprio per motivi di sicurezza in una villa non molto distante. Al momento dell’attacco il consolato era quindi vuoto ma “una falla nella sicurezza”, ha detto Sharef, ha consentito a un gruppo di uomini armati di individuare e attaccare la villa in cui avevano trovato rifugio i diplomatici: l’ambasciatore è morto asfissiato, il console sarebbe stato invece ucciso con un colpo d’arma da fuoco.
Secondo fonti della MISNA a Bengasi, la manifestazione era stata organizzata con l’intento di dimostrare pacificamente contro la diffusione di un video critico dell’islam e prodotto negli Stati Uniti. Una protesta identica a quella organizzata nelle stesse ore al Cairo.
A Bengasi, tuttavia, ha detto ancora il sottosegretario Sharef, tra la folla si sono infiltrati salafiti del gruppo Sostenitori della Sharia e uomini considerati vicini al deposto regime di Gheddafi. Questi avrebbero avuto informazioni precise sul luogo in cui erano stati trasferiti ambasciatore e console: un fatto che indicherebbe un coinvolgimento di elementi dei servizi segreti. A complicare la situazione, ha detto Sharef, sarebbe stata anche la mancanza di coordinamento tra le forze di sicurezza libiche – a cui è stato ordinato il ritiro per inferiorità di potenza di fuoco – e i militari statunitensi.
“Una prima lettura di quanto avvenuto a Bengasi – dicono le fonti della MISNA – non può non tener conto dell’anniversario, ieri, degli attentati di New York dell’11 settembre 2001. Ma anche del filmato diffuso alcune ore prima su internet in cui Ayman Al Zawahiri ha confermato la morte del suo vice, Abu Yahya Al Libi, ucciso nel Pakistan nord-occidentale lo scorso 4 giugno e, infine, dell’estradizione in Libia di Abdallah Al Senoussi, l’ex capo dei servizi segreti di Gheddafi fino a qualche giorno fa detenuto in Mauritania e ora in un carcere di Tripoli.
“In Libia – dice alla MISNA Farid Adly, giornalista originario di Bengasi e da anni in Italia – la popolazione teme per la sicurezza e per il futuro del paese e considera i salafiti responsabili della recente ondata di insicurezza cominciata dopo la sconfitta dei partiti islamisti alle recenti elezioni con lo scopo di influenzare le scelte del paese”.
I fatti di Bengasi intanto una prima conseguenza l’hanno avuta: il voto del Congresso nazionale generale in programma per oggi è stato temporaneamente sospeso. Non è ancora chiaro quando il nuovo parlamento potrà scegliere il nuovo primo ministro.
Misna - Il gruppo non si trovava all’interno del consolato, ma era stato trasferito proprio per motivi di sicurezza in una villa non molto distante. Al momento dell’attacco il consolato era quindi vuoto ma “una falla nella sicurezza”, ha detto Sharef, ha consentito a un gruppo di uomini armati di individuare e attaccare la villa in cui avevano trovato rifugio i diplomatici: l’ambasciatore è morto asfissiato, il console sarebbe stato invece ucciso con un colpo d’arma da fuoco.Secondo fonti della MISNA a Bengasi, la manifestazione era stata organizzata con l’intento di dimostrare pacificamente contro la diffusione di un video critico dell’islam e prodotto negli Stati Uniti. Una protesta identica a quella organizzata nelle stesse ore al Cairo.
A Bengasi, tuttavia, ha detto ancora il sottosegretario Sharef, tra la folla si sono infiltrati salafiti del gruppo Sostenitori della Sharia e uomini considerati vicini al deposto regime di Gheddafi. Questi avrebbero avuto informazioni precise sul luogo in cui erano stati trasferiti ambasciatore e console: un fatto che indicherebbe un coinvolgimento di elementi dei servizi segreti. A complicare la situazione, ha detto Sharef, sarebbe stata anche la mancanza di coordinamento tra le forze di sicurezza libiche – a cui è stato ordinato il ritiro per inferiorità di potenza di fuoco – e i militari statunitensi.
“Una prima lettura di quanto avvenuto a Bengasi – dicono le fonti della MISNA – non può non tener conto dell’anniversario, ieri, degli attentati di New York dell’11 settembre 2001. Ma anche del filmato diffuso alcune ore prima su internet in cui Ayman Al Zawahiri ha confermato la morte del suo vice, Abu Yahya Al Libi, ucciso nel Pakistan nord-occidentale lo scorso 4 giugno e, infine, dell’estradizione in Libia di Abdallah Al Senoussi, l’ex capo dei servizi segreti di Gheddafi fino a qualche giorno fa detenuto in Mauritania e ora in un carcere di Tripoli.
“In Libia – dice alla MISNA Farid Adly, giornalista originario di Bengasi e da anni in Italia – la popolazione teme per la sicurezza e per il futuro del paese e considera i salafiti responsabili della recente ondata di insicurezza cominciata dopo la sconfitta dei partiti islamisti alle recenti elezioni con lo scopo di influenzare le scelte del paese”.
I fatti di Bengasi intanto una prima conseguenza l’hanno avuta: il voto del Congresso nazionale generale in programma per oggi è stato temporaneamente sospeso. Non è ancora chiaro quando il nuovo parlamento potrà scegliere il nuovo primo ministro.
| Tweet |
Nicolò Renna, chitarrista palermitano, sbanca il web con il suo singolo Breathing. Lo abbiamo incontrato a Palermo. L'intervista di Paolo A.Magrì
Domenico Fioravanti, la Leggenda di Sydney 2000. Una vita da rincorrere a bracciate.Il ranista, prima medaglia d’oro azzurra alle Olimpiadi di Sydney 2000, intervistato da Emanuela Biancardi.
"L'intelligenza umana è la nostra principale risorsa". Parla Ermete Realacci, tra attivismo e sfide economiche
mons. Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara, intervistato per LPL News 24 da Patrizio Ricci su politica europea ed immigrazione.
Max Cavallari della coppia 'I Fichi d'India', intervistato per LPL News 24 da Emanuela Biancardi.
Laura Efrikian, Attrice, scrittrice, promotrice di 'Laura For Afrika', intervistata per LPL News 24 da Emanuela Biancardi.
Patty Pravo festeggia cinquant’anni di successi intramotabili nel mondo della musica, tirando fuori ancora una volta pezzi da ‘90. Intervista di S. Santullo
Sergio Caputo celebra i trent’anni di “ Un Sabato Italiano”, con un nuovo omonimo album. Intervista a Sergio Caputo, di Simona Santullo
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.