Smentiscono le accuse che li paragonano ai terroristi. Ma gli esponenti del “Movimento di Liberazione del Popolo Veneto” si dichiarano pronti a rispondere con colpi di fucilate agli esattori delle tasse.
In un locale di Maserada sul Piave, a Vicenza, si incontrano quasi tutte le sere il comandante della polizia locale, l’ex autista, il venditore di auto, il fabbro, l’imprenditore, l’impiegato, l’idraulico, l’artista. Potrebbe apparire come un ritrovo fra amici intenti a bere qualcosa e a scambiare due chiacchiere spensieratamente dopo una giornata di lavoro, invece i compagni che frequentano il bar appartengono al MLNV, il Movimento di Liberazione Nazionale del Popolo Veneto, e quelle che sembrano delle banali conversazioni sono in realtà dei messaggi che incitano alla “rivolta fiscale”. L’inchiesta pubblicata sull’Espresso il 28 maggio, realizzata da Fabrizio Gatti e intitolata “I guerrieri antifisco”, svela dei risvolti inquietanti riguardo i progetti del movimento, che prevedono atti di ribellione contro Equitalia e la Guardia di Finanza e, se necessario, anche l’utilizzo delle armi. Che sembra sappiano maneggiare, visto che uno dei membri è tiratore scelto al poligono mentre nell’abitazione di un altro appartenente al gruppo sono state trovate 9 pistole, 2 fucili da caccia e 922 cartucce, quando il limite consentito è 722.
Il MLNV è composto da uomini fanatici che considerano il loro territorio, la “Serenissima”, una patria da liberare dallo Stato invasore, cioè l’Italia, per rifondare la “Repubblica di Venezia”. Niente sembra riesca a distogliere questi uomini dal loro intento di liberare il popolo veneto, ritenuto succube dello stato “straniero” italiano. Già nel 2009 fondarono la “Polisia veneta” (nome ufficiale), seguita poi dalla nascita di un governo provvisorio e di gruppi civili di autodifesa, le cosiddette “cernidi”. Chiunque intenda aderire può persino rivolgersi ad un’anagrafe da loro istituita, ma, come dichiara il portavoce Gabriele Perucca, il movimento non cerca aderenti né fa proselitismo, tantomeno è in competizione elettorale con i partiti politici: l’unico obiettivo è quello di denunciare l’occupazione della Repubblica veneta. Perucca chiarisce anche che i loro intenti non sono terroristici, come invece il reportage del prestigioso settimanale lascia dedurre basandosi su alcune intercettazioni effettuate dai Carabinieri.
Il MLNV è previsto, secondo gli adepti, dal 1° Protocollo di Ginevra, ma un decreto emanato nel 1948 dallo Stato che loro ritengono straniero vieta le associazioni a carattere militare; tuttavia, dopo aver ricevuto un’accusa di violazione della legge per cui erano sotto processo, sulla questione è intervenuto Roberto Calderoli, esponente della Lega, che ha praticamente annullato il decreto consentendo così all’organizzazione di continuare a diffondere le proprie idee, frutto di ideologie fanatiche e intollerabili.
Del gruppo si è occupato anche LA7 con un servizio di Silvia Brasca che metteva in risalto la ribellione degli esponenti del MLNV, che non intendono pagare le tasse allo Stato Italiano perché non riconoscono di appartenere ad esso: l’organizzazione prevede di fare giustizia attraverso i propri organi giudiziari che lottano in nome della loro patria, la Repubblica Veneta.
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Sono presenti 2 commenti
Se non pagano le tasse all'"invasore" italiano, presumo che organizzino da sé i servizi di cui hanno bisogno: non solo la giustizia, ma anche l'istruzione, la sanità, i trasporti... O questi ultimi pretendono di riceverli gratis?
soliti "articoletti da giornalino della scuola" andate nel sito a scoprire di persona il lavoro che stanno facendo....
www.mlnv.org
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