mercoledì, maggio 30, 2012
La terza giornata di monitoraggio del progetto "Sardegna Nord Cetacei - 2012" è stata coronata da un inaspettato e entusiasmante avvistamento di delfini comuni (Delphinus delphis) che, a dispetto del loro nome, sono ormai molto rari.

GreenReport - Le immagini e i risultati fino ad ora raccolti durante il progetto di ricerca sono state presentate ieri, nella sala del porto turistico, alla presenza delle autorità del Comune di Castelsardo e verranno mostrate questa sera, dalle ore 19.00, nella sala consiliare del Comune di Stintino, alla presenza delle autorità e di tutti coloro che vorranno intervenire e intervistare i ricercatori. «Dopo dieci ore di navigazione, durante le quali è stato monitorato l'ambiente pelagico compreso tra Santa Teresa di Gallura e Castelsardo - si legge in una nota del progetto "Sardegna Nord Cetacei - i ricercatori del dipartimento di veterinaria dell'università di Sassari hanno ricevuto una più che degna ricompensa dalle acque del nostro mare. Una cinquantina di esemplari di delfino comune (Delphinus delphis), ormai praticamente scomparsi nel mar Tirreno e a rischio in tutto il Mediterraneo, ha accompagnato l'imbarcazione di ricerca Nonna Clò dalla parte più interna del Golfo dell' Asinara, nelle batimetrie dei 600 m di profondità sulla rotta delle navi Porto Torres-Genova, fino quasi all'ingresso del porto di Castelsardo, regalando immagini spettacolari e forti emozioni a chi, da anni, studia una specie che sembra non volersi più mostrare al pubblico».

L'ultimo avvistamento in Sardegna, avvenuto a largo di Capo Figari, era stato fatto da Bruno Diaz Lopez, direttore del Bdri di Golfo Aranci nel settembre 2011.

Il coordinatore della campagna di ricerca, Andrea Rotta, spiega che «Il delfino comune era presente nelle acque della Sardegna cinquant'anni fa, allora forse era una delle specie più diffuse. Ma negli ultimi decenni, sono scomparsi quasi totalmente dal Mediterraneo occidentale a causa di vari fattori: l'inquinamento, la sovrapesca, le scarse risorse alimentari; le osservazioni in mare aperto di questa specie sono rare. Rarissime. "Per noi si tratta di un avvistamento speciale, sperando che sia soltanto l'inizio di tanti altri nuovi incontri con questa specie nei nostri mari».

Il delfino comune raggiunge una lunghezza di 2,2 metri (eccezionalmente 2,6 m.) ed un peso medio di 75 kg, le femmine sono leggermente più piccole. Si tratta di un cetaceo veloce e agilissimo, che salta frequentemente fuori dall'acqua. Nuota spesso a prua delle barche. Può raggiungere i 50 km/h. ed immergersi fino a 280 m e per oltre 8 minuti. Preferisce il mare aperto, ma può avvicinarsi alla costa dove l'acqua è più profonda . E' presente in tutte le acque tropicali e temperate. In Mediterraneo era piuttosto comune. Ora pare drasticamente diminuito e da tempo compare raramente negli avvistamenti in mare e tra gli esemplari spiaggiati. Si ritiene che sia ancora abbastanza presente lungo le costa mediterranee africane. Altrove vive in gruppi da qualche decina di individui a parecchie centinaia, talvolta migliaia. Non si sa esattamente come si riproduce in Mediterraneo, ma sembrano accoppiarsi generalmente in estate. Dopo una gestazione di 10 mesi, le femmine partoriscono piccoli lunghi circa 80 cm. Si pensa viva tra i 25 e i 30 anni. Si nutre prevalentemente di pesce azzurro, di pesci mesopelagici e di calamari.

E' facile confonderlo con la stenella (Stenella coeruleoalba), dalla quale si distingue, per la presenza di una "V" scura sul fianco sotto alla pinna dorsale e per l'assenza della colorazione chiara nella stessa zona. Esiste una sottospecie del Mar Nero (Delphinus delphis ponticus) più piccola di quella mediterranea.

Il progetto "Sardegna Nord Cetacei" è realizzato dal dipartimento di veterinaria dell'Università di Sassari con il finanziamento della Fondazione Banco di Sardegna. E' patrocinato dalla Provincia di Sassari, dai Comuni di La Maddalena, Santa Teresa di Gallura, Castelsardo, Stintino e Sassari, dal parco Nazionale dell'arcipelago di La Maddalena e dalla Riserva naturale delle Bocche di Bonifacio e si svolge in collaborazione con l'associazione scientifica 41Nord, il dipartimento di Scienze della natura e del territorio, l'istituto spagnolo di Oceanografia di Murcia, la Lega Navale di Alghero e l'associazione culturale JoinUs.


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