Il tribunale civile di Marsala ha dato ragione al Viminale ma il critico d'arte dice:«non mi ritiro dalla campagna elettorale a Cefalù»
Liberainformazione -Il ministero dell’Interno ha posto due precisi paletti in questi
giorni di campagna elettorale in Sicilia. Dapprima ha colpito due
amministrazioni, i Comuni di Salemi e di Racalmuto, impedendo che
potessero andare al rinnovo elettorale, decidendo, con delibera del
Consiglio dei Ministri, lo scioglimento degli organi amministrativi per
inquinamento mafioso. Nei due Comuni che erano finiti nell’elenco di
quelli destinati al voto di maggio, le operazioni elettorali sono state
interrotte, e per i prossimi 18 mesi saranno delle commissioni
straordinarie ad occuparsi della loro gestione.
Se
a Racalmuto al rinnovo elettorale l’amministrazione era giunta dopo le
dimissioni del sindaco perchè indagato, sindaco che nel frattempo,
avendo ottenuto il proscioglimento era deciso a ricandidarsi, a Salemi
le dimissioni del sindaco, il critico d’arte Vittorio Sgarbi, erano
state successive proprio alle anticipazioni sull’esito della ispezione
decisa dal Viminale, su richiesta della prefettura di Trapani, presso il
Comune di Salemi, alla luce del contenuto del rapporto denominato
“Salus Iniqua” che aveva evidenziato, ad opera di investigatori della
Polizia e della Finanza, come il Comune fosse stato nel tempo e fino al
2012, all’epoca della ispezione, sotto l’egemonia di un politico che
non aveva smesso di esercitare un suo potere anche durante il periodo
della sorveglianza speciale. A questo politico, l’ex deputato Pino
Giammarinaro, chiamato dai suoi “amici” Pino Manicomio, è stato
sequestrato un vasto patrimonio ed è stato accusato di gestire
illecitamente politica e sanità assieme in buona parte della provincia
di Trapani, cominciando proprio da Salemi. Giammarinaro tre anni
addietro individuò in Vittorio sgarbi un candidato vincente per la
sindaca tura di Salemi, e così fu, ma Sgarbi sarebbe stato uno specchio
per le allodole e dietro Sgarbi il puparo era sempre lo stesso, l’on.
Giammarinaro.
Quando si seppe che l’ispezione
prefettizia si era conclusa con la proposta di scioglimento per mafia
del Comune, Vittorio Sgarbì preferì le dimissioni prima ancora che il
Governo deliberasse il decreto di scioglimento. Nel frattempo, mentre
preannunciava ricorsi contro ogni decisione, incontrava il ministro
Cancellieri, riferendo di improbabili solidarietà ricevute, Sgarbi
decideva di trasferirsi armi, bagagli e staff a Cefalù, candidandosi lì a
sindaco. Il ministero nel frattempo ha avviato dinanzi al Tribunale
Civile di Marsala la procedura per ottenere la incandidabilità degli
amministratori uscenti del Comune di Salemi, in tutta la Sicilia. Si
tratta dell’applicazione di una norma di legge che prevede simile
ricorso quando a fronte dello scioglimento per inquinamento mafioso di
una amministrazione è possibile individuare responsabilità personali.
Per il Viminale l’inquinamento mafioso del Comune di Salemi ha dei
responsabili, il sindaco uscente è uno di questi.
Il
Tribunale Civile di Marsala ha dato ragione al Viminale. Sgarbi è
"incandidabile" in Sicilia per quello che è successo a Salemi. La
decisione è di oggi pomeriggio, 20 aprile. E ancora una volta il critico
d’arte invece di rispettare la decisione, ha alzato la voce e
preannunciato ricorso. L’ennesimo dopo quello contro il decreto di
scioglimento (competenza Tar del Lazio), adesso ha detto che farà
appello alla sentenza del Tribunale Civile di Marsala e nel frattempo la
campagna elettorale a Cefalù prosegue. “Resto in campagna elettorale e
se eletto sindaco resterò sindaco, non mi dimetterò, la sentenza
pronunciata è di primo grado e ancora ci sono altri due gradi di
giudizio”. A seguire poi una serie di dichiarazioni rivolte contro il
procuratore di Marsala, Di Pisa, che Sgarbi ha ricordato di avere
denunciato per non avere tenuto conto di alcune sue denuncie. Al solito
le vicende e le responsabilità che vengono ribaltate.
Intanto
la relazione che ha portato allo scioglimento del Comune di Salemi per
inquinamento mafioso verrà acquisita dal Tribunale per le misure di
prevenzione dinanzi al quale si sta svolgendo il procedimento relativo
al sequestro di beni operato con l’operazione “Salus Iniqua” contro
l’on. Giammarinaro, per il quale la Questura di Trapani ha chiesto
l’applicazione della sorveglianza speciale per i suoi contatti per nulla
interrotti con l’organizzazione mafiosa capeggiata dal super latitante
Matteo Messina Denaro. Altri accertamenti invece sarebbero in corso
sulla gestione della cosa pubblica a Salemi da parte
dell’amministrazione Sgarbi. Se ne stanno occupando i carabinieri che
nelle scorse settimane, a fronte di ipotesi di reato di peculato, hanno
sentito alcuni stretti collaboratori dell’ex sindaco di Salemi. Tra le
presunte malefatte scoperte quelle di un incredibile dispendioso uso dei
telefoni di servizio.
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Sono presenti 2 commenti
Ma che vergogna! Sembra che Sgarbi abbia la singolare vocazione a fare il sindaco in Sicilia. Per cui, sciolto un comune per mafia, si passa tranquillamente ad un altro! E' proprio una vergogna: lo dico da siciliano!
E' una vergogna....
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