“È una notizia molto importante che aspettavamo. Gli Asháninka sono da tempo organizzati e pronti a dialogare con il governo per la difesa della propria identità culturale e del proprio ambiente. Il nuovo corso della politica peruviana, a fianco degli indigeni, sta dando i suoi frutti”.
M
isna - Così Gianluca Frinchillucci, antropologo, etnografo, esploratore e profondo conoscitore della popolazione Asháninka, commenta alla MISNA l’accordo firmato nella località orientale di Satipo tra il primo ministro Oscar Valdés e i rappresentanti della comunità indigena, al termine di tre giorni di negoziati a cui hanno partecipato 3000 nativi. L’intesa prevede, tra l’altro, il riconoscimento agli Asháninka dei titoli di proprietà sulle terre comunali in cui da sempre vivono per evitare le invasioni di coloni e lo sfruttamento del legname con conseguenti gravi ripercussioni sull’ecosistema.
Il governo del presidente Ollanta Humala si è anche impegnato a tutelare i diritti umani e il diritto all’identità indigena e a promuovere la loro partecipazione nella pubblica amministrazione.
“Gli Asháninka sono consapevoli dell’importanza del dialogo e dell’integrazione con lo Stato peruviano. Il loro primo contatto con il mondo occidentale è avvenuto nel 1595 e dal 1685 hanno relazioni stabili con i francescani” aggiunge Frinchillucci che il popolo nativo lo ha conosciuto da vicino, come racconta in “Asháninka. Trecento anni di convivenza con i francescani nella Selva Central peruviana”, libro pubblicato nel 2011 da D’errico, nato dal suo incontro con l’antropologo Padre Tomás Martin, missionario francescano tra gli Asháninka del villaggio di San Antonio di Cheni.
“Tra luci ed ombre – aggiunge l’interlocutore della MISNA – ciò ha permesso loro di sviluppare la propria identità, e di superare sia le prime violente penetrazioni nella selva, culminate con la rivolta di Juan Santos Atahualpa del 1742 e in tempi più recenti la sanguinosa guerra con Sendero Luminoso che ha profondamente traumatizzato la popolazione nativa. Con la firma di questo accordo gli Asháninka garantiscono alle future generazioni la possibilità di sviluppare il proprio territorio nel pieno rispetto delle proprie tradizioni”.
L’intesa rientra tra gli obiettivi del governo Humala, primo fra tutti quello di promuovere l’inclusione in un paese che nell’ultimo decennio ha registrato una crescita economica costante, senza riuscire ad abbattere il divario sociale. Stimati in circa 52.000, gli Asháninka sono il principale popolo nativo della selva peruviana, che conta in totale 65 etnie. A tutt’oggi devono sopravvivere difendendo la loro identità in una regione duramente colpita dal narcotraffico e dagli sparuti gruppi rimanenti di ‘Sendero’, smantellato ufficialmente nel 1992.
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isna - Così Gianluca Frinchillucci, antropologo, etnografo, esploratore e profondo conoscitore della popolazione Asháninka, commenta alla MISNA l’accordo firmato nella località orientale di Satipo tra il primo ministro Oscar Valdés e i rappresentanti della comunità indigena, al termine di tre giorni di negoziati a cui hanno partecipato 3000 nativi. L’intesa prevede, tra l’altro, il riconoscimento agli Asháninka dei titoli di proprietà sulle terre comunali in cui da sempre vivono per evitare le invasioni di coloni e lo sfruttamento del legname con conseguenti gravi ripercussioni sull’ecosistema.Il governo del presidente Ollanta Humala si è anche impegnato a tutelare i diritti umani e il diritto all’identità indigena e a promuovere la loro partecipazione nella pubblica amministrazione.
“Gli Asháninka sono consapevoli dell’importanza del dialogo e dell’integrazione con lo Stato peruviano. Il loro primo contatto con il mondo occidentale è avvenuto nel 1595 e dal 1685 hanno relazioni stabili con i francescani” aggiunge Frinchillucci che il popolo nativo lo ha conosciuto da vicino, come racconta in “Asháninka. Trecento anni di convivenza con i francescani nella Selva Central peruviana”, libro pubblicato nel 2011 da D’errico, nato dal suo incontro con l’antropologo Padre Tomás Martin, missionario francescano tra gli Asháninka del villaggio di San Antonio di Cheni.
“Tra luci ed ombre – aggiunge l’interlocutore della MISNA – ciò ha permesso loro di sviluppare la propria identità, e di superare sia le prime violente penetrazioni nella selva, culminate con la rivolta di Juan Santos Atahualpa del 1742 e in tempi più recenti la sanguinosa guerra con Sendero Luminoso che ha profondamente traumatizzato la popolazione nativa. Con la firma di questo accordo gli Asháninka garantiscono alle future generazioni la possibilità di sviluppare il proprio territorio nel pieno rispetto delle proprie tradizioni”.
L’intesa rientra tra gli obiettivi del governo Humala, primo fra tutti quello di promuovere l’inclusione in un paese che nell’ultimo decennio ha registrato una crescita economica costante, senza riuscire ad abbattere il divario sociale. Stimati in circa 52.000, gli Asháninka sono il principale popolo nativo della selva peruviana, che conta in totale 65 etnie. A tutt’oggi devono sopravvivere difendendo la loro identità in una regione duramente colpita dal narcotraffico e dagli sparuti gruppi rimanenti di ‘Sendero’, smantellato ufficialmente nel 1992.
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