Torture per giungere alla verità?
Ieri sera durante la trasmissione di “Quarto grado” su Rete 4 abbiamo udito una dichiarazione scioccante per bocca della signora Rosa Carlucci, madre di Ciccio e Tore, i fratellini di Gravina di Puglia, che ci ha riportati con la memoria in pieno Medioevo: la tortura fisica e psicologica atta ad estorcere una qualsiasi confessione. Rosa Carlucci ha affermato di essere stata sottoposta, durante le sedici ore filate di interrogatorio, a torture da parte degli inquirenti. Se la cosa si dimostrasse vera sarebbe un fatto a dir poco aberrante: “Mi hanno messo le mani alla gola, hanno aperto una finestra minacciando di lanciarmi di sotto”. “E solo alla fine - ha mitigato - si sono scusati affermando che era il loro metodo per arrivare ad avere informazioni”.
La tremenda disgrazia che ha colpito questa famiglia, che già conduceva una vita piena di angoscia per via dei deteriorati rapporti fra padre e madre, si era ulteriormente aggravata a suo tempo, con l’arresto del padre sospettato del duplice omicidio e detenuto in carcere sino al proscioglimento dall’infamante accusa. Ora, se le recenti dichiarazioni della madre dei due piccoli trovassero reale riscontro da parte della magistratura, lasciamo immaginare lo stato della povera donna: distrutta dalla perdita gravissima dei due figlioli e poi addirittura malmenata dagli investigatori. Comprendiamo l’ansia degli inquirenti di giungere finalmente alla verità, ma nel caso il loro metodo di agire fosse stato così violento e indecoroso, non potremmo che esprimere una ferma condanna. Attendiamo i risultati delle indagini…
Ieri sera durante la trasmissione di “Quarto grado” su Rete 4 abbiamo udito una dichiarazione scioccante per bocca della signora Rosa Carlucci, madre di Ciccio e Tore, i fratellini di Gravina di Puglia, che ci ha riportati con la memoria in pieno Medioevo: la tortura fisica e psicologica atta ad estorcere una qualsiasi confessione. Rosa Carlucci ha affermato di essere stata sottoposta, durante le sedici ore filate di interrogatorio, a torture da parte degli inquirenti. Se la cosa si dimostrasse vera sarebbe un fatto a dir poco aberrante: “Mi hanno messo le mani alla gola, hanno aperto una finestra minacciando di lanciarmi di sotto”. “E solo alla fine - ha mitigato - si sono scusati affermando che era il loro metodo per arrivare ad avere informazioni”.La tremenda disgrazia che ha colpito questa famiglia, che già conduceva una vita piena di angoscia per via dei deteriorati rapporti fra padre e madre, si era ulteriormente aggravata a suo tempo, con l’arresto del padre sospettato del duplice omicidio e detenuto in carcere sino al proscioglimento dall’infamante accusa. Ora, se le recenti dichiarazioni della madre dei due piccoli trovassero reale riscontro da parte della magistratura, lasciamo immaginare lo stato della povera donna: distrutta dalla perdita gravissima dei due figlioli e poi addirittura malmenata dagli investigatori. Comprendiamo l’ansia degli inquirenti di giungere finalmente alla verità, ma nel caso il loro metodo di agire fosse stato così violento e indecoroso, non potremmo che esprimere una ferma condanna. Attendiamo i risultati delle indagini…
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Povera donna e poveri diritti umani!
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