mercoledì, gennaio 18, 2012
Quando le differenze culturali sfociano nella superiorità di una razza sull’altra favorendo il sorgere di gravi problemi sociali, a discapito degli esclusi

di Paola Bisconti

Il libro “Razzismo e indifferenza”, edito da Sensibili alle foglie, raccoglie le testimonianze di coloro che frequentano la Comunità di San Benedetto al porto, a Genova, e il centro sociale di Rovato, vicino Brescia, portando alla luce le conseguenze scaturite dal fenomeno della discriminazione. L’autore, Renato Curcio, affronta l’argomento risalendo agli aspetti storici, dall’Unità d’Italia fino al periodo fascista per giungere all’attualità, soffermandosi su alcune categorie sociali che vivono sulla propria pelle gli effetti devastanti dell’emarginazione. Nel 1990, nel carcere di Rebibbia, un gruppo di prigionieri politici decidono di creare un “cantiere” che fa ricorso alla narrazione, facendo affiorare le “urgenze” dell’anima e della mente. I risultati benefici riscontrati nel laboratorio hanno permesso alla cooperativa di Cuneo, nonché alla casa editrice di questo e molti altri libri, di diffondere il progetto anche al di fuori dell’istituzione carceraria, nei centri psichiatrici, ospedalieri, nelle strutture per anziani e disabili, nei ghetti dei rom e dei migranti e persino fra i ragazzi stranieri e i minori che fanno la vita di strada.

È emersa l’analisi, riportata nel volume di Curcio, di una forma di razzismo moderno basata su un processo di “inferiorizzazione" di alcuni gruppi sociali, con i crimini da esso scaturiti che favoriscono “la fabbricazione dell’inferiore”. L’autore denuncia la “deindividualizzazione” dell’Altro, che arriva fino a renderlo invisibile, insieme agli abusi compiuti contro di lui. Coloro che rispondono con totale indifferenza si macchiano dello stesso peccato di chi compie le violenze e per questo sono definiti da Renato Curcio appartenenti ad una “folla fredda”, incapace di reagire in difesa dell’Altro. Viviamo, quindi, una sfida interculturale che, come dichiara Don Gallo nella prefazione, tende a far prevalere una superiorità di razza fra i cittadini e le culture del mondo. Per debellare questo male “è urgente scorgere i simboli della lotta per la giustizia, l’uguaglianza e la dignità umana”, scrive il prete che lotta attivamente contro la discriminazione. Il libro di Renato Curcio è, senza ombra di dubbio, un eccellente strumento di analisi e presa di coscienza sul grave fenomeno del razzismo che, insieme all’indifferenza, attanaglia la nostra società, dove gli emarginati, nonostante tutto, non perdono la “sensibilità alle foglie”.

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