sabato, dicembre 17, 2011
L'Ungheria ricorda con una targa Szalez Kiss, martire francescano del governo comunista. La targa commemorativa è stata collocata questa settimana sul muro del carcere di Sopronkohida, luogo della sua esecuzione.

Radio Vaticana - Il francescano, condannato a morte l’11 dicembre 1946 con accuse false da parte di un tribunale di guerra sovietico, divenne il martire del segreto della confessione. “A nessuno mai rilascerò una deposizione riguardante la confessione”, disse durante l’interrogatorio dopo aver subito torture inumane. Padre Szalez, riporta l'agenzia Sir, era visto dai comunisti come un pericolo e un rivale perché aveva organizzato nella città di Gyongos la Comunità di lavoro giovanile democristiana. Dopo un’azione compiuta da alcuni giovani contro militari sovietici, il francescano fu accusato di aver organizzato il complotto armato e di aver escogitato l’uccisione di un militare. Alla fine il tribunale sovietico lo condannò a morte. Nella sua vita padre Szalez si era confrontato anche con un altro regime totalitario. Tra il 1942 e il 1944, a Debrecen, la Gestapo tentò di arrestarlo per aver salvato degli ebrei. (G.C.)

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