martedì, giugno 14, 2011
Le proposte dell’associazione Greenaccord per non perdere tempo in questo post-voto referendario. Per la gestione dell’acqua Cauteruccio auspica la nascita di una gestione ‘comune’ della risorsa. Nel dopo-nucleare, Masullo incalza: ‘Entro l’anno una conferenza che metta al centro delle strategie nazionali le energie rinnovabili’.

“Accogliamo favorevolmente la vasta affluenza al voto referendario che dimostra il desiderio della maggioranza degli italiani di partecipare responsabilmente a scelte che riguardano il proprio futuro e quello dei propri figli, dando prova di maturità democratica”. L’associazione Greenaccord sottolinea positivamente il raggiungimento del quorum necessario alla validazione della consultazione del 12 e 13 giugno. In particolare, riferendosi all’esito dei quesiti referendari che riguardavano la gestione delle risorse idriche, il presidente Alfonso Cauteruccio invita le amministrazioni locali a stimolare forme concrete di gestione di questo prezioso bene che coinvolgano responsabilmente l’intera cittadinanza in comportamenti virtuosi e responsabili, nell’interesse di tutti: “Poiché l’acqua è un bene comune e non un bene pubblico, più che ad una gestione pubblica bisognerebbe pensare a forme di ‘gestione comune’ - dice Cauteruccio - che coinvolgano tutti i soggetti sociali, insieme ai cittadini, a cooperare per un utilizzo saggio e responsabile che garantisca a ciascuno, anche negli anni a venire, l’accesso ad acque sicure e pulite, tutelando i bacini idrografici, rimuovendo abusi e manomissioni e salvaguardandone le dinamiche ecologiche”.

L’altro quesito referendario su cui c’è stata grande partecipazione degli elettori è quello che chiedeva di pronunciarsi sull’utilizzo della tecnologia nucleare per la produzione di energia. Il presidente del Comitato scientifico di Greenaccord, il professor Andrea Masullo, ha commentato: “Dobbiamo scongiurare il pericolo che, come già avvenne dopo il primo referendum sul nucleare, tutto si risolva in un non far nulla. Noi invitiamo il Governo a convocare entro l’anno una grande conferenza su Energia e Ambiente, che coinvolga mondo accademico, scienziati e ricercatori, istituzioni ed esperti internazionali, parti sociali, associazioni industriali ed agricole. L’obiettivo dovrà essere quello di definire una strategia energetica nazionale che dia certezze alle imprese ed ai cittadini, e che garantisca indipendenza ed economicità e converga entro il 2030 verso l’obiettivo di ottenere oltre il 50% dell’energia richiesta da fonti pulite e rinnovabili, innovando il sistema tecnologico produttivo, le reti di distribuzione e gli usi finali, compatibilmente con le caratteristiche delle nuovi fonti. Elemento essenziale deve essere lo sviluppo di filiere tecnologiche nazionali per recuperare la competitività ed il distacco accumulato dall’Italia nei confronti degli altri paesi industrializzati”.

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