E' terminata giovedì 2 febbraio l'ultima missione de l'Uomo Libero presso i villaggi di OO Kro Khee e Kaw Lar Mee nel distretto di Dooplaya.
Lo sforzo è notevole: l'idea di insegnare le basi della prevenzione medica e un minimo di nozioni igeniche comporta un impegno non indifferente.
Nell'ultimo anno, infatti, si sono succedute ben cinque missioni in terra Karen.
Si è cominciato con predisporre i libretti pediatrici, cercando poi di renderli il più semplici possibile.
In queste zone ci si trova di fronte a mille problemi: per esempio è difficilissimo tradurre i nomi Karen, che vengono usati solo oralmente, e scriverli in modo che di volta in volta un bambino possa essere individuato. Abbiamo così a settembre, corredato i libretti dei piccoli anche con il nome dei genitori, ma essendosi rivelato anche questo espediente non risolutivo abbiamo aggiunto una foto del viso di ognuno degli stessi in modo da limitare in modo notevole il margine di errore di identificazione.
La missione si è svolta nei villaggi di OO Kro Khee, realizzato lo scorso anno in collaborazione con l'Associazione Popoli, e di Kaw Lar Mee costruito tre anni orsono da l'Uomo Libero e che oggi si sta sviluppando in modo importante in seguito all'arrivo in queste zone, rese pi?sicure dalla costante presenza degli uomini del Karen National Liberation Army al comando del colonnello Nerdah Mya, di un notevole numero di nuovi profughi interni.
Ciò significa che entro maggio Kaw Lar Mee conterà almeno cinquanta capanne. Una vera metropoli per queste zone!
Ci siamo così occupati di finanziare la costruzione di una nuova scuola, l'assunzione di due maestri e la fornitura dei materiali didattici necessari.
Inoltre nei pressi delle nuove capanne abbiamo programmato la costruzione di un dispensario medico per le necessità base della popolazione.
La gioia e la gratitudine di queste genti è tangibile, e gli sforzi e l'impegno profusi sono ampiamente ripagati dallo sguardo delle madri e dalle risate dei bambini.
La sera antecedente la nostra partenza un dono degli abitanti del villaggio ci ha ampiamente ripagati degli sforzi fatti: avevamo già ultimato la nostra cena quando la moglie del capo villaggio ci ha regalato dei bambù contenenti riso dolce appiccicoso, una leccornia da queste parti, ma più che altro il riconoscimento evidente dell'apprezzamento della popolazione Karen.
La squadra di lavoro de l'Uomo Libero era così organizzata: il medico Carlo, l'infermiera Monica e i volontari Michele, Claudio e Serena, volontaria di Popoli.
Nel totale sono stati visitati quasi cento pazienti e sono stati distribuiti vestiti e giochi.
Si è stilata una lista delle priorit?che sar?la base del nostro impegno futuro: al primo posto c'è la volontà di trasferire in Tailandia per fare curare nelle strutture ospedaliere di Mae Sot o Chiang Mai due piccoli pazienti: un bimbo di due anni col piede torto ed un bambina ora sorda ma che forse potrebbe riacquistare l'udito.
E' stata visitata inoltre una bambina di pochi mesi con sospetta leucemia ed effettuatole il prelievo di sangue in un remoto villaggio ci si è occupati di trasportarlo in tempo fino ad un centro analisi tailandese.
Così per i prossimi mesi ci sarà molto da fare e speriamo di poter riferire al più presto notizie positive.
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