Grande successo per il monologo di Marco Paolini: “Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute” in diretta mercoledì scorso su La7 senza interruzioni pubblicitarie dalle cucine dell’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano. Ha riscosso uno Share del 6,44%, oltre 1,7 milioni di telespettatori.
Uccr - Aumerzen è un monologo – agghiacciante – sul programma di eugenetica e l’eutanasia nazista, una sorta di «prova generale» dello sterminio messo poi in atto con la «soluzione finale», in cui l’attore bellunese ha raccontato – documenti alla mano – come il nazismo abbia prima sterilizzato e poi sterminato con la complicità di medici, infermieri, burocrati, ostetrici e psichiatri almeno 400 mila handicappati, disabili, ritardati mentali e pazzi con lo scopo di «purificare il sangue della nazione», per migliorare la razza (concetto ripreso dal darwinismo sociale) e di tagliare costi sociali sulla pelle di persone considerate improduttive. In pratica «vite indegne di essere vissute», come diceva il sottotitolo della trasmissione andata in onda alla vigilia della Giornata della memoria. Paolini pone domande difficili, che riguardano il presente: noi cosa avremmo fatto al loro posto? Quali sono i limiti della scienza e della genetica? Possiamo dimenticare come sono stati ottenuti molti dati scientifici che ancora oggi sono alla base degli studi in molti settori? Eliminare i deboli, gli idioti, i malati mentali, gli infelici, gli inguaribili, come fecero i nazisti per migliorare la razza e contenere la spesa sociale, è davvero un’esclusiva abietta dello stato totalitario? O una tentazione che percorre anche i regimi liberi e le democrazie? E che cosa succede quando la “brava gente” si mette in testa di avere ragione? «A questo serve una narrazione come la mia: a fornire una base razionale, non solo emotiva, per dire: guardate cosa abbiamo alle spalle, guardate l’orrore commesso dai nazisti in nome dell’eutanasia, dell’eugenetica e della presunzione di risolvere ogni malattia su base scientifica».La fase ufficiale del programma T4 dura due anni, dal primo settembre 1939 all’estate 1941. Esiste persino un bilancio di 70.292 vittime, ma si tratta di stime. E c’è anche il racconto della così detta “eutanasia selvaggia”, termine che rischia di sembrare un alibi, ma indica la morte negli ospedali psichiatrici di altre 230 mila persone tra il settembre del 1941 e il settembre del 1945. Faccende mai avvenute nell’Europa mediovale cristiana, che gli illuministi hanno definito “secoli bui”. Faccende esplose in concomitanza con l’esplosione dell’ateismo positivista della Belle Epoque (termine sempre forgiato dagli illuministi).
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