“La possiamo definire in molti modi, ma un aspetto della rivoluzione tunisina inedito per questo paese, e in generale per l’intero mondo arabo, è l’emergere di un nuovo modello d’azione ed espressione, che potremmo chiamare ‘modello Facebook’ e che richiama a un concetto fondamentale che è quello della libertà”: è articolato il ragionamento fatto alla MISNA da padre Ramon Echeverria, vicario della diocesi di Tunisi e missionario dei Padri bianchi dal 1992 in Tunisia.
Agenzia Misna - “Le generazioni più anziane avevano per modello quello laico del benessere o quello di matrice religiosa, questi giovani scesi in piazza che hanno portato alla fuga di Ben Ali, vivono in un mondo parallelo, Internet, dove nonostante le censure riuscivano a muoversi più liberamente che non nella realtà ed è proprio la libertà che hanno chiesto e che una parte di loro continua a chiedere scendendo in piazza contro gli esponenti della vecchia guardia ancora dentro i gangli del potere”. Padre Echeverria parla di diversi livelli della protesta e questo è quello sicuramente più complesso. “In generale – dice – c’era l’esigenza di un cambiamento di cui i giovani si sono fatti portavoce. Adesso tra la popolazione sta prevalendo la voglia di tornare alla normalità, affidandosi all’esercito per quanto riguarda la sicurezza interna e sperando che la fase di transizione avviata trasformi davvero il paese”. Secondo il missionario, originario di Pamplona (Spagna), il parallelo tra la rete di Internet – libera e spontanea per antonomasia – con le manifestazioni popolari è evidente. “E nessun partito o movimento dell’opposizione - sostiene – è riuscita davvero a cavalcare la protesta proprio per questa sua spontaneità e per le inedite forme di organizzazione. Attraverso la rete le informazioni viaggiavano istantaneamente non solo da un capo all’altro della Tunisia ma anche da una parte all’altra dei paesi arabi”. Difficile prevedere l’esito degli avvenimenti di questi giorni secondo il missionario: “Dopo quasi 25 anni di Ben Ali, l’opposizione non è in grado di esprimere nell’immediato una classe politica dirigente. Partiti e movimenti – conclude padre Ramon - stanno cominciando a muoversi, ma serviranno settimane se non mesi prima che la situazione possa dirsi normalizzata e possa intravedersi il nuovo paese uscito dalla rivoluzione”.
Agenzia Misna - “Le generazioni più anziane avevano per modello quello laico del benessere o quello di matrice religiosa, questi giovani scesi in piazza che hanno portato alla fuga di Ben Ali, vivono in un mondo parallelo, Internet, dove nonostante le censure riuscivano a muoversi più liberamente che non nella realtà ed è proprio la libertà che hanno chiesto e che una parte di loro continua a chiedere scendendo in piazza contro gli esponenti della vecchia guardia ancora dentro i gangli del potere”. Padre Echeverria parla di diversi livelli della protesta e questo è quello sicuramente più complesso. “In generale – dice – c’era l’esigenza di un cambiamento di cui i giovani si sono fatti portavoce. Adesso tra la popolazione sta prevalendo la voglia di tornare alla normalità, affidandosi all’esercito per quanto riguarda la sicurezza interna e sperando che la fase di transizione avviata trasformi davvero il paese”. Secondo il missionario, originario di Pamplona (Spagna), il parallelo tra la rete di Internet – libera e spontanea per antonomasia – con le manifestazioni popolari è evidente. “E nessun partito o movimento dell’opposizione - sostiene – è riuscita davvero a cavalcare la protesta proprio per questa sua spontaneità e per le inedite forme di organizzazione. Attraverso la rete le informazioni viaggiavano istantaneamente non solo da un capo all’altro della Tunisia ma anche da una parte all’altra dei paesi arabi”. Difficile prevedere l’esito degli avvenimenti di questi giorni secondo il missionario: “Dopo quasi 25 anni di Ben Ali, l’opposizione non è in grado di esprimere nell’immediato una classe politica dirigente. Partiti e movimenti – conclude padre Ramon - stanno cominciando a muoversi, ma serviranno settimane se non mesi prima che la situazione possa dirsi normalizzata e possa intravedersi il nuovo paese uscito dalla rivoluzione”.| Tweet |
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