Prigionieri politici liberati, condanne a morte commutate, leggi liberticide cancellate, e tanto altro. Sono alcune delle buone notizie, 12, una per ogni mese, selezionate da Amnesty International per l’anno 2010. Un importante risultato per chi si impegna e ha a cuore la difesa dei diritti umani.
Francesca Sabatinelli ha intervistato Christine Weiss, presidente di Amnesty Italia:
R. – Ci sembra molto importante, come Amnesty International, di informare sulle buone notizie. Effettivamente, la nostra azione – che è concreta – porta a dei risultati ed è importante che questi risultati, alla fine dell’anno, vengano riassunti e vengano anche comunicati. Una grande notizia, sicuramente la più clamorosa di quest’anno, è la liberazione di Aung San Suu Kyi. Questa donna ha sempre lottato in maniera pacifica per la libertà democratica e per la libertà di parola. Ora Aung San Suu Kyi è libera; lei ha ricevuto il premio Nobel per la pace e noi continueremo a sostenerla. E’ stata una prigioniera di coscienza di Amnesty già nel 1990: quindi è veramente una persona a cui ci sentiamo molto legati.
D. – Christine Weiss, quali sono le altre buone notizie e con quale criterio le avete selezionate?
R. – Ci sono notizie di vario tipo. Direi che il criterio è proprio quello di far capire qual è tutto l’ambito dell’azione di Amnesty International. Per esempio, abbiamo fatto una grande campagna contro la violenza sulle donne e quest’anno c’è stato un risultato nella ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa contro la Tratta di esseri umani. Poi, conduciamo una grande campagna che si chiama “Io pretendo dignità”, che si occupa dei diritti economici e sociali. Per esempio, abbiamo fatto un’azione urgente contro gli sgomberi forzati nell Zimbabwe e siamo riusciti a bloccare uno sgombero forzato di un quartiere molto povero della capitale Harare. In particolare, vorrei citare una sentenza di un tribunale olandese che ha giudicato colpevole la multinazionale "Trafigura" per il trasporto di rifiuti tossici in Costa d’Avorio: è molto importante che venga riconosciuta anche la responsabilità delle aziende per quanto riguarda le violazioni dei diritti umani e questa attività è uno dei settori più importanti della nostra campagna “Io pretendo dignità”.
D. – Non possiamo non citare un altro grande fronte per Amnesty International: la lotta contro la pena di morte e i successi …
R. – Possiamo dire che la lotta contro la pena di morte è uno dei successi di Amnesty negli ultimi decenni, perché la nostra azione contro la pena di morte ha portato, piano piano, un numero sempre maggiore di Paesi ad abbandonare questa pena crudele. Purtroppo, rimangono ancora alcuni Paesi che la applicano in maniera massiccia, come l’Iran, la Cina, l’Arabia Saudita … Su questo fronte continueremo la nostra battaglia, ma possiamo dire con certezza che qui la nostra azione ha dato buoni frutti perché sono veramente tantissimi i Paesi che hanno abbandonato questo tipo di pena. (gf)
D. – Christine Weiss, quali sono le altre buone notizie e con quale criterio le avete selezionate?
R. – Ci sono notizie di vario tipo. Direi che il criterio è proprio quello di far capire qual è tutto l’ambito dell’azione di Amnesty International. Per esempio, abbiamo fatto una grande campagna contro la violenza sulle donne e quest’anno c’è stato un risultato nella ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa contro la Tratta di esseri umani. Poi, conduciamo una grande campagna che si chiama “Io pretendo dignità”, che si occupa dei diritti economici e sociali. Per esempio, abbiamo fatto un’azione urgente contro gli sgomberi forzati nell Zimbabwe e siamo riusciti a bloccare uno sgombero forzato di un quartiere molto povero della capitale Harare. In particolare, vorrei citare una sentenza di un tribunale olandese che ha giudicato colpevole la multinazionale "Trafigura" per il trasporto di rifiuti tossici in Costa d’Avorio: è molto importante che venga riconosciuta anche la responsabilità delle aziende per quanto riguarda le violazioni dei diritti umani e questa attività è uno dei settori più importanti della nostra campagna “Io pretendo dignità”.
D. – Non possiamo non citare un altro grande fronte per Amnesty International: la lotta contro la pena di morte e i successi …
R. – Possiamo dire che la lotta contro la pena di morte è uno dei successi di Amnesty negli ultimi decenni, perché la nostra azione contro la pena di morte ha portato, piano piano, un numero sempre maggiore di Paesi ad abbandonare questa pena crudele. Purtroppo, rimangono ancora alcuni Paesi che la applicano in maniera massiccia, come l’Iran, la Cina, l’Arabia Saudita … Su questo fronte continueremo la nostra battaglia, ma possiamo dire con certezza che qui la nostra azione ha dato buoni frutti perché sono veramente tantissimi i Paesi che hanno abbandonato questo tipo di pena. (gf)
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