Quando si parla del destino del nostro Pianeta parlare di "compromessi" potrebbe sembrare riduttivo e poco lungimirante, ma dal quadro politico globale attualmente non è possibile aspettarsi di più.
Greenreport - Lo sa bene il segretario esecutivo della Convenzione Onu sul clima (Unfccc), Christiana Figueres (Nella foto), che alla vigilia dell'appuntamento di Cancun (Messico), luogo dove dal prossimo 29 novembre fino al 10 dicembre riprenderanno i negoziati sul clima ha dichiarato: «Cancun sarà un successo, se le parti faranno un compromesso». In effetti ad oggi nemmeno un compromesso pare possibile anche se il silenzio con cui è stato preceduto questo appuntamento, a contrario di quello di Copenaghen, potrebbe essere di buon auspicio. Il tema delle giornate messicane è quello noto: si parlerà di riduzione delle emissioni di gas serra, dopo la scadenza del protocollo di Kyoto e di linee guida generali da adottare per favorire le azioni dei governi. Sullo sfondo l'impegno preso in Norvegia lo scorso anno: contenere il riscaldamento globale entro il limite dei 2 gradi. «Tutti i paesi partecipanti dovranno rendere le loro aspettative più equilibrate, per far sì che ciascuno torni a casa con un risultato positivo: questa è la natura degli accordi multilaterali ed è quello che deve accadere anche con il clima- ha aggiunto Figueres- ma esistono lacune da colmare a livello politico, per capire come andare avanti nei tagli delle emissioni, decidere cosa fare con il Protocollo di Kyoto e come legare i target nazionali e le azioni di governo annunciati, in particolare quelli dei paesi industrializzati».
Da Cancun si dovrebbe uscire con decisioni condivise su molti temi ed in particolare sulla riduzione delle emissioni, sia da parte dei paesi industrializzati, sia da parte dei paesi in via di sviluppo, tema ostico con posizioni distanti tra i Paesi cosiddetti trainanti. Certamente il lavoro post Cancun non mancherà, ma «da una risposta ambiziosa dei governi sull'emergenza clima dipenderà anche il successo di altri cambiamenti politici, economici e sociali che tutti i paesi affrontano» ha concluso il segretario della Convenzione Onu sul clima.
Greenreport - Lo sa bene il segretario esecutivo della Convenzione Onu sul clima (Unfccc), Christiana Figueres (Nella foto), che alla vigilia dell'appuntamento di Cancun (Messico), luogo dove dal prossimo 29 novembre fino al 10 dicembre riprenderanno i negoziati sul clima ha dichiarato: «Cancun sarà un successo, se le parti faranno un compromesso». In effetti ad oggi nemmeno un compromesso pare possibile anche se il silenzio con cui è stato preceduto questo appuntamento, a contrario di quello di Copenaghen, potrebbe essere di buon auspicio. Il tema delle giornate messicane è quello noto: si parlerà di riduzione delle emissioni di gas serra, dopo la scadenza del protocollo di Kyoto e di linee guida generali da adottare per favorire le azioni dei governi. Sullo sfondo l'impegno preso in Norvegia lo scorso anno: contenere il riscaldamento globale entro il limite dei 2 gradi. «Tutti i paesi partecipanti dovranno rendere le loro aspettative più equilibrate, per far sì che ciascuno torni a casa con un risultato positivo: questa è la natura degli accordi multilaterali ed è quello che deve accadere anche con il clima- ha aggiunto Figueres- ma esistono lacune da colmare a livello politico, per capire come andare avanti nei tagli delle emissioni, decidere cosa fare con il Protocollo di Kyoto e come legare i target nazionali e le azioni di governo annunciati, in particolare quelli dei paesi industrializzati».Da Cancun si dovrebbe uscire con decisioni condivise su molti temi ed in particolare sulla riduzione delle emissioni, sia da parte dei paesi industrializzati, sia da parte dei paesi in via di sviluppo, tema ostico con posizioni distanti tra i Paesi cosiddetti trainanti. Certamente il lavoro post Cancun non mancherà, ma «da una risposta ambiziosa dei governi sull'emergenza clima dipenderà anche il successo di altri cambiamenti politici, economici e sociali che tutti i paesi affrontano» ha concluso il segretario della Convenzione Onu sul clima.
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