La preghiera della Chiesa italiana per le vittime cristiane in Iraq e per i loro persecutori. Il grazie di mons. Warduni
La Chiesa in Italia prega domani per i cristiani perseguitati in Iraq ricordando in particolare l’attentato del 31 ottobre scorso contro la Cattedrale siro-cattolica di Baghdad, costato la vita a oltre 50 fedeli, tra cui numerosi bambini e due sacerdoti che stavano celebrando la Messa domenicale. Ad indire la speciale giornata di preghiera è stato il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana. Il porporato ha chiesto di pregare anche per i persecutori, “perché tutti possano ricevere la luce della verità e dell'amore”.
RadioVaticana - Sull’iniziativa ascoltiamo mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare del Patriarcato dei Caldei a Baghdad, al microfono di Fabio Colagrande:R. - E’ un’iniziativa eccellente e di questo ringraziamo il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ringraziamo tutti vescovi e ringraziamo tutti voi, supplicandovi però di continuare a pregare, perché senza la preghiera, senza l’aiuto di Dio, non possiamo riuscire a sopportare questa terribile situazione, questi attacchi ai cristiani. Finora, abbiamo cercato di vivere come tutti gli altri cittadini iracheni, sopportando la violenza e il terrorismo. Ma da due settimane vediamo che qui le iniziative sono dirette proprio contro i cristiani. Anche noi cerchiamo e vogliamo trovare il perché di questo atteggiamento così terribile. Certamente, le cause sono molteplici: cause politiche e sociali, ma anche dovute al fanatismo religioso.
D. - Mons. Warduni, chi sono coloro che in Iraq vogliono cancellare la minoranza cristiana e che vogliono spaventare i cristiani e indurli a lasciare il Paese?
R. - E’ una domanda che anche noi ci poniamo, perché i cristiani non hanno nulla contro nessuno. I cristiani cercano di vivere in pace e in tranquillità con tutti. Questi atti terroristici sono nocivi per tutti quanti e non solo per i cristiani: sono nocivi anche per coloro che li compiono, perché non sono tranquilli, perché non sono in pace.
D. - Il cardinale Bagnasco ha detto: “Preghiamo per le vittime, ma anche per i carnefici”: cosa significa?
R. - Siamo con il cardinale Bagnasco, perché preghiamo per le vittime affinché siano veramente seme di bontà, di pace e di riconciliazione per tutto il mondo e specialmente per l’Iraq. Ma preghiamo anche per i carnefici, perché temano veramente Dio ed amino veramente ciò che Dio vuole. Dio è Dio di pace, di amore, di vita. Per questo noi preghiamo anche per loro.
D. - Mons. Warduni, secondo lei, oltre alla preghiera, ci sono dei mezzi per fermare questa violenza?
R. - La prima cosa è di cooperare, tutti insieme, per la pace, permettendo così a tutti di adoperarsi per il bene dell’umanità. In secondo luogo, è necessario interrompere la vendita e la fabbricazione delle armi! Io dico di ascoltare la voce del Signore: Lui vuole che tutti siano sani e salvi! Dico anche di ascoltare la voce del Papa, che vuole il bene di tutta l’umanità e, in questo momento, specialmente degli iracheni.
D. - Mons. Warduni, chi sono coloro che in Iraq vogliono cancellare la minoranza cristiana e che vogliono spaventare i cristiani e indurli a lasciare il Paese?
R. - E’ una domanda che anche noi ci poniamo, perché i cristiani non hanno nulla contro nessuno. I cristiani cercano di vivere in pace e in tranquillità con tutti. Questi atti terroristici sono nocivi per tutti quanti e non solo per i cristiani: sono nocivi anche per coloro che li compiono, perché non sono tranquilli, perché non sono in pace.
D. - Il cardinale Bagnasco ha detto: “Preghiamo per le vittime, ma anche per i carnefici”: cosa significa?
R. - Siamo con il cardinale Bagnasco, perché preghiamo per le vittime affinché siano veramente seme di bontà, di pace e di riconciliazione per tutto il mondo e specialmente per l’Iraq. Ma preghiamo anche per i carnefici, perché temano veramente Dio ed amino veramente ciò che Dio vuole. Dio è Dio di pace, di amore, di vita. Per questo noi preghiamo anche per loro.
D. - Mons. Warduni, secondo lei, oltre alla preghiera, ci sono dei mezzi per fermare questa violenza?
R. - La prima cosa è di cooperare, tutti insieme, per la pace, permettendo così a tutti di adoperarsi per il bene dell’umanità. In secondo luogo, è necessario interrompere la vendita e la fabbricazione delle armi! Io dico di ascoltare la voce del Signore: Lui vuole che tutti siano sani e salvi! Dico anche di ascoltare la voce del Papa, che vuole il bene di tutta l’umanità e, in questo momento, specialmente degli iracheni.
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