Una campagna presso i governi e l’opinione pubblica dei primi 15 paesi esportatori di armi del mondo; l’imposizione, su ogni transazione che ha per oggetto le armi, di una tassa pari all’1% del valore della transazione stessa per finanziare progetti di sviluppo e attività di disarmo.
Agenzia Misna - Sono queste le due proposte presentate oggi da Fabrizio Battistelli - professore di Sociologia all'Università “La Sapienza” di Roma – intervenuto alla II Conferenza mondiale di ‘Science for peace’ (La scienza per la pace) a Milano. Leggendo la relazione presentata anche a nome di Emilio Emmolo, ricercatore di Archivio disarmo, centro di documentazione e di studi sulla pace, Battistelli ha fatto un’analisi del mercato delle armi e sottolineato che forniture anche piccole a gruppi armati possono avere un grande impatto sulla sicurezza locale e regionale. “Sarebbe fuorviante – ha detto – valutare la criticità dei trasferimenti di armi alla guerriglia solo sulla base della loro esiguità numerica, del modesto livello tecnologico e del ridotto valore finanziario”. Sottolineando come stock di armi venduti in un paese possano ricomparire anche dopo un decennio in altre zone del mondo, Battistelli ha ricordato che l’Italia è tra i primi esportatori di armi, occupa il secondo posto nella vendita di armi leggere, subito dopo gli Stati Uniti, e supera gli Stati Uniti nelle esportazioni di pistole e fucili da caccia. Sebbene il 90% delle esportazioni vada verso paesi industrializzati, Battistelli ha concluso il suo intervento sottolineando che il 10% delle esportazioni italiane è diretto ai paesi in via di sviluppo, tra i quali ne figurano alcuni sottoposti a embarghi internazionali in materia di armi. Promossa dalla Fondazione Umberto Veronesi, ‘Science for peace’ è un progetto che si pone come obiettivo la nascita di un grande movimento per la pace alla cui guida vede impegnato il mondo della scienza. Due sono stati i temi della conferenza: la scienza come linguaggio universale di pace; strategie e modelli per un processo di pace.
Agenzia Misna - Sono queste le due proposte presentate oggi da Fabrizio Battistelli - professore di Sociologia all'Università “La Sapienza” di Roma – intervenuto alla II Conferenza mondiale di ‘Science for peace’ (La scienza per la pace) a Milano. Leggendo la relazione presentata anche a nome di Emilio Emmolo, ricercatore di Archivio disarmo, centro di documentazione e di studi sulla pace, Battistelli ha fatto un’analisi del mercato delle armi e sottolineato che forniture anche piccole a gruppi armati possono avere un grande impatto sulla sicurezza locale e regionale. “Sarebbe fuorviante – ha detto – valutare la criticità dei trasferimenti di armi alla guerriglia solo sulla base della loro esiguità numerica, del modesto livello tecnologico e del ridotto valore finanziario”. Sottolineando come stock di armi venduti in un paese possano ricomparire anche dopo un decennio in altre zone del mondo, Battistelli ha ricordato che l’Italia è tra i primi esportatori di armi, occupa il secondo posto nella vendita di armi leggere, subito dopo gli Stati Uniti, e supera gli Stati Uniti nelle esportazioni di pistole e fucili da caccia. Sebbene il 90% delle esportazioni vada verso paesi industrializzati, Battistelli ha concluso il suo intervento sottolineando che il 10% delle esportazioni italiane è diretto ai paesi in via di sviluppo, tra i quali ne figurano alcuni sottoposti a embarghi internazionali in materia di armi. Promossa dalla Fondazione Umberto Veronesi, ‘Science for peace’ è un progetto che si pone come obiettivo la nascita di un grande movimento per la pace alla cui guida vede impegnato il mondo della scienza. Due sono stati i temi della conferenza: la scienza come linguaggio universale di pace; strategie e modelli per un processo di pace.| Tweet |
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