mercoledì, ottobre 06, 2010
Il ritrovamento nei pressi dell’aeroporto internazionale di Kabul di una “Toyota” imbottita di esplosivo ha seguito oggi nuove conferme sull’avvio di negoziati “segreti” tra rappresentanti del governo e delegati della Shura di Quetta, un organismo di riferimento della guerriglia taleban con sede in Pakistan.

Agenzia Misna - Il tentato attentato di oggi è l’ultimo di una serie di episodi di violenza. Ieri nella città meridionale di Kandahar l’esplosione di alcuni ordigni al passaggio di una pattuglia della polizia aveva provocato una decine di vittime, otto dei quali bambini tra i 10 e i 13 anni. Fonti della MISNA a Kabul confermano l’avvio di negoziati “serrati” tra l’esecutivo sostenuto dalla coalizione militare a guida statunitense e alcuni settori della guerriglia, legati sembra al Mullah Mohammad Omar, figura di primo piano nel governo taleban al potere tra il 1996 e il 2001. Ma, almeno per ora, la pace è lontana. “Gli attentati di questi giorni – dice alla MISNA da Kabul Luca Lo Presti, presidente dell’organizzazione non governativa italiana Pangea – alimentano disordine e paura in un momento molto delicato: entro il fine-settimana dovrebbero essere pubblicati i risultati delle elezioni legislative di Settembre”. Un voto controverso, dicono da Kabul, sul quale si allunga l’ombra di irregolarità piccole e grandi, fino alla diffusa compravendita di voti. Di certo ci sono la paura e la miseria della gran parte della popolazione, non solo nelle province del Sud roccaforte della guerriglia ma anche alle porte di Kabul. “Gli aiuti promessi – sostiene Lo Presti - non si vedono: i contadini continuano a coltivare i papaveri da oppio, dei diritti umani meglio non parlare”. L’idea è che, per un paese in guerra da più di 30 anni, non si stia costruendo un’alternativa. Dal 2003 Pangea costruisce scuole e offre microcredito, ma è una goccia nel mare. Impossibile dire se i negoziati, al via proprio mentre negli Stati Uniti entra nel vivo la campagna per le elezioni di metà legislatura, potranno cambiare le cose. Secondo il quotidiano americano “Washington Post”, il governo del presidente Hamid Karzai ha preparato i colloqui costituendo un Consiglio per la pace di 70 membri. Secondo il generale David Petraeus, comandante in capo delle truppe statunitensi in Afghanistan, la settimana scorsa “alti dirigenti” della guerriglia taleban hanno inviato al governo di Kabul “segnali di apertura”.

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