La Russia, dall'Europa all'Estremo Oriente dell'Asia più lontana e profonda, è alle prese con una canicola asfissiante che sta bruciando letteralmente le sue torbiere e le sue foreste, nelle città i vecchi muoiono di caldo e le teorie eco scettiche, molto diffuse tra i governanti del Kremlino e gli scienziati della loro corte, non sembrano più moneta corrente per le strade di Mosca, San Pietroburgo e Vladivostok.
GreenReport - I russi, convinti che il global warming avrebbe fatto bene alla loro economia ed alla loro nostalgia da ex grande potenza economico-militare, liberando mari navigabili, risorse petrolifere, gasiere e minerarie e terre coltivabili, si trovano ora a fare i conti con i campi di grano disseccati (e fra poco il mondo si troverà a farli con l'aumento dei prezzi, visto che la speculazione sul grano è già partita), con le decine di morti nei roighi delle sterminate foreste, con l'esplosione dei consumi energetici e con un ambiente, umano e naturale che non sembra in grado di reagire prontamente a cambiamenti repentini e catastrofici.
Ad aggiungere un altro tassello a questo scenario che si è rivelato un caldo incubo rispetto al fresco sogno dell'eterna primavera nordica, arrivano i dati del Rosguidromet, il servizio meteorologico russo, rilanciati dal sito scientifico www.strf.ru, che evidenziano che la diminuzione della superficie della banchisa nell'Artico potrebbe raggiungere livelli record.
Secondo quanto ha detto alla catena televisiva Rossia-24 il direttore di Rosguidromet, Alexandre Frolov, «La superficie dei ghiacciai artici potrebbe diminuire in agosto fino ad un livello record a causa delle temperature elevate. Il ghiaccio fonde così rapidamente che un record storico di velocità di scioglimento è stato battuto a giugno. Se questa situazione dovesse prolungarsi, ed è quello che si prevede, avremo probabilmente un agosto con un'estensione estremamente bassa della superficie della banchisa nell'Artico».
Il capo di Rosguidromet attribuisce questa diminuzione al cambiamento climatico, un vero e proprio smacco per alcuni dei suoi ricercatori clima-scettici e soprattutto per quelli che sono sospettati di aver gestito per conto del governo di Mosca una bella fatta del cosiddetto climate-gate.
Forse anche per questo Frolov ha ricordato che una situazione simile si era già verificata nel 2007: «La superficie della banchisa alla fine dell'estate era allora ridotta a 4,4 milioni di chilometri quadrati, mentre abitualmente si estendeva per 8 milioni di kmq l'estate e ad 11 milioni l'inverno».
GreenReport - I russi, convinti che il global warming avrebbe fatto bene alla loro economia ed alla loro nostalgia da ex grande potenza economico-militare, liberando mari navigabili, risorse petrolifere, gasiere e minerarie e terre coltivabili, si trovano ora a fare i conti con i campi di grano disseccati (e fra poco il mondo si troverà a farli con l'aumento dei prezzi, visto che la speculazione sul grano è già partita), con le decine di morti nei roighi delle sterminate foreste, con l'esplosione dei consumi energetici e con un ambiente, umano e naturale che non sembra in grado di reagire prontamente a cambiamenti repentini e catastrofici.Ad aggiungere un altro tassello a questo scenario che si è rivelato un caldo incubo rispetto al fresco sogno dell'eterna primavera nordica, arrivano i dati del Rosguidromet, il servizio meteorologico russo, rilanciati dal sito scientifico www.strf.ru, che evidenziano che la diminuzione della superficie della banchisa nell'Artico potrebbe raggiungere livelli record.
Secondo quanto ha detto alla catena televisiva Rossia-24 il direttore di Rosguidromet, Alexandre Frolov, «La superficie dei ghiacciai artici potrebbe diminuire in agosto fino ad un livello record a causa delle temperature elevate. Il ghiaccio fonde così rapidamente che un record storico di velocità di scioglimento è stato battuto a giugno. Se questa situazione dovesse prolungarsi, ed è quello che si prevede, avremo probabilmente un agosto con un'estensione estremamente bassa della superficie della banchisa nell'Artico».
Il capo di Rosguidromet attribuisce questa diminuzione al cambiamento climatico, un vero e proprio smacco per alcuni dei suoi ricercatori clima-scettici e soprattutto per quelli che sono sospettati di aver gestito per conto del governo di Mosca una bella fatta del cosiddetto climate-gate.
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