"L'antigitanismo attraversa con insistenza le menti nei tempi di crisi e indica gli zingari come bersagli designati della paura.(…) Non aiutano i provvedimenti eclatanti che si stanno prendendo in altri paesi, magari tecnicamente nel rispetto delle leggi, ma con un grave segnale culturale: quello che incoraggia a dare la colpa della crisi e a cercare la soluzione sempre nell'allontanamento dell'altro".
Agenzia Misna - E' la valutazione fatta dalla Comunità di Sant'Egidio in un comunicato diffuso a pochi giorni dalle controverse espulsioni di rom disposte dal governo francese ma anche del rogo avvenuto in un campo per nomadi di Roma, nel quale è morto un bambino di tre anni, Marius. "Questo tipo di provvedimenti dà sicurezza all'istante ma alla lunga incoraggia intolleranza, divisione sociale, caduta del senso di umanità" aggiunge la nota, che ricorda come in Italia gli zingari sono circa 150.000, di cui quasi la metà cittadini italiani, l'altra metà romeni e una parte restante ex-jugoslavi. Suggerendo l'introduzione di "un permesso di soggiorno umanitario di lungo periodo per rimettere diverse migliaia di persone in un circuito di legalità", la Comunità di Sant'Egidio, con sede a Roma, sottolinea una contraddizione giuridica: "Sono in Italia da tre generazioni, non possono essere espulsi ma non hanno nemmeno i documenti per restare perché il loro paese si è dissolto e i loro documenti non esistono più o non sono più validi" si legge ancora nel comunicato, e per di più "i nati in Italia non possono avere nessun documento". Vittime a centinaia di migliaia nei campi di sterminio durante la Seconda guerra mondiale, non solo "non sono mai stati rimborsati con una terra, con un senso di debito e di simpatia da parte del reste della popolazione" ma oggi in Italia gli zingari "sono persone con una speranza di vita di tre decenni più bassa del resto degli italiani", che sopravvivono "al di sotto delle condizioni di umanità minime". La Comunità di Sant'Egidio chiede di "uscire dal clima surriscaldato" che si è creato per trovare "soluzioni vere" invece di "aumentare la divisione caricaturale tra buonisti e cattivisti". Per entrare in una fase di 'legalità' ma anche di 'umanità' nei confronti dei rom, vengono suggeriti la sospensione degli sgomberi dei campi abusivi o degradati in assenza di una soluzione alternativa e un impegno per la scolarizzazione generalizzata dei bambini (che rappresentano la metà della popolazione rom, ndr) e per l'inserimento dei più grandi nel mondo del lavoro. Per la Comunità di Sant'Egidio è giunta l'ora di affrontare la "questione zingari" non più come una "spesa emergenziale" ma con interventi strutturali tesi a "ridurre la povertà cronica e la marginalità delle nuove generazioni".
Agenzia Misna - E' la valutazione fatta dalla Comunità di Sant'Egidio in un comunicato diffuso a pochi giorni dalle controverse espulsioni di rom disposte dal governo francese ma anche del rogo avvenuto in un campo per nomadi di Roma, nel quale è morto un bambino di tre anni, Marius. "Questo tipo di provvedimenti dà sicurezza all'istante ma alla lunga incoraggia intolleranza, divisione sociale, caduta del senso di umanità" aggiunge la nota, che ricorda come in Italia gli zingari sono circa 150.000, di cui quasi la metà cittadini italiani, l'altra metà romeni e una parte restante ex-jugoslavi. Suggerendo l'introduzione di "un permesso di soggiorno umanitario di lungo periodo per rimettere diverse migliaia di persone in un circuito di legalità", la Comunità di Sant'Egidio, con sede a Roma, sottolinea una contraddizione giuridica: "Sono in Italia da tre generazioni, non possono essere espulsi ma non hanno nemmeno i documenti per restare perché il loro paese si è dissolto e i loro documenti non esistono più o non sono più validi" si legge ancora nel comunicato, e per di più "i nati in Italia non possono avere nessun documento". Vittime a centinaia di migliaia nei campi di sterminio durante la Seconda guerra mondiale, non solo "non sono mai stati rimborsati con una terra, con un senso di debito e di simpatia da parte del reste della popolazione" ma oggi in Italia gli zingari "sono persone con una speranza di vita di tre decenni più bassa del resto degli italiani", che sopravvivono "al di sotto delle condizioni di umanità minime". La Comunità di Sant'Egidio chiede di "uscire dal clima surriscaldato" che si è creato per trovare "soluzioni vere" invece di "aumentare la divisione caricaturale tra buonisti e cattivisti". Per entrare in una fase di 'legalità' ma anche di 'umanità' nei confronti dei rom, vengono suggeriti la sospensione degli sgomberi dei campi abusivi o degradati in assenza di una soluzione alternativa e un impegno per la scolarizzazione generalizzata dei bambini (che rappresentano la metà della popolazione rom, ndr) e per l'inserimento dei più grandi nel mondo del lavoro. Per la Comunità di Sant'Egidio è giunta l'ora di affrontare la "questione zingari" non più come una "spesa emergenziale" ma con interventi strutturali tesi a "ridurre la povertà cronica e la marginalità delle nuove generazioni".| Tweet |
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