Il ministro russo delle situazioni di emergenza ha Serghiei Shoigu ha detto di temere che gli incendi in corso nella Russia europea si propaghino in una zona colpita nel 1986 dall'incidente della centrale nucleare ucraina di Cernobyl, eventualità che potrebbe diffondere elementi radioattivi nell'atmosfera.
Ansa.it - Si tratta della regione di Briansk, alla frontiera con la Bielorussia e l'Ucraina. "Controlliamo minuziosamente la situazione nella regione di Brianks, particolarmente al sud, nel distretto di Novozibkov, che è stato seriamente contaminato in seguito alla catastrofe di Cernobyl", ha spiegato Shoigu, durante una conferenza stampa. "Se un incendio si sviluppasse laggiù, dei radionuclidi potrebbero irradiarsi con il fumo e apparirebbe una nuova zona inquinata", ha aggiunto.
Sale da 48 a 50 il bilancio delle vittime degli incendi che da oltre due settimane stanno devastando la Russia europea, mentre l'ondata record di caldo afoso non sembra concedere tregua almeno sino alla fine della settimana. ''Un corpo e' stato scoperto nella regione di Nizhni Novgorod (500 km a est di Mosca), e una persona e' morta all'ospedale nella regione di Voronezh (500 km a sud est della capitale)'', ha reso noto il ministero delle situazioni di emergenza, aggiornando il conto delle vittime. Si e' intanto dissipata la fitta cappa di fumo acre e tossico che ieri aveva avvolto Mosca in una nebbia surreale, riducendo fortemente la visibilita' nelle strade e inducendo le autorita' a sconsigliare di uscire da casa, se non con la mascherina. I moscoviti sembrano soffrire parecchio questo anomalo cocktail di caldo e smog, anche perche' gran parte degli appartamenti e' priva di condizionatori. Il fenomeno, come segnalano alcuni psichiatri, ha alimentato nel 10% della popolazione l'apocalittico timore che si stia avvicinando la fine del mondo. ''Dicono che e' la punizione divina, l'inizio della fine del mondo, e i loro discorsi alimentano un sacco di voci'', spiega Zurab Keklidze, del noto centro nazionale psichiatrico Serbski. C'e' anche chi crede che il caldo sia stato provocato da sofisticate armi climatiche, come Andrei Areshev, vice capo della fondazione Cultura strategica: tesi che fa breccia tra molti russi, soprattutto tra gli anziani, che non faticano ad addossare la colpa ai soliti americani. Il capo medico-sanitario russo, Ghennadi Onishenko, ha intanto ipotizzato, nel caso la situazione non migliorasse, uno slittamento dell'anno scolastico, che tradizionalmente in Russia inizia il primo settembre. (continua a leggere)
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