sabato, agosto 14, 2010
Raggi ai protoni hanno fatto luce sull’origine del più lungo dei rotoli del Mar Morto, permettendo di ipotizzare che la sua pergamena fu prodotta nel posto dove sono stati trovati.

Custodia.org - Secondo uno studio condotto nei laboratori dell’Istituto Nazionale Italiano di Fisica Nucleare (INFN) di Catania, in Sicilia, il rotolo del Tempio lungo 10 m. è stato prodotto a Qumran.
I rotoli, una raccolta di circa 900 documenti molto frammentati, sono considerati una delle scoperte archeologiche più importanti del ventesimo secolo. Comprendono i più antichi testi della Bibbia e risalgono a quasi 2300 anni fa. Oltre ai testi biblici, i rotoli raccolgono materiale apocrifo e scritti settari, ed hanno una datazione che oscilla dal 200-100 a.C. al 70 d.C. Il Rotolo del Tempio contiene istruzioni dettagliate riguardo la costruzione di un tempio e suggerisce come le leggi debbano essere comunicate alle persone. Giuseppe Pappalardo, fisico all’INFN, ha spiegato che sono stati scelti i frammenti del Rotolo del Tempio perché sono i più puliti e quindi più facilmente analizzabili.

Lo studioso e i colleghi hanno analizzato frammenti di 7 cm. del rotolo, usando una nuova tecnica chiamata XPIXE congiuntamente a un acceleratore di particelle.

Pappalardo, che ha sviluppato la tecnologia XPIXE, ha dichiarato che la ricerca si è concentrata fondamentalmente sull’acqua. Come la maggior parte delle pergamene anche quella del Tempio fu realizzata con pelle di animale e la sua produzione ha richiesto molti lavaggi. L’obiettivo dei ricercatori è stato di paragonare ed eventualmente trovare un punto d’incontro tra la chimica del rotolo e la chimica peculiare dell’acqua dell’area dove sono state trovate le pergamene.

I ricercatori hanno bombardato i frammenti del rotolo prima con le particelle alfa e i raggi X del dispositivo XPIXE, e poi con i raggi protone prodotti da un acceleratore di particelle.

I raggi X emessi dai campioni hanno mostrato che tutti i frammenti contengono cloro e che la sua proporzione rispetto al bromo è di circa tre volte superiore alla quantità che si trova normalmente nell’acqua del mare. I ricercatori hanno concluso che il rotolo può essere stato prodotto con l’utilizzo dell’acqua del Mar Morto notoriamente molto salata.

Pappalardo ha dichiarato che lo studio si è concentrato sulla pergamena e che i risultati non indicano dove sono stati scritti i rotoli. E’ previsto un’analogo studio dell’inchiostro.

Ira Rabin, scienziato dell’Istituto Federale di Ricerca di Materiali e Analisi di Berlino, ha riconosciuto l’importanza della metodologia italiana, ma sostiene che deve essere combinata ad altre tecniche, che sono necessarie per convalidare le ipotesi prodotte da un metodo sperimentale non distruttivo.

Al Discovery News Rabin ha spiegato che i Rotoli del Mar Morto presentano un sistema estremamente complicato che non può essere caratterizzato da una singola tecnica (?). Ogni tecnica svela una piccola parte della soluzione, solo una combinazione dei risultati potrebbe produre una conclusione rilevante (La domanda è: il sale c’è o no? ndr.).


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