Almeno 179 donne e ragazze hanno subito violenza sessuale da parte dei ribelli rwandesi a Luvungi, nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo (Rdc). A lanciare l'allarme è l'International Medical Corps, agenzia umanitaria delle Nazioni Unite.
RadioVaticana - I ribelli hutu della Forza democratica per la liberazione del Rwanda, che lo scorso 30 luglio hanno occupato il villaggio nell'est del Congo, avrebbero compiuto nei quattro giorni successivi stupri sistematici ai danni delle donne locali. "Quasi tutte le violenze denunciate sono state commesse da gruppi composti da due a sei uomini, spesso alla presenza dei figli o dei mariti delle donne", riporta l'agenzia Onu in un comunicato. "Molte di queste donne hanno dichiarato di aver subito violenza fisica prima di essere stuprate, e alcune di loro hanno denunciato violenze ai danni dei loro bambini, strappati con la forza dalle loro braccia". Le violenze hanno avuto luogo a soli 30 chilometri dalla base di una missione di pace delle Nazioni Unite. Al momento i volontari dell'International Medical Corps hanno preso in cura tutte le donne vittime delle violenze. Sul tragico episodio dello stupro di gruppo è intervenuta oggi anche l’Unicef lanciando per voce del suo direttore generale, Anthony Lake, “un appello per fermare subito l'uso della violenza sessuale come arma di guerra''. ''Gravi violazioni dei diritti umani, come lo stupro e la violenza sessuale - dichiara Lake - sono diventate endemiche nella Rdc”. L’Unicef riferisce che lo scorso anno circa 18 mila vittime di violenze sessuali nella Repubblica Democratica del Congo hanno cercato assistenza, di questi 11.855 hanno avuto bisogno di cure mediche d'urgenza. Ed “è probabile che molte più violenze non siano state denunciate''. ''Le sofferenze causate dalla violenza sessuale - prosegue Lake - vanno oltre il momento in cui avvengono. Molti superstiti portano cicatrici fisiche e psicologiche per il resto della loro vita. E la violenza sessuale ha anche un profondo impatto sulle famiglie, sulla comunità e sulla società, rafforzando una cultura della violenza. La violenza sessuale - ribadisce il direttore generale dell’Unicef - è un crimine internazionale e tutti i responsabili devono essere ritenuti pienamente perseguibili. L'impunità dalla punizione deve finire''. Per questo il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon, riferisce Lake ''ha chiesto al suo Rappresentante speciale per la violenza sessuale nei conflitti di seguire questi terribili episodi nella Rdc e di coordinare una risposta, compreso il supporto indispensabile e la cura per le ragazze e le donne che sono state colpite. L’Unicef sostiene questo sforzo - conclude Lake - ed è disposto a fare tutto il possibile''.
RadioVaticana - I ribelli hutu della Forza democratica per la liberazione del Rwanda, che lo scorso 30 luglio hanno occupato il villaggio nell'est del Congo, avrebbero compiuto nei quattro giorni successivi stupri sistematici ai danni delle donne locali. "Quasi tutte le violenze denunciate sono state commesse da gruppi composti da due a sei uomini, spesso alla presenza dei figli o dei mariti delle donne", riporta l'agenzia Onu in un comunicato. "Molte di queste donne hanno dichiarato di aver subito violenza fisica prima di essere stuprate, e alcune di loro hanno denunciato violenze ai danni dei loro bambini, strappati con la forza dalle loro braccia". Le violenze hanno avuto luogo a soli 30 chilometri dalla base di una missione di pace delle Nazioni Unite. Al momento i volontari dell'International Medical Corps hanno preso in cura tutte le donne vittime delle violenze. Sul tragico episodio dello stupro di gruppo è intervenuta oggi anche l’Unicef lanciando per voce del suo direttore generale, Anthony Lake, “un appello per fermare subito l'uso della violenza sessuale come arma di guerra''. ''Gravi violazioni dei diritti umani, come lo stupro e la violenza sessuale - dichiara Lake - sono diventate endemiche nella Rdc”. L’Unicef riferisce che lo scorso anno circa 18 mila vittime di violenze sessuali nella Repubblica Democratica del Congo hanno cercato assistenza, di questi 11.855 hanno avuto bisogno di cure mediche d'urgenza. Ed “è probabile che molte più violenze non siano state denunciate''. ''Le sofferenze causate dalla violenza sessuale - prosegue Lake - vanno oltre il momento in cui avvengono. Molti superstiti portano cicatrici fisiche e psicologiche per il resto della loro vita. E la violenza sessuale ha anche un profondo impatto sulle famiglie, sulla comunità e sulla società, rafforzando una cultura della violenza. La violenza sessuale - ribadisce il direttore generale dell’Unicef - è un crimine internazionale e tutti i responsabili devono essere ritenuti pienamente perseguibili. L'impunità dalla punizione deve finire''. Per questo il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon, riferisce Lake ''ha chiesto al suo Rappresentante speciale per la violenza sessuale nei conflitti di seguire questi terribili episodi nella Rdc e di coordinare una risposta, compreso il supporto indispensabile e la cura per le ragazze e le donne che sono state colpite. L’Unicef sostiene questo sforzo - conclude Lake - ed è disposto a fare tutto il possibile''. | Tweet |
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