mercoledì, agosto 04, 2010
Continua il viaggio dei giovani della diocesi di Pistoia insieme ai giornalisti di Greenaccord

Palas de Rei (Spagna), 3 Agosto – Terza tappa: Palas de Rei. Dopo aver percorso 10 (fino a O’Cebreiro), e 22 (fino a Portomarin) chilometri, i pellegrini affrontano i 25 chilometri odierni. E siamo ancora a meno della metà dell’ultimo tratto compostelano. I giornalisti della rete Greenaccord non hanno dato segni di cedimento, sempre in testa al gruppo nonostante il loro lavoro sul percorso a raccogliere opinioni e cercare notizie per documentare il pellegrinaggio per i rispettivi mezzi d’informazione. È evidente che il rapporto che ognuno di loro ha con il Creato affonda solide radici in una tradizione che è confluita in una cultura di fiducia e rispetto verso la natura.

Come ha avuto modo di sottolineare don Simone Amidei, direttore dell’ufficio per la Pastorale giovanile della Diocesi di Pistoia - nell’omelia della Santa messa di domenica 1 agosto, celebrata in italiano nella chiesa di Portomarin davanti a pellegrini di tutte le provenienze: “la fiducia è un elemento proprio dell’uomo. Il bastone del pellegrino serve come sostegno lungo il viaggio, è sia un aiuto che un’arma di difesa. Su cosa poggia il nostro bastone e quindi la nostra vita? Poggia su qualcosa di solido? I quattro bastoni della nostra esistenza dovrebbero poggiare su Dio, su noi stessi, sugli altri e sul Creato”. E proprio su quest’ultimo Amidei basa il suo esempio: “Ogni mattina guardiamo in cielo e speriamo che il tempo sia clemente, la strada buona, la salita accettabile. È questa la fiducia: metterci in cammino sperando che la natura ci sia amica”. Per ora, dopo quasi sessanta chilometri di Galizia rurale, la natura è stata madre benigna e accogliente: niente pioggia, temperature perfette e percorsi non troppo difficoltosi. E poi distese infinite di terreno con pochi insediamenti, una campagna che sembra ancora testimoniare un intervento sostenibile da parte dell’uomo e animali liberi al pascolo. Tutto, qui, sembra verde e filoambientale, come i ritmi della vita che si rifanno a una lentezza che l’uomo rischia di perdere definitivamente. Questo è quanto i giornalisti hanno documentato finora parallelamente alle storie che i compagni di cammino partiti da Pistoia hanno portato in viaggio con sé: stessa destinazione ma spiritualità e aspettative diverse per ognuno, credenti e non credenti nel reciproco rispetto di fede e opinioni. È per questo che don Simone Amidei parla del riguardo che si deve portare all’alterità che ci sta accanto, ripensandoci come uomini ancora prima che come cristiani: “Il cammino nel Creato è guidato da un’idea di fondo che è condivisibile anche da chi non si ritiene cristiano. Durante questo pellegrinaggio terrò sempre due linee e sarò costantemente aperto anche a chi non condivide un cammino di fede ma ha il coraggio di affidarsi agli altri con lealtà e amicizia”. Di questa umanità tutta in cammino, sia chi crede sia chi non crede, raccolgono testimonianza Luisella Meozzi (per la Fisc) e Nicola Ferrante (per Tv2000) che affiancando i pellegrini per alcuni tratti di ogni tappa riescono a condividere con loro le motivazioni della ricerca lungo il Camino de Santiago. Ne sono usciti fino ad oggi ritratti personali interessanti che restituiscono l’immagine di persone ricche di valori e di umanità, che anche Toni Mira (per Avvenire) e Marina Tomarro (per Radio Vaticana) stanno registrando. Luisella Meozzi, che sta curando per Il Ponte di Avellino anche un servizio per la rubrica ambientale del settimanale, sta raccogliendo informazioni sulla conservazione di questo tratto del percorso. Purtroppo ha finora documentato uno scarso interesse da parte di molti dei viaggiatori intervistati riguardo l’attenzione all’ambiente perché il proprio passaggio non risulti troppo invasivo, e le cartacce e le bottiglie di plastica abbandonate a lato della via ne sono la dimostrazione. “Il cammino è interiormente legato al Creato. Si può affermare che il Creato è il “contenitore” del cammino di tutta l’umanità: il Creato ci accoglie, ci protegge, ci consente di vivere.” – dichiara Martina Valentini, in cammino per Greenaccord – “ Ma è anche vero che l’uomo lascia una traccia di sé nel Creato ed è chiamato a far sì che tale impronta sia meno impattante possibile ed anzi che lasci il Creato migliorato. In tal modo l’uomo diventa collaboratore dell’opera creatrice di Dio. Inoltre, tutti i grandi itinerari di cammino sono inseriti in un contesto naturale che consente alla persona di entrare in contatto con Dio: il Creato diventa così una via diretta e immediata per giungere al Creatore, ringraziarlo e lodarlo per le sue meraviglie.” Una nota positiva per i gruppi di italiani incrociati durante l’inchiesta: molti mostrano attenzione e sensibilità verso i temi ecologici ed ambientali, per un cammino di Santiago ancora più ‘sostenibile’. Prosegue dunque il percorso verso Compostela della delegazione giornalistica, supportata da Greenaccord, dal Consiglio regionale della Toscana e da ‘Il Ponte’, settimanale dell’Irpinia.

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa