È arrivato prima, quest’anno, il colera, in molti Comuni della zona settentrionale del Camerun, dove in genere si ripropone ogni anno a ottobre, prima dell’inizio delle piogge.
Radio Vaticana - L’agenzia Fides riferisce di 94 persone già morte a causa della malattia che si sta diffondendo con una rapidità tale da essere definita dagli operatori sanitari la peggiore epidemia degli ultimi 10 anni. La regione maggiormente colpita è quella di Moloko, in cui si registra la metà dei malati totali: 773 è il dato aggiornato a martedì 3 agosto e il contagio viaggia al ritmo di 20 nuovi casi al giorno. Il colera è definito “la malattia della povertà”: la sua diffusione, infatti è imputabile alle precarie condizioni igienico-sanitarie, alla mancanza di latrine e di acqua potabile che sono le condizioni in cui vive gran parte della popolazione. Secondo l’Unicef solo il 30 per cento dei camerunensi ha accesso ad acqua pulita e solo il 15 ai servizi sanitari. Nel villaggio di Sirak la scuola pubblica, chiusa per le vacanze estive, è stata convertita in centro di cura, ma mancano l’elettricità e la candeggina, usata come disinfettante, oltre alle forniture per le fleboclisi. Con il supporto dell’agenzia Onu per l’infanzia, ma anche di Croce Rossa, Organizzazione mondiale della sanità e Population Fund delle Nazioni Unite, la cura per il colera è gratuita.
Radio Vaticana - L’agenzia Fides riferisce di 94 persone già morte a causa della malattia che si sta diffondendo con una rapidità tale da essere definita dagli operatori sanitari la peggiore epidemia degli ultimi 10 anni. La regione maggiormente colpita è quella di Moloko, in cui si registra la metà dei malati totali: 773 è il dato aggiornato a martedì 3 agosto e il contagio viaggia al ritmo di 20 nuovi casi al giorno. Il colera è definito “la malattia della povertà”: la sua diffusione, infatti è imputabile alle precarie condizioni igienico-sanitarie, alla mancanza di latrine e di acqua potabile che sono le condizioni in cui vive gran parte della popolazione. Secondo l’Unicef solo il 30 per cento dei camerunensi ha accesso ad acqua pulita e solo il 15 ai servizi sanitari. Nel villaggio di Sirak la scuola pubblica, chiusa per le vacanze estive, è stata convertita in centro di cura, ma mancano l’elettricità e la candeggina, usata come disinfettante, oltre alle forniture per le fleboclisi. Con il supporto dell’agenzia Onu per l’infanzia, ma anche di Croce Rossa, Organizzazione mondiale della sanità e Population Fund delle Nazioni Unite, la cura per il colera è gratuita.| Tweet |
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