giovedì, aprile 01, 2010
Prende ufficialmente il via il progetto Alas, volto a costruire una rete sudamericana per promuovere diritti e legalità.

Liberainformazione - «Mi sento a casa qui - ci racconta Manuel Gonçalves Granada - argentino figlio di desaparecidos che solo anni dopo essere affidato a un'altra famiglia ha scoperto la sua storia personale. Per me sfilare per chiedere giustizia è come ricordare ciò che ho fatto in Argentina e sono molto felice di farlo anche qui in Italia». A Milano, per la XV giornata della memoria e dell'impegno era presente, per la prima volta, anche una delegazione dall'America Latina. Sentore questo di un allargamento, da sempre caldeggiato da Libera, dell'azione sociale e culturale all'Europa e in genere al contesto internazionale, per promuovere quei valori alla base di una vita democratica. Ma non solo: la presenza di una nutrita componente sudamericana in delegazione a Milano rappresenta un ulteriore passo del percorse che in America Latina Libera Internazionale sta ormai concretizzando.

Dopo FLARE – Freedom Legality And Rights in Europe, network europeo promosso da Libera con l’obiettivo di coordinare a livello europeo gli sforzi messi in atto dai tanti attori della società civile impegnati in favore della legalità democratica, ora il progetto ALAS America Latina Alternativa Social intende consentire alle popolazioni interessate di intraprendere in maniera autonoma il proprio percorso di crescita sociale ed economica munite degli adeguati strumenti di partecipazione.

L'intento è quello di promuovere una rete di organizzazioni e realtà in America Latina che intende contribuire a rendere tali organizzazioni di base più consapevoli circa il condizionamento della criminalità organizzata nella vita sociale, economica e politica della gente latinoamericana. E di rispondere, inoltre, alla necessità di essere parte di una rete che possa affiancare le organizzazioni locali nel loro lavoro quotidiano, con forme di partenariato che prevedano il sostegno nelle loro attività quotidiane e soprattutto forme di accompagnamento internazionale che funzionino da deterrente contro le ritorsioni e favoriscano la diffusione delle informazioni riguardanti la situazione Latinoamericana anche nel nostro Paese.

«A Bari nei giorni scorsi abbiamo visto concretizzarsi un primo passo importante per il progetto – ci racconta Valentina Giorda di Libera Internazionale – con la prima riunione delle organizzazioni sudamericane aderenti». Un incontro promosso con la regione Puglia dove Tonio dell'Olio, animatore del settore internazionale di Libera, ha riunito esponenti del mondo dei diritti umani e familiari di vittime dell'America Latina. Da Manuel che ha sfilato anche a Milano il 20 marzo, a Liliana Callizo, sequestrata dalle forze della dittatura nel 1976 e fino al 1978 è detenuta nel campo di concentramento de La Perla dove subisce torture e vessazioni. Un incontro che ha visto i diversi partner del progetto confrontarsi partendo dal proprio background storico nazionale e civile per iniziare a intessere relazioni potenzialmente fruttifere. Oltre ai familiari di vere e proprie vittime della dittatura l'incontro pugliese ha visto molti altri ospiti, provenienti da Messico, Colombia, Guatemala, attivamente impegnati nelle battaglie per i diritti civili: «La volontà di creare una rete simile a quella di Flare – continua Giorda – non può prescindere dal contesto culturale di riferimento, quello sudamericano, che ha criticità diverse rispetto a quello europeo». Il lavoro culturale da svolgere dovrà tener presente la mancanza di una organizzazione attiva esclusivamente nel contrasto alla criminalità organizzata e farsi portavoce di un opera di sensibilizzazione che abbracci uno spettro più ampio di diritti, considerata la situazione talora desolante in cui versa la gran parte degli stati dell'America Latina. E il percorso che avrà un seguito ben strutturato mira, sul lungo periodo, a incamerare risultati anche di un certo rilievo: la volontà di tenere, nel febbraio 2011 la terza edizione di Contromafie, a Bogotà in Colombia, sarebbe davvero il modo ideale di rispondere all'afflato internazionale delle mafie. Ponendo, ancora una volta, al centro i diritti, elemento imprescindibile e vera e unica alternativa alla violenza sia essa mafia, dittatura, narcotraffico.


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