lunedì, aprile 19, 2010
Padre Cherian, portavoce della diocesi di Indore e direttore della società locale per i Servizi sociali, ricorda all’agenzia AsiaNews suor Rani Maria, la religiosa instancabile testimone del Vangelo, assassinata 15 anni fa in India.

Radio Vaticana - Il sacerdote ha accompagnato la religiosa nella sua opera umanitaria e ha curato la raccolta dei documenti per la beatificazione. “Il suo esempio di vita e la sua morte sono uno stimolo per noi che siamo rimasti e che, oggi, abbiamo un potente intercessore presso il Signore”, ha detto. “La vita e la morte di suor Rani Maria – prosegue - sono divenute un’ispirazione e una speranza per noi: ci spingono a continuare a fare del bene, lavorare e servire anche a costo della vita”. Suor Rani ha aiutato molti poveri, in gran parte in villaggi tribali, a ottenere sostegni economici per migliorare le proprie possibilità di guadagno. Ha lavorato senza tregua per aiutare questa parte della società, spesso oppressa. “Nel contempo – sottolinea il portavoce della diocesi di Indore - si è sempre assicurata che questi movimenti fossero di natura popolare, senza influenze esterne, ha preferito agire da umile catalizzatrice della gente. In quest’ottica ha rafforzato i panchayats, i consigli di villaggio, spingendoli a considerare e a essere consapevoli dei loro diritti e delle loro responsabilità, offrendo assistenza tramite programmi di sviluppo pianificati e sistematici. Nel dicembre del 1994, preparando le elezioni di questi consigli, si scatenò un litigio tra una famiglia cattolica della sotto-casta dei barela e un candidato della destra nazionalista. La polizia arrestò alcuni dei cattolici, e suor Rani Maria fece di tutto per ottenerne il rilascio. Per questo la destra indù ha iniziato a guardarla con ostilità: avevano la falsa idea che la religiosa istigasse la popolazione contro di loro. Lasciati da soli, infatti, i tribali non sarebbero mai stati in grado di fare una battaglia politica o persino legale”. È stato così ingaggiato un contadino indù per uccidere la religiosa il 25 febbraio del 1995. Dopo un tale grande dolore, padre Cherian esprime la consolazione che nei successivi 10 anni di prigione, una volta rilasciato, il contadino si è convertito, esprimendo profondo rimorso e parlando in pubblico di Cristo e del suo perdono.


Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa