martedì, marzo 30, 2010
Il nostro Carlo Mafera ci parla del XVI sabato mariano nella chiesa di S.Maria a Roma

Padre Bruno Moriconi, dottore in Teologia e licenziato in Sacra Scrittura, nonchè professore ordinario di Sacra Scrittura al Teresianum di Roma, ha presentato il 27 marzo nella basilica di S. Maria in via Lata a Roma il XVI incontro dei Sabati Mariani, incentrato sulla figura sacerdotale di San Giovanni della Croce, e in particolare sulla sua devozione mariana. “Ci sono fondamentalmente tre aspetti della marianità di Giovanni della Croce – ha esordito padre Bruno Moriconi – il primo dei quali è relativo alla vita e ci sono alcuni episodi che testimoniano la sua profonda relazione con la Vergine Maria”.

C’è da dire che la visione contemplativa che gli autori del Carmelo Teresiano hanno della Vergine Maria è profondamente influenzata, non solo dalla vita ma anche dalla dottrina (secondo aspetto) di San Giovanni della Croce. Infine, il terzo ambito non marginale, sta nell’espressione dell’amore verso Maria attraverso la poesia. Tra gli episodi biografici, il più eclatante e raffigurato anche in immagini c’è il salvataggio che la Madonna operò nei confronti del santo quando questi cadde in un lago. San Giovanni della Croce racconta che, tanta era la devozione e il rispetto della Vergine Maria, non voleva farle sporcare le mani del suo corpo insudiciato dalle acque e, quasi quasi non voleva accettare il suo aiuto. Poi, un altro punto fondamentale della sua marianità stava nella recitazione quotidiana del Rosario e nell’intonazione di inni mariani. La scelta del Carmelo da parte di San Giovanni della Croce fu fatta, secondo i testimoni della causa di beatificazione, per poter rivestire l’abito mariano della congregazione carmelitana (secondo la dicitura esatta : dei fratelli del monte Carmelo) e cioè il famoso scapolare. Un altro episodio racconta che San Giovanni della Croce fu liberato dal carcere proprio dalla Vergine Maria. Morì, guarda caso, un giorno di sabato (il giorno della madonna) e volle ricevere in elemosina l’abito mariano per essere sepolto con questo stesso abito. Sentendo vicina la morte disse “ Anch’io, per bontà del Signore, devo andarlo a dirlo con la Vergine Maria in cielo”. Queste sono alcune pennellate (mariane) su San Giovanni della Croce per dire l’intimità con cui il santo sentiva vicina la Madonna. “Non ci sono molti riferimenti – ha detto padre Bruno Moriconi – sulla mariologia di San Giovanni … in totale sono circa ventidue … quindi sarebbe difficile fare una mariologia di San Giovanni della Croce. Però, ciò che egli sottolineò, fu l’assenso di Maria alla volontà di Dio oltre che la sua maternità divina e la funzione di esempio e modello che Lei esercita nei nostri confronti. In particolare all’esigenza dell’ascolto e del mettere in pratica ciò che si è ascoltato facendoci prendere coscienza che anche dove sembra che non sia il posto di Dio, è proprio lì che siamo chiamati a incarnarlo e renderlo presente. Il riferimento letterario dove san Giovanni della Croce parla di Maria è nella Salita del Monte Carmelo(Salita III,2,10)… Parlando delle anime che si sono identificate totalmente con la volontà di Dio in modo che tutte le loro opere e preghiere e i sentimenti vengono dalla mozione divina, il Santo scrive: "Queste erano le mozioni della gloriosa Vergine nostra Signora, che, essendo fin dal principio elevata a questo sublime stato, mai ebbe impressa nella sua anima immagine di creatura alcuna, e da questa in nessun momento fu spinta ad operare, ma agì sempre sotto mozione dello Spirito Santo" (Salita III,2,10). In questa affermazione si ha il principio di un'azione costante e totale dello Spirito in Maria, elevata fin dall'inizio a questo altissimo stato di comunione con Dio, in un crescente dinamismo di fedeltà e cooperazione alle mozioni dello Spirito Santo. Padre Bruno Moriconi quindi parla di Maria a proposito delle anime perfettamente divinizzate, le cui caratteristiche principale sono l’umiltà e il silenzio in ascolto della Parola. Quindi una mariologia pnematologica cioè caratterizzata dalla mozione dello Spirito Santo. E a proposito di questo silenzio partecipativo, San Giovanni della Croce cantò in poesia Maria dove la presenza della Vergine è implicita in questo pensiero del Santo: "Una parola disse il Padre: e fu il Figlio suo; ed essa parla sempre in silenzio eterno e in silenzio ha da essere ascoltata dall'anima" (Detti 104; cfr. Salita II 22,3-6). Maria è il silenzio contemplativo che ha accolto la Parola. Per questo, Giovanni della Croce, unendo sempre Maria e Cristo, può esclamare: "la Madre di Dio è mia" (Preghiera dell'anima innamorata).

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