Al momento dell’assalto i fedeli erano riuniti in preghiera. Nell’edificio erano presenti quattro sacerdoti, un diacono e 400 parrocchiani, colpiti anche donne e bambini. A scatenare la rabbia dei fondamentalisti, aizzati dall’imam, la voce secondo cui i cristiani costruiranno una nuova chiesa. In realtà si tratta di un ospizio.
Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) – È di 25 feriti, fra i quali donne e bambini, il bilancio dell’assalto a una comunità cristiana copta avvenuto ieri nella provincia nord-occidentale di Mersa Matrouh, in Egitto. Una folla di circa 3mila musulmani ha attaccato i fedeli, riuniti in preghiera in un edificio adiacente la chiesa locale. A scatenare la violenza dei fondamentalisti, aizzati dall’imam locale, la voce secondo cui i cristiani hanno iniziato a costruire un nuovo luogo di culto. Verso le 5 di ieri pomeriggio i musulmani – un insieme di beduini e fanatici salafiti – hanno iniziato a lanciare pietre contro un cantiere, dietro il quale credono si celi il proposito di edificare una nuova chiesa. Testimoni locali riferiscono che le forze di sicurezza presenti non erano sufficienti a contenere l’attacco.
Gli agenti hanno lanciato gas lacrimogeni e arrestato una ventina di persone, fra musulmani e cristiani. Solo questa mattina sono arrivati i rinforzi da Alessandria, grazie ai quali i fedeli coopti intrappolati nell’edificio hanno potuto rientrare nelle loro case.
Al momento dell’assalto nella casa di preghiera cristiana erano presenti quattro sacerdoti, un diacono e circa 400 parrocchiani. I cristiani affermano che l’edificio in costruzione, in realtà, è un ospizio e si dicono “terrorizzati” per il nuovo attacco subito. A fomentare la rabbia dei musulmani ha contribuito l’intervento dell’imam locale Shaikh Khamees, durante la preghiera del venerdì. Egli ha sottolineato il dovere di combattere contro i “nemici” dell’islam e ha ribadito che “non tolleriamo la presenza cristiana nelle nostre zone”.
Il reverendo Matta Zakarya conferma che questa mattina si è svolto un vertice fra i leader della chiesa locale, le forze di sicurezza dello Stato e alcuni rappresentati dei musulmani. “I coopti sono spaventati – sottolinea – soprattutto donne e bambini che erano presenti all’interno dell’edificio e hanno assistito all’assalto”.
In Egitto la comunità cristiana copta è il 10% circa della popolazione, in un Paese a larghissima maggioranza musulmana, che discrimina la comunità cristiana. Essa è vittima di episodi di violenza, causati da un forte incremento del fondamentalismo islamico. Talvolta alla base di molti attacchi vi sono dispute sulle proprietà terriere e contese per le donne, ma essi divengono presto scontri di carattere confessionale.
Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) – È di 25 feriti, fra i quali donne e bambini, il bilancio dell’assalto a una comunità cristiana copta avvenuto ieri nella provincia nord-occidentale di Mersa Matrouh, in Egitto. Una folla di circa 3mila musulmani ha attaccato i fedeli, riuniti in preghiera in un edificio adiacente la chiesa locale. A scatenare la violenza dei fondamentalisti, aizzati dall’imam locale, la voce secondo cui i cristiani hanno iniziato a costruire un nuovo luogo di culto. Verso le 5 di ieri pomeriggio i musulmani – un insieme di beduini e fanatici salafiti – hanno iniziato a lanciare pietre contro un cantiere, dietro il quale credono si celi il proposito di edificare una nuova chiesa. Testimoni locali riferiscono che le forze di sicurezza presenti non erano sufficienti a contenere l’attacco. Gli agenti hanno lanciato gas lacrimogeni e arrestato una ventina di persone, fra musulmani e cristiani. Solo questa mattina sono arrivati i rinforzi da Alessandria, grazie ai quali i fedeli coopti intrappolati nell’edificio hanno potuto rientrare nelle loro case.
Al momento dell’assalto nella casa di preghiera cristiana erano presenti quattro sacerdoti, un diacono e circa 400 parrocchiani. I cristiani affermano che l’edificio in costruzione, in realtà, è un ospizio e si dicono “terrorizzati” per il nuovo attacco subito. A fomentare la rabbia dei musulmani ha contribuito l’intervento dell’imam locale Shaikh Khamees, durante la preghiera del venerdì. Egli ha sottolineato il dovere di combattere contro i “nemici” dell’islam e ha ribadito che “non tolleriamo la presenza cristiana nelle nostre zone”.
Il reverendo Matta Zakarya conferma che questa mattina si è svolto un vertice fra i leader della chiesa locale, le forze di sicurezza dello Stato e alcuni rappresentati dei musulmani. “I coopti sono spaventati – sottolinea – soprattutto donne e bambini che erano presenti all’interno dell’edificio e hanno assistito all’assalto”.
In Egitto la comunità cristiana copta è il 10% circa della popolazione, in un Paese a larghissima maggioranza musulmana, che discrimina la comunità cristiana. Essa è vittima di episodi di violenza, causati da un forte incremento del fondamentalismo islamico. Talvolta alla base di molti attacchi vi sono dispute sulle proprietà terriere e contese per le donne, ma essi divengono presto scontri di carattere confessionale.
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