martedì, marzo 02, 2010
del nostro corrispondente a Roma Carlo Mafera

Enrico Dal Covolo è professore ordinario di Letteratura cristiana antica nell'Università Pontificia Salesiana di Roma. Ha curato numerose pubblicazioni di carattere scientifico, soprattutto nell’ambito dei rapporti tra la Chiesa e l’Impero, fino alla cosiddetta “svolta costantiniana”. Ha presentato il 27 febbraio nel’ambito dei Sabati Mariani nella basilica di S. Maria in via Lata a Roma il XII incontro che era incentrato sull’analisi teologica di Origene circa la Vergine Maria e si è soffermato in particolare sullo studio che il grande padre della Chiesa fece sul Magnificat. Il professor Enrico Dal Covolo era appena reduce dagli esercizi spirituali che il Santo Padre gli ha chiesto di organizzare per la Casa Pontificia e ha illustrato prima come si sono svolti e qual’era il titolo (""Lezioni" di Dio e della Chiesa sulla vocazione sacerdotale"). Il titolo intende spiegare – ha detto Dal Covolo- sia la linea del metodo, sia la linea dei contenuti di questi esercizi. La linea del metodo è quella antica e veneranda della lectio divina, articolata nelle sue tappe fondamentali della lettura, della meditazione, della preghiera e della contemplazione. La conversione della vita resta la tappa conclusiva della lectio divina e di conseguenza la tappa conclusiva degli esercizi spirituali. Il titolo stesso allude anche ai contenuti, che riguardano la vocazione sacerdotale. Essa è stata illustrata attraverso le tappe tipiche dei racconti biblici di vocazione, che sono cinque: la chiamata di Dio; la risposta dell'uomo; la missione che Dio affida al suo chiamato; il dubbio, la tentazione, le resistenze, le perplessità del chiamato; infine, la conferma rassicurante da parte di Dio. Le meditazioni del mattino hanno percorso sistematicamente queste cinque tappe. Invece, la meditazione del pomeriggio ha preso spunto dalle "lezioni della Chiesa", la più illustre delle quali è quella di sacerdoti santi, o quanto meno di sacerdoti esemplari. I cinque prescelti per questi "medaglioni sacerdotali" sono sant'Agostino, il santo curato d'Ars, il curato di campagna di Bernanos, il venerabile Giuseppe Quadrio e il venerabile Giovanni Paolo II.” Poi don Enrico Dal Covolo è passato all’esame del Magnificat tratto dal vangelo di Luca e di questo meraviglioso canto della Vergine Maria mi piace soffermarmi sullo specifico tema dell’umiltà di Maria, della quale virtù Origene così commenta "Orbene dapprima «l’anima» di Maria «magnifica il Signore», e, dopo, «il suo spirito esulta in Dio»; cioè, se non siamo dapprima cresciuti, non possiamo esultare. Ella dice: «Perché ha guardato l’umiltà della sua ancella» (Lc 1, 48). Su quale umiltà di Maria il Signore ha volto il suo sguardo? Che cosa aveva, la madre del Signore, di umile e di basso, ella che portava nel seno il Figlio di Dio? Dicendo: «Ha guardato l’umiltà della sua ancella», è come se dicesse: ha guardato la giustizia della sua ancella, ha guardato la sua temperanza, ha guardato la sua fortezza e la sua sapienza. È giusto infatti che Dio rivolga il suo sguardo sulle virtù. Qualcuno potrebbe dire: capisco che Dio guardi la giustizia e la sapienza della sua ancella; ma non è troppo chiaro perché volge il suo sguardo sull’umiltà. Chi pone questa domanda si ricordi che proprio nelle Scritture l’umiltà è considerata come una delle virtù. Dice il Salvatore: «Imparate da me che sono mite e umile di cuore, e troverete riposo alle anime vostre» (Mt 11, 29). E se vuoi conoscere il nome di questa virtù, cioè come essa è chiamata dai filosofi, sappi che l’umiltà su cui Dio rivolge il suo sguardo è quella stessa virtù che i filosofi chiamano atyphía oppure metriótês. Noi possiamo peraltro definirla con una perifrasi: l’umiltà è lo stato di un uomo che non si gonfia, ma si abbassa. Chi infatti si gonfia, cade, come dice l’Apostolo, «nella condotta del diavolo» - il quale appunto ha cominciato col gonfiarsi di superbia -; l’Apostolo dice: «Per non incappare, gonfiato d’orgoglio, nella condanna del diavolo» (I Tm 3, 6).«Ha guardato l’umiltà della sua ancella»: Dio mi ha guardato dice Maria - perché sono umile e perché ricerco la virtù della mitezza e del nascondimento. Qui don Enrico Dal Covolo ha sottolineato la difficoltà da parte degli antichi Greci di comprendere questa virtù che non veniva considerata tale. D’altra parte anche oggi viene preferita la virtù della tolleranza rispetto all’umiltà e alla carità che sono senz’altro superiori alla prima. Poi è passato alla profezia mariana cioè il tema della grandezza di Maria : «Ecco che sin d’ora tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1, 48). Se intendo «tutte le generazioni» secondo il più semplice significato, ritengo che si faccia allusione ai credenti. Ma se cerco di vedere il significato più profondo, capirò quanto sia preferibile aggiungere: «Perché fece grandi cose per me colui che è potente» (Lc 1, 49). Proprio perché chiunque si umilia sarà esaltato» (Lc 14, 11), Dio ha guardato l’umiltà» della beata Maria; per questo ha fatto per lei grandi «cose colui che è potente e il cui nome è santo».E «la sua misericordia si estende di generazione in generazione» (Lc 1, 50). Non è su una generazione, né su due, né su tre, e neppure su cinque che si estende «la misericordia» di Dio; essa si estende eternamente «di generazione in generazione».«Per coloro che lo temono ha dispiegato la potenza del suo braccio». Anche se sei debole, se tu ti accosti al Signore, se avrai timore di lui, potrai udire la promessa con la quale il Signore risponde al tuo timore." (ORIGENE, Omelie su Luca, VIII, 4-6.) . “Se tu temi il Signore, Egli ti da la Sua forza – ha concluso Don Enrico Dal Covolo - … chi come Lei (Maria) coltiva l’umiltà esperimenta la potenza dell’Altissimo.”

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa